Pushkar e Udaipur
In questo articolo voglio parlarvi di due città nelle quali ho fatto tappa durante il mio viaggio in India. Entrambe si trovano nello stato federale del Rajasthan: Pushkar e Udaipur.
Pushkar è situata nel distretto di Ajmer, a metà strada tra Jaipur (145 km) e Jodhpur (186 km).
E’ annoverata come una delle città più antiche dell’India anche se a oggi non si conosce la data esatta della sua edificazione. Oltre che a essere antichissima, Pushkar è una città dove la spiritualità induista si percepisce costantemente nell’aria.
Secondo la tradizione Pushkar è nata per mano di Brahma, il dio a capo del Pantheon induista, in seguito alla battaglia con un demone di nome Vajra Nabh. Dopo la sconfitta di quest’ultimo, che Brahma riuscì ad uccidere con l’aiuto di un fiore di loto, tre petali caddero dal fiore e una volta posatisi a terra, diedero vita ai tre laghi di Pushkar. Diverse sono le versioni di tale leggenda, alcune narrano che i laghi non nacquero dai petali ma dalle lacrime di Brahma. Ne consegue che Pushkar è ritenuta una delle città più sacre dell’India ed ospita anche uno dei pochissimi templi al mondo dedicati a Brahma.
Una delle cose infatti che non si può fare a meno di ammirare, oltre ai templi, ai santuari e agli altarini che Pushkar possiede, sono i bagni rituali che gli induisti fanno emergendosi nel lago centrale, nonché luogo più importante della città assieme al tempio dedicato a Brahma. Sono decine i ghat (scalinate) di pietra bianca che partono dalle strade e scendono alle acque del lago, così da permettere ai fedeli di fare la puja (bagno rituale).
Lo spettacolo a cui si assiste è straordinario: i sari variopinti dei fedeli, la luce del sole che si riflette sulle scalinate bianche, i colori delle case che si riflettono nel lago. Questa mistica sacralità si mescola alle tradizioni che circondano i fedeli e i viaggiatori in qualsiasi ora del giorno, con le mucche, simbolo della cultura indiana per eccellenza, sempre presenti in ogni luogo della città.
Udaipur
Udaipur invece è molto più recente della vicina Pushkar, è stata fondata nel 1553 da Maharana Udai Singh II (da cui prese il nome), nella fertile valle circolare Girwa, a sud-ovest di Nagda, sul fiume Banas e nelle vicinanze di ben sei laghi.
Per il colore di molti dei suoi edifici, Udaipur è soprannominata anche “La città bianca” ma non solo, infatti le persone si riferiscono a Udaipur chiamandolo anche “la città dei laghi” o la “Venezia d’Oriente”. Udaipur è celebre infatti, oltre che per la sua storia e la sua cultura, anche per i suoi meravigliosi palazzi dell’era Rajput (uno dei maggiori gruppi della casta induista Kshatriya le cui origini sono legate al Rajputana, antico nome del Rajasthan) alcuni dei quali sono stati trasformati in alberghi di lusso.
Udaipur ha un fascino senza paragoni: i fantastici palazzi, i templi, havelis (residenze nobiliari tradizionali, riccamente decorate) e le innumerevoli stradine strette e tortuose aggiungono una minuziosa ed elegante impronta umana al fascino naturale della città.
Già nel 1829 la città venne definita come “il luogo più romantico del continente indiano” dal colonnello James Tod, primo agente politico della Compagnia delle Indie Orientali della regione.
Da allora, Udaipur non ha mai smesso di affascinare i suoi visitatori. L’immagine che più mi è rimasta impressa, sono i palazzi affacciati sul fiume che dal bianco candido cambiano di tonalità fino a diventare di un arancione caldo seguendo le sfumature del sole che tramonta.
Oggi purtroppo questa atmosfera rischia di essere rovinata dai tanti hotel, sempre più alti, che competono per la migliore vista.
Nonostante i problemi legati alla sua crescita, da molti Udaipur è considerata tra le città più belle dell’India e ospita affascinanti edifici, veri gioielli architettonici, come l’imponente City Palace, il Jag Mandir e il Monsoon Palace.