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Apollo 10 1⁄2: A Space Age Childhood

Tutti conoscono la storia del primo uomo sulla luna ma quanti hanno sentito quella del ragazzo che ci è andato prima di lui? Il quasi-memoir di Richard Linklater.
Apollo 10 1⁄2: A Space Age Childhood
Foto: Screenshot

Nostalgia is in the air. A 16 anni da A Scanner Darkly, Richard Linklater torna al cinema d’animazione per raccontare un viaggio sul viale dei ricordi - abilità certificata del regista di Boyhood - attraverso gli occhi di un bambino, a metà fra l’autobiografia e la fantasia, al culmine della corsa allo spazio tra USA e Unione Sovietica.

Cos’è

Apollo 10 1⁄2: A Space Age Childhood (disponibile sulla piattaforma Netflix) ruota intorno al primo sbarco sulla Luna raccontato da due punti di vista: quello dei protagonisti della missione spaziale e quello di un ragazzino di quarta elementare, Stan (doppiato da Jack Black nella versione adulta), che insieme a più di 600 milioni di persone in tutto il mondo ha seguito lo storico allunaggio dell’Apollo 11 tra il 20 e il 21 luglio 1969, sognando di poter viaggiare un giorno nello spazio.

Stan - la controfigura semi-romanzata di Linklater - è il più piccolo di sei figli e vive con la famiglia a El Lago, sobborgo di Houston in Texas, a due passi dalla NASA dove il padre lavora come responsabile delle spedizioni. Da qui parte la sua avventura, o meglio, il suo sogno lucido: viene incaricato di andare sulla Luna da due agenti in un’operazione top secret del Governo denominata “Apollo 10½”. A quanto pare gli ingegneri hanno accidentalmente costruito un modulo lunare troppo piccolo quindi per testarlo, prima del lancio ufficiale di Armstrong, Collins e Aldrin, serve qualcuno che abbia la corporatura di un ragazzino di dieci anni e Stan è il prescelto.

Prima di rivelarci come andrà a finire la missione, Linklater ci mostra com’era essere un bambino nella periferia di Houston alla fine degli anni ’60. Un revival, carico di dettagli e riferimenti pop dell’epoca, fatto di film al drive-in, serie in tv, giochi nel cortile della scuola, corse in bicicletta, barbecue in giardino, scherzi telefonici.
Il tutto raccontato attraverso il rotoscoping (una tecnica d’animazione che consiste nel girare dal vero tutte le sequenze e successivamente disegnare sui fotogrammi) già usato dal regista per Waking Life e il già citato A Scanner Darkly.

Apollo 10 1/2: A Space Age Childhood | Official Trailer

Com’è

Richard Linklater è un master degli “hangout movies” e cioè, in soldoni, di quei film popolati da personaggi con cui “passare del tempo insieme”, ai quali ci si affeziona, che sono insomma l’attrazione principale del film, dove succedono cose ma la narrazione nella sua accezione tradizionale passa in secondo piano. Apollo 10 1⁄2: A Space Age Childhood è uno di questi film (un altro recente esempio è quello di Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson, ché ogni occasione è buona per citarlo).

Chi è cresciuto negli anni ’60, in un’epoca ossessionata dal domani, sarà certamente solleticato, ma l’effetto nostalgia funziona anche per chi quel periodo non lo ha vissuto, quindi cinque alto a Linklater per aver saputo catturare quella sensazione. È una riflessione unica su un’estate indimenticabile raffinata da un’animazione pregevole e dalla leggerezza di tono.
Questo non è tanto un film sullo spazio (né davvero la storia di un bambino che ha segretamente aperto la strada a Neil Armstrong) quanto sui viaggi nel tempo - dove la vita reale si fonde estaticamente con il sogno - e sulla bellezza della gioventù.

Gli Stati Uniti erano in guerra in Vietnam, le proteste per i diritti civili dilagavano in patria, gli insegnanti istruivano ancora i ragazzi su come nascondersi sotto i loro banchi in caso di emergenza nucleare. Se l’infanzia di Stan è più bella col senno di poi di quanto lo fosse allora, è solo perché è stata ricordata in modo selettivo. Come dice uno dei genitori quando il figlio, esausto dopo una giornata nel parco giochi AstroWorld, si addormenta prima di poter vedere in tv Armstrong mettere piede sulla Luna: “Sai come funziona la memoria. Anche se stava dormendo, un giorno giurerà di aver visto tutto”.

Voto: ***½