Society | Migranti

L'incentivo è la soluzione

Oggi la Giunta ha manifestato l'intenzione di non prediligere l'allestimento di corsi esclusivi: i bambini verranno incentivati alla lingua gradualmente e all'interno del percorso scolastico. Per farlo verranno raddoppiati i fondi per i centri linguistici.
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Foto: Salto.bz

Niente scuole-ghetto né isolamento: sull'inserimento linguistico e sociale per i bambini con background migratorio sta prevalendo un orientamento diverso. Dopo le polemiche delle scorse settimane, oggi la Giunta provinciale ha deciso di puntare tutto sul cavallo dei centri linguistici. Centri che già svolgono un lavoro intenso sul territorio, seguendo più di 1.200 bambini l'anno, sia a scuola che nel tempo libero, ma il cui operato si intensificherà sempre più, grazie allo stanziamento di nuovi fondi.

Fritz Hofer, insegnante e membro del comitato di gestione dei centri linguistici, ritiene che questo sia un buon punto di partenza: "Oggi è stata formulata l'intenzione da parte delle istituzioni di dialogare e con i centri linguistici e aumentare il loro lavoro sul territorio". La decisione si concretizzerà, in forma definitiva, il 29 di questo mese. I centri linguistici svolgono già una funzione importante, come racconta Hofer. "Su richiesta di singole scuole o di scuole in rete tra di loro organizziamo corsi di incentivazione alla lingua per i vari livelli, ma le nostre forze non bastano". Sì, perché i 35 insegnanti attivi fino ad ora riescono ad accompagnare i bambini solo nelle fasi di principiante e principiante assoluto; livelli più alti, come quello progredito e di lingua scolastica, non sono coperti. Al contrario i bisogni crescono sempre di più, tenuto conto che negli ultimi sei anni i bambini stranieri nelle scuole dell'Alto Adige sono passati da quota 5.734 a quasi quota 9.000. "Fortunatamente non tutti hanno bisogno di imparare la lingua – commenta Hofer –, però è significativo il fatto che ai corsi estivi per il 2013, che si terranno negli ultimi giorni di agosto, si siano iscritti ben 1.800 bambini".

Se la decisione della giunta si concretizzerà, questo genere di necessità verrà coperta sempre di più durante l'anno scolastico, attraverso un arricchimento dell'offerta formativa. All'interno dell'orario scolastico i bambini stranieri che conoscono poco o nulla la lingua verranno invitati a “saltare” alcune ore scolastiche per dedicarsi ai corsi di lingua. Gradualmente questo processo si sposterà fuori dall'orario scolastico, lasciando più spazio alle materie curricolari. "Gli alunni iscritti alla scuola dell'obbligo frequenteranno le regolari lezioni: non saranno sempre da noi. Altrimenti quel fattore importante che è la socializzazione andrebbe perduto. Isolare i bambini stranieri in classi linguistiche – prosegue Hofer – sarebbe stata un'idea non solo fuori dal contesto normativo italiano, ma anche fuori dalle direttive europee".

Questo progetto non è però privo di difficoltà. "Non riusciremo a coprire tutto il territorio: se ad esempio a Moso dovesse esserci la necessità di un corso di lingua per due soli bambini non potremmo certo intervenire. Qui è importante che sia la famiglia a valutare le condizioni, e prendere la decisione migliore per l'istruzione dei propri figli", conclude l'insegnante.