Open Day 2014: Unibz incontra i futuri studenti

Cosa cercava quel migliaio di studenti che ha visitato la Libera Università di Bolzano in occasione della giornata "a porte aperte"?
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"Cosa vediamo dipende principalmente da cosa stiamo cercando" la scritta stampata su uno dei gradini della facoltà di design di Unibz esprime al meglio lo spirito dell'Open Day che si è tenuto oggi nell'ateneo bolzanino.
Perché il problema è proprio capire cosa vadano cercando gli studenti che stanno per affrontare la maturità, quelli che hanno affollato oggi le aule ed i corridoi di Unibz e quelli che, pur non essendo presenti, dovranno decidere quali lezioni ed in quale città dovranno passare i prossimi anni.

Dopo aver ascoltato le parole del rettore, di presidi, docenti e del personale amministrativo di Unibz, nonché il parere degli studenti iscritti, di quelli laureati o di quelli in visita, le idee sono ancora più confuse.
Su tutto sembra dominare la parola "lavoro" e da questo punto di vista la Libera Università di Bolzano si presenta con le credenziali a posto, come dimostra anche l'ultima indagine di Almalaurea: il 65% dei laureati di Unibz è occupato ad un anno dalla Laurea. A livello nazionale, la media si attesta al 41 per cento. (qui i dati completi).
Ma come ha sottolineato il Rettore davanti ai giornalisti: "se anche non ci fosse un posto di lavoro che fa per loro, noi intendiamo fornire le competenze per permettere ai nostri laureati di crearlo e di affrontare i rischi che ne conseguono". E probabilmente sta proprio qui il perno di tutto. Perché gran parte degli studenti vorrebbe evitare i rischi del futuro, mentre ogni ateneo che si rispetti deve più intelligentemente fornire gli strumenti per affrontarli al meglio.

Sul tema dei rischi si è incentrato anche il preside di informatica Pekka Abrahamsson, raggiunto al termine di una delle performance di comunicazione che lo hanno reso famoso: "Innanzitutto è l'Università a doversi prendere dei rischi ed avere obiettivi ambiziosi, i nostri studenti devono solo cogliere delle opportunità".
Il concetto è riassunto nel motto con cui la facoltà di Informatica si è presentata all'Open day è: "We are different - And we would like to make the difference for you” (Noi siamo differenti e ci piacerebbe fare la differenza per voi). Questo approccio ha effettivamente un vantaggio, perchè non solo è accattivante, ma motiva gli studenti più "originali" a farsi avanti. Coloro che preferiscono "volare basso" o usare l'università come un parcheggio in attesa di meglio, probabilmente si dirigeranno verso altre facoltà o altri atenei.
Detto tutto questo, però, il migliaio di studenti che ha affollato l'Open day, era, soprattutto, alla ricerca di risposte di tipo pratico. Per esempio, molte famiglie, in gran parte italiane, hanno visitato con particolare attenzione gli studentati "sono venute a vedere dove dormiranno le loro figlie" ha malignato qualcuno. Mentre, ovviamente, gran parte delle informazioni erano rivolte a tranquillizzare chi era spaventato dal "trlinguismo" caratteristica peculiare di Unibz. Ad una prima occhiata gli stranieri, tra cui molti dell'Est Europeo, ha raggiunto Bolzano proprio per la possibilità di finire gli studi universitari parlando tre lingue, italiano, tedesco ed inglese, mentre qualche titubanza in più è stata rilevata negli studenti sudtirolesi e italiani.

Non va dimenticato, infine, che l'Open day è solo il "clou" delle attività che Unibz rivolge ai futuri studenti, come ha spiegato Mario Christian Burg dell'ufficio marketing: "Questa è l'occasione per conoscere l'Università nel suo complesso, culmine di un lavoro di mesi e di presentazione in molti licei. Ma chi volesse conoscerci meglio, può sempre venire in un normale giorno di lezioni e troverà le risposte ad ogni dubbio (cfr qui)".