Society | Intervista

"Divora le risorse di cui si nutre"

Il Consiglio Regionale Unipol (CRU) ci invita a riflettere sullo sviluppo turistico (e non) delle aree montane. Il convegno, moderato dalla presidente Doriana Pavanello, si svolgerà a Bolzano il 25 ottobre.
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Foto: Oliver Plattner
  • “Un convegno che si pone l’obiettivo di riflettere sulle ricadute dell'overtourism sul territorio e di interrogarsi sulle possibili azioni da intraprendere per tutelare le comunità locali, le future generazioni e la biodiversità”: è questo lo scopo dell'evento organizzato dal Consiglio Regionale Unipol (CRU) che si terrà a Bolzano il 25 ottobre di quest'anno.

    Il convegno, che ha ricevuto il supporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS) si svolgerà presso la Scuola professionale “Einaudi” di Bolzano dalle ore 9:30 alle 12:30. 

    A moderare l'evento sarà Doriana Pavanello, presidente del CRU di Bolzano. In vista del convegno, SALTO ha intervistato la presidente, anticipando alcune delle tematiche in questione.

  • Doriana Pavanello: presidente del CRU di Bolzano Foto: CGIL

    SALTO: Il titolo del convegno organizzato dal CRU è “Rispettare la montagna, lavoro, ambiente e futuro”. Ci può spiegare questo legame tra lavoro, ambiente e futuro relativo alla montagna?

    Doriana Pavanello: L'obiettivo di questo evento non è fornire soluzioni facili, ma strumenti di comprensione su una questione molto complessa che riguarda la necessità di pensare a un modello di sviluppo rispettoso delle zone montane. Per questo motivo abbiamo invitato relatrici e relatori in grado di offrire spunti su come affrontare la questione del turismo dentro un quadro di sostenibilità sociale e ambientale. La domanda da porsi è se sia corretto continuare a puntare su uno sviluppo così impattante come lo vediamo oggi, che, sebbene remunerativo, distribuisce i benefici a poche persone, sfruttando e mercificando allo stesso tempo i beni comuni come la montagna, i paesaggi e le tradizioni. A lungo andare, possiamo pensare di mantenere questo ritmo di sviluppo per la montagna che divora le risorse di cui si nutre?

    La sua risposta a questa domanda sembra essere negativa.

    Infatti, la risposta è no, non possiamo. Ci sono però altre strade che sono già state percorse in altre realtà e che tengono in considerazione non solo le aspettative dei turisti e delle turiste che pagano, ma anche quelle di chi vive e lavora in queste località. Se non coinvolgiamo i cittadini e le cittadine nella discussione su quale modello di turismo vogliamo, rischiamo di arrivare al rifiuto totale di qualsiasi attività turistica. In Alto Adige siamo sempre stati famosi per i "Zimmer frei", ma questo patrimonio fatto da piccole strutture legate al territorio sta perdendo terreno a favore di grandi strutture alberghiere e di AirBnb. Così però si finisce per perdere un rapporto più diretto con l'ambiente, il territorio, con le persone, i loro modi di vita e con tutta una serie di altre esperienze. Penso sia necessaria un'azione decisa per risanare questo rapporto: ad esempio stabilire un limite di posti letto senza poi cedere alle deroghe, si potrebbero definire dei livelli essenziali di prestazioni di servizi specifici per le popolazioni che vivono in  montagna, in modo che questi luoghi siano confortevoli non solo per i turisti e le turiste che trovano alberghi e ristoranti rinomati e funivie che portano in luoghi irraggiungibili per il turista medio, ma soprattutto  per chi ci vive.

    Oltre alla popolazione, bisogna preoccuparsi anche della preservazione del paesaggio e dell'ambiente montano. L’ambiente alpino è già messo a dura prova dai cambiamenti climatici. Non mi sembra però che le scelte politiche attuali, siano orientate alla sua conservazione. Contrariamente si assiste alla proliferazione di impianti di risalita e all'ampliamento di piste da sci - anche a basse quote dove, a causa dei cambiamenti climatici, si dovrà ricorrere all'innevamento artificiale con grande dispendio di risorse idriche.

    La tematica verrà dunque affrontata in un'ottica molto ampia, cosa che si riflette anche nel panel di relatori e relatrici che sono stati*e invitati*e all'evento. Tra questi, ci saranno l'attivista Elisa Sermarini dell'associazione Libera, il presidente del CAI Carlo Alberto Zanella, ma anche il paleontologo Herwig Prinoth. Come è stato costruito il panel?

