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Oltre la dipendenza

Gioco d'azzardo, la psicoterapeuta Doris Thaler (Bad Bachgart): "Fondamentale lavorare sui pensieri irrazionali, sui debiti e soprattutto sulle relazioni".
Doris Thaler, Bad Bachgart
Foto: OEW/zebra.

La psicoterapeuta Doris Thaler lavora a Bad Bachgart, un centro terapeutico per le dipendenze e i disturbi psicosomatici a Rodengo. Parte del suo lavoro, è anche il trattamento della dipendenza da gioco d’azzardo.

Quante persone ospitate nel vostro centro?

Doris Thaler: In passato abbiamo ospitato fino a 35 pazienti dipendenti da gioco l’anno: un numero elevato se pensiamo che il nostro reparto per le dipendenze conta 30 posti. Ci occupiamo anche di dipendenza da alcol e farmaci. Di recente, i numeri sono calati a causa della pandemia: gli ambulatori lavorano con gli utenti a distanza e per mesi le sale da gioco erano chiuse. Al momento ospitiamo tre giocatori.

Come si cura una dipendenza?

A Bad Bachgart le terapie si basano su colloqui individuali e gruppi terapeutici. Lavoriamo anche con la terapia della consapevolezza, della scrittura, attività sportiva, rilassamento, terapia d’arte, terapia con i cavalli. L’obiettivo è conoscere se stessi e trovare delle alternative alla dipendenza. Uno dei problemi del giocatore patologico è la difficolta nel gestire la noia e, un lavoro fondamentale è riuscire a portare a termine quanto ci si prefissa.

E nel caso specifico della dipendenza da gioco?

Nel nostro centro abbiamo anche un “gruppo-giocatori”, dove approfondiamo gli argomenti più specifici: il pensiero magico, le situazioni economiche, le conseguenze causate dal gioco e le ricadute. Prima della pandemia un gruppo di ex giocatori dava vita a un gruppo di mutuo-aiuto. Le persone ricoverate avevano quindi la possibilità di rispecchiarsi nelle esperienze degli altri.

 

Qual è l’obiettivo principale del processo terapeutico?

Le persone devono porsi l’obiettivo di cambiare qualcosa nella loro vita, capire perché sono caduti nella dipendenza e trovare quindi delle strategie per gestire i momenti di rischio. Questo significa risolvere i problemi collaterali. Per un giocatore è difficile ammettere di avere dei debiti e distoglierlo dalla convinzione che, con una grande vincita, risolverà i suoi problemi. È quindi fondamentale lavorare sui pensieri irrazionali, sui debiti e soprattutto sulle relazioni.

Come capire se si tratta di dipendenza?

La dipendenza si ha quando una persona gioca più di quello che ha e comincia a ingannare le persone. Il giocatore spesso fa prestiti, manipola le persone vicine. All’inizio chi gioca d’azzardo spera di vincere qualcosa. A un certo punto non è più la vincita l’obiettivo, ma la ricerca dell’adrenalina e il momento di evasione.

Il gioco d’azzardo è monopolio di Stato: cosa potrebbe fare la politica?

In provincia qualcosa è stato fatto, come per esempio l’introduzione della distanza minima delle sale giochi dalle scuole. Molti comuni hanno allontanato le sale dai centri e le slot machine sono state tolte dai bar. Un aspetto su cui intervenire è la possibilità che la macchina si spenga per 20 minuti dopo un tempo prestabilito.

Cosa fare quando si sospetta una dipendenza?

È importante che le persone si rivolgano ai servizi: questo vale sia per le persone dipendenti, ma anche e soprattutto per i familiari, che solitamente sono i primi a vedere il problema. Spesso pero, anche loro entrano in una condizione di co-dipendenza: coprono i buchi finanziari, mentono per il familiare. Quando smettono di farlo e pongono la persona cara davanti al problema, allora questa ricorre all’aiuto.

 

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