Tanti bolzanini che frequentano i laghi di Monticolo e Caldaro avranno sicuramente notato il cantiere, da molti mesi inattivo prima ancora che scoppiasse la pandemia, allestito poco prima del tunnel di San Michele Appiano, all’altezza della zona chiamata Maria del Riposo. Si sapeva che c’erano stati problemi di progettazione e di espropri, a quanto pare però in paese si è sparsa la voce che la colpa delle lungaggini fosse anche della ditta costruttrice, la Gasser srl, che neanche a farlo apposta ha la sede a un tiro di schioppo dal cantiere e non ha gradito per nulla le dicerie dei compaesani che rischiano di macchiare la reputazione di un’azienda familiare fondata nel lontano 1948. Per smentire una volta per tutte le malelingue e fare chiarezza sulla vicenda, i titolari Ivan e Rainer Gasser allora hanno deciso di acquistare uno spazio pubblicitario sull’ultimo numero del Notiziario Comunale di Appiano e Caldaro, lo storico bollettino edito dai due comuni più popolosi dell’Oltradige.
Appalto da 1,4 milioni
“Il cantiere ancora aperto sulla statale all’altezza dell’incrocio con la via Madonna del Riposo – premette l’inserzione – è ancora fonte di meraviglia. Molti abitanti credono che la colpa sia della ditta Gasser, che non sarebbe in grado o non vorrebbe proseguire i lavori nei tempi stabiliti. La verità però è un’altra. Ma andiamo con ordine”.
I Gasser ricordano che poco più di un anno fa il Comune di Appiano li ha incaricati di realizzare la nuova viabilità in zona Madonna del Riposo, con tanto di tunnel ciclopedonale sotto la statale. La delibera di giunta è datata 5 febbraio 2019, l’importo dell’appalto è di quasi 1,4 milioni di euro e la tempistica prevede la fine dei lavori entro dicembre 2019. “Obiettivo ambizioso – dice la ditta – tanto che per rispettarlo ci siamo procurati la forza lavoro necessaria”.
Muro su terreno privato
L’opera pubblica però, commentano i Gasser, è partita subito male. “Per cominciare il Comune ci ha chiesto di partire con i lavori del tunnel non dall’esistente ciclabile, come prevedeva il progetto, bensì dall’altra parte, per poter consegnare prima del previsto l’accesso al proprietario di un terreno confinante. E noi abbiamo fatto fronte alla richiesta con un maggiore impegno in termini di organizzazione e logistica”.
Ma il peggio deve ancora venire: “Durante i lavori di costruzione dei muri di cinta e di sostegno è venuto fuori un grosso problema, ossia che una parte del muro di sostegno era stata progettata su terreno privato. Con il risultato che per un lungo periodo abbiamo dovuto sospendere i lavori senza neanche poter accedere al cantiere, poiché l’unico ingresso era ostruito da mezzi agricoli. Solo in ottobre, ovvero tre mesi dopo, Comune e proprietario si sono messi d’accordo”. Sul sito del Comune risulta infatti avviato e concluso un procedimento di “occupazione d'urgenza ed acquisizione dei terreni mediante esproprio” a carico di Lorenz Werth per un importo pari a 17.000 euro.
Un altro stop
Neanche il tempo di riaccendere le macchine ed ecco che a inizio dicembre viene fuori che un altro muro di sostegno si trova su terreno privato. Le necessarie contrattazioni inducono il Comune a elaborare una variante di progetto, che viene approvata l’11 febbraio 2020 dalla Giunta comunale con assegnazione dei lavori suppletivi per l’importo di 200.000 euro alla ditta Gasser. Intanto però le fondamenta, già pronte per il betonaggio, devono essere smantellate. E così i lavori in questa zona hanno potuto ripartire solamente a fine aprile, ossia dopo quattro mesi e mezzo di stop.
“Tutto questo ha comportato per la nostra azienda un enorme dispendio organizzativo ed economico, non prevedibile quando presentammo l’offerta. A tutto questo si è aggiunta la chiusura forzata del cantiere per un mese a causa del Coronavirus”, affermano Ivan e Rainer Gasser. I quali, oltre al danno, non vogliono incassare anche la beffa di essere ritenuti responsabili del ritardo, per cui hanno deciso di replicare pubblicamente “per rispetto della competenza dei tecnici e dei collaboratori dell’azienda”.
A questo punto i Gasser non si azzardano più a ipotizzare una data per la fine dei lavori: “Non sappiamo quali sorprese ancora ci aspettano”.