    Sermarini e Zanella terranno un discorso riguardante il consumo delle risorse di cui abbiamo parlato in precedenza. Il paleontologo Herwig Prinoth, invece, potrebbe sembrare una presenza inaspettata per un evento del genere. Eppure non è così! Prinoth parlerà di una grande catastrofe climatica avvenuta milioni di anni fa che presenta molte analogie con quanto sta accadendo oggi in ambito ambientale.  Mentre 252 milioni di anni fa la catastrofe climatica è avvenuta a causa di un'emissione straordinaria di CO2, provocata dall'eruzione di vulcani, in questa epoca è l'attività umana a riprodurre le condizioni per andare incontro a una catastrofe simile. Quindi, non si può negare che i cambiamenti climatici siano già avvenuti, ma con Prinoth proveremo a capire che tipo di cambiamenti stiamo affrontando: di che entità, di quale portata e quali conseguenze avranno. 

  • Il patrimonio culturale delle Dolomiti: "Beni comuni come la montagna vengono sfruttati e mercificati", spiega Pavanello. Foto: Giuseppe Milo/Flickr

    La tematica verrà dunque affrontata in un'ottica molto ampia, cosa che si riflette anche nel panel di relatori e relatrici che sono stati*e invitati*e all'evento. Tra questi, ci saranno l'attivista Elisa Sermarini dell'associazione Libera, il presidente del CAI Carlo Alberto Zanella, ma anche il paleontologo Herwig Prinoth. Come è stato costruito il panel?

    Sermarini e Zanella terranno un discorso riguardante il consumo delle risorse di cui abbiamo parlato in precedenza. Il paleontologo Herwig Prinoth, invece, potrebbe sembrare una presenza inaspettata per un evento del genere. Eppure non è così! Prinoth parlerà di una grande catastrofe climatica avvenuta milioni di anni fa che presenta molte analogie con quanto sta accadendo oggi in ambito ambientale.  Mentre 252 milioni di anni fa la catastrofe climatica è avvenuta a causa di un'emissione straordinaria di CO2, provocata dall'eruzione di vulcani, in questa epoca è l'attività umana a riprodurre le condizioni per andare incontro a una catastrofe simile. Quindi, non si può negare che i cambiamenti climatici siano già avvenuti, ma con Prinoth proveremo a capire che tipo di cambiamenti stiamo affrontando: di che entità, di quale portata e quali conseguenze avranno. 

    Parteciperanno inoltre Denise Ganthaler dell’Istituto di ricerca per il lavoro (IPL) e Elena Covi di CoopBund. 

    Con Denise Ganthaler, vorremmo aprire una discussione su cosa significhi lavorare nel settore turistico: si dice che il turismo crei posti di lavoro, ma vorremmo capire che tipo di posti di lavoro genera e a quali condizioni. 

    Elena Covi di CoopBund, invece, ci mostrerà due esempi di buone pratiche attraverso due brevi filmati. I video racconteranno le esperienze di piccole comunità che hanno messo in piedi attività turistiche rispettose del territorio, dell’ambiente e delle tradizioni della montagna. 

    A chi è rivolto l'evento? 

    Ci aspettiamo ovviamente un pubblico interessato ai temi che proponiamo e che si sia già posto qualche domanda sull’opportunità di porre qualche limite alla massificazione turistica delle nostre montagne. 

    L'incontro si terrà presso la scuola professionale Einaudi di Bolzano. Questa è una scelta consapevole per coinvolgere anche gli alunni e le alunne dell'istituto? 

    All’evento saranno presenti anche alcuni*e alunni e alunne dell’istituto. Conserveremo del tempo per interventi e domande da parte loro.

     

    Il disagio della popolazione è ormai evidente.

     

    Non sono stati invitati*e rappresentanti della politica e delle istituzioni. Perché?

    Abbiamo scelto di non invitare nessun rappresentante istituzionale. I problemi creati dalla massificazione turistica, sono già evidenti. L’estate scorsa si è verificato quasi un “sollevamento di popolo” se così vogliamo chiamarlo contro il turismo di massa. È nato un movimento contrario al turismo, con slogan come “tourists go home”. Il disagio della popolazione è ormai evidente. Quindi la politica dovrebbe sapere benissimo che la progettazione di un modello di sviluppo rispettoso dell'ambiente (in questo caso, della montagna) e dei bisogni delle popolazioni è un impegno non rinviabile. 

    In tutto questo, qual è il ruolo del CRU Bolzano, il Comitato Regionale Unipol? 

    Nati negli anni '70, quando le rivendicazioni sociali erano un elemento vivo in tutto il tessuto sociale e con l’obiettivo di creare un legame con i territori, i Comitati Regionali Unipol sono organismi composti dalle organizzazioni sindacali e datoriali, come la CGIL, la Confesercenti, Libera, la CNA e altre associazioni socie.  Oggi la nostra ragione d'essere è quella di sostenere i 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030 sullo sviluppo sostenibile. 

  • Programma dell'evento: L'evento si svolgerà alla scuola professionale "Einaudi" di Bolzano dalle ore 9:30 alle 12:30 del 25 ottobre. Foto: CRU