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Europa, che storia!
Foto: Medienfriz
Partire alle 3 del mattino per andare verso Bruxelles può sembrare un viaggio d'altri tempi. Il "torpedone" da 53 posti invece che l'aereo, quando Bruxelles è ben servita da Orio al Serio, Verona o Venezia. Ma il "vecchio" viaggio in corriera aiuta a socializzare e a vedere anche altri aspetti, che altrimenti verrebbero, fisicamente, sorvolati. A Scy-Chazelles, pochi km da Metz, nel dipartimento francese della Mosella, c'è la casa-museo dedicata a Robert Schuman, uno dei padri fondatori dell'Unione Europea. A lui è legata la data del 9 maggio 1950, con la dichiarazione che ha avviato il percorso di integrazione europea. Il 9 maggio viene celebrato ogni anno come giornata dell'Unione Europea.
Fra la chiesa di Saint Quentin, dove Schuman è sepolto e la vicina casa dove ha trascorso gli ultimi anni di vita c'è un gruppo di statue dei padri fondatori dell'Unione Europea, che raffigura il trentino Alcide De Gasperi, i francesi Jean Monnet e Robert Schuman, il tedesco Konrad Adenauer.
Pur essendo stato per breve periodo primo ministro transalpino e per 5 anni Ministro degli esteri, è riduttivo definire Schuman "francese". Robert infatti è nato in Lussemburgo (la sua casa natale è a poca distanza dagli uffici dell'Unione Europea a Lussemburgo) ed ha avuto per un periodo la cittadinanza tedesca, come altri nel cuore dell'Europa fra Francia e Germania. Una zona che tedeschi e francesi si sono contesi tra il 1870 ed il 1945 più volte in sanguinose guerre. Questa plurinazionalità e capacità di muoversi fra ambienti culturali diversi è ancor oggi fondamentale vedendo anche provenienze ed esperienze di molti funzionari europei.
Schuman nacque nel 1886 a Lussemburgo e nel 1963 morì sulle colline di Metz. Accanto ad un museo, inserito nel Patrimonio culturale europeo, con una sezione dedicata alla spiegazione del funzionamento dell'Unione ed una zona nella quale vi sono le fasi della vita di Schuman collegate al processo di unificazione comunitario, si possono ammirare anche un ricco giardino esterno (con musiche e testi degli inni nazionali dei 28 Paesi membri) e l'abitazione privata di Schuman, dove il tempo si è fermato al 1963.
Nell'abitazione dello statista si è riusciti a recuperare gran parte dell'arredamento del tempo. Dalla cucina fino all'ufficio con la scrivania ed alcune lettere scritte a macchina. A piano terra anche l'auto di Robert Schuman, anche se il politico non guidava, ma andava in giro con un autista. Oppure di ritorno da Parigi in treno si faceva dare un passaggio fino a casa, facendo autostop.
Schuman dal 2004 è Servo di Dio e negli anni Quaranta e Cinquanta fu amico di Angelo Roncalli, allora nunzio apostolico a Parigi, che divenne in seguito Papa Giovanni XXIII.
Da De Gaulle Schuman veniva considerato "il tedesco", infatti Robert non ebbe funerali di Stato. Viveva una vita modesta e negli ultimi anni della sua vita era dedito alla preghiera assieme alle vicine suore. Tra i documenti esposti al museo un telegramma di auguri da parte di Konrad Adenauer. Una curiosità, alla quale forse i lettori di Salto Europe sapranno dare risposta, perchè Adenauer scriveva i sostantivi tedeschi in minuscolo? Anticipava il linguaggio di Sms e Whatsapp?
La mission impossible di costruire una storia comune
Quasi mille km di pullman e al giorno seguente ci attende un'altra esperienza che molti gruppi vivono a Bruxelles. La casa della storia europea è un abile sforzo di cercare di costruire una storia del continente in maniera critica. Anche se il governo polacco ha qualcosa da ridire... Il museo si può visitare con tablet e cuffiette in autonomia, oppure attraverso una visita di gruppo che parte dalla Rivoluzione francese e termina con le 80mila pagine dell'acquis comunitario: le norme alle quale un Paese deve adeguarsi per poter percorrere il percorso di inclusione all'interno dell'Unione Europea.
Critica la parte che tratta il colonialismo e le idee di supremazia dell'"uomo bianco" fino ai totalitarismi ed ai sanguinosi conflitti mondiali. Quindi il lento cammino di ricostruzione, con l'originale belga dei Trattati di Roma del 1957. Per portarvi al Parlamento europeo, poco lontano, vi faccio aspettare una settimana...
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