Culture | Fino al 28 novembre

Still parola alla fotografia

Alla galleria Foto forum di Bolzano l’attualità del tema della natura morta negli scatti di 40 autori
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.

Ciò che rende la fotografia un mezzo espressivo diverso da tutti gli altri è l’atteggiamento di chi la guarda, il suo cedere spesso (anche solo inconsciamente) alla tentazione di pensare “è”, “è questo”, “è quello”. La presunzione di realtà con la quale ci avviciniamo ad ogni scatto anche nell’epoca del ritocco fotografico, è dura da sconfiggere, e non va mai sottovalutata. Quella della fotografia poi è una storia a sé, che all’inizio si è sviluppata in concorrenza con la pittura, espressione con la quale condivide temi ed elementi costitutivi. Pensiamo a quello della natura morta - “xenia” per gli antichi greci, ovvero ospitalità e quindi “doni ospitali” - che sul piano concettuale ha costituito un passo importante, spostando l’attenzione esclusiva nei confronti dell’uomo, agli oggetti ed elementi del mondo che lo circondano, visti come soggetti a sé, capaci di esprimere concetti e valori estetici autonomi, indipendentemente dal loro scopo d’uso. In pittura dobbiamo aspettare l’arrivo della modernità perché al tema della natura morta venga assegnata pari dignità rispetto agli altri soggetti accademici (pittura sacra, di storia, ritratto, paesaggio), spostandolo definitivamente dall’ultimo gradino che da sempre gli era stato assegnato. Diverso il destino della natura morta nel campo della fotografia, ambito nel quale ha sempre svolto un ruolo di primo piano, fin dalla nascita del mezzo, dati i lunghi tempi di posa necessari per le iniziali carenze tecniche, che rendevano gli oggetti inanimati dei soggetti ideali.

 

Fino al 28 novembre, alla galleria Foto forum di Bolzano, la mostra “Still” propone una selezione di scatti realizzati da 40 fotografi che, mentre offrono una panoramica sui diversi approcci al mezzo fotografico che caratterizzano il panorama attuale, mostrano la complessità dello sviluppo del tema della natura morta all’interno della fotografia contemporanea e la sua ancora grandissima attualità. Ognuna delle immagini presenti in mostra è stata selezionata dall’autore e proposta come particolarmente rappresentativa del proprio lavoro, quello che ne nasce è un panorama fresco e articolato, nel quale trovano spazio posizioni anche molto diverse. Lo stretto legame del tema con la storia della pittura è reso evidente dal lavoro di Giovanni Castell, fotografo che da sempre attinge a piene mani dalla storia dell’arte, arrivando fino alla citazione, elaborando immagini raffinatissime, come quella in mostra, Aporia 35, parte di un ciclo più ampio di scatti, nel quale una serie di scene di interni viene investita da un forte senso di minaccia incombente. Le fotografie di Castell sono emblematiche per tornare alla sensazione ingannevole dell’ “è questo” “è quello”, perché ampiamente manipolate (in modo più o meno evidente), e quindi volutamente contrastanti con il falso senso di documentazione del reale insito nella lettura abituale del mezzo fotografico.

Do we need all this è il titolo dello scatto datato 2006, proposto da Brigitte Niedermair, fotografa di origine meranese, resa internazionalmente nota da scatti come l’Ultima cena, Oukhet-sister e Let’s Get Married, lavoro del 2008 incluso in un installazione per Museion all’Eurac tower. E il raffinato senso compositivo e la maestria del colore - componenti irrinunciabili nel lavoro di Niedermair - sono ben rappresentate dal lavoro in mostra in questi giorni a Bolzano. Tra gli autori degli scatti anche il celebre artista cinese Shen Wei, consulente creativo nel 2008 per la cerimonia di apertura della Olimpiadi di Pechino, che ricorrendo a fotografia, pittura e performance mette in comunicazione il suo mondo di origine, con quello occidentale della sua formazione come ballerino a New York, che a Bolzano presenta l’emblematico lavoro del 2012 Self-Portrait (Burn).