Culture | IN MOSTRA

Fossili Urbani

La mostra ospitata al Muse di Trento fino al 28 febbraio ci invita a riflettere sulle tracce lasciate dall'attività umana sulla terra, sulle nostre impronte.

Stavo riflettendo su quanto noi uomini lasciamo sul nostro cammino (in senso figurato) facendo paragoni con altri esseri viventi, mentre aspettavo un amico su un marciapiede romano […] “Ma che fai chinata a terra?”, mi chiede l'amico arrivato nel frattempo. Avevo notato un bottone ed un cerotto rimasti “intrappolati” nell'asfalto sotto i miei piedi [...] “Ho trovato un fossile urbano!”. *

Con queste parole la fotografa Francesca Cirilli - Viareggio 1982, laurea triennale in fotografia presso lo IED di Torino, master in storia contemporanea presso l'università di Pisa- descrive il momento in cui conia il termine che determinerà il suo lavoro per alcuni anni e culminerà nella mostra itinerante aperta in questi giorni a Trento.

Esploriamo l'esposizione presentando i testi che la fotografa stessa e Stefano Riba insieme ad altri autori hanno scritto per Fossili Urbani, progetto che è stato curato da Francesca insieme ai paleontologi e geologi Massimo Delfino, Francesca Lozar e Marco Giardino.

Un giorno, avrò avuto sei o sette anni, ero con i miei genitori sulla balconata del Gianicolo. Sotto di noi il panorama di stratifiazioni millenarie chiariva perché la chiamano la Città Eterna [...] **

Partendo da un'immagine apparentemente casuale tratta dalla vita quotidiana Francesca Cirilli avvia una serie di riflessioni riguardanti il rapporto tra arte e scienza, la nostra impronta ecologica, la stratigrafia dei resti delle attività umane leggibilie nelle nostre città. Ricordiamo che al giorno d'oggi più del 50% della popolazione mondiale vive in aree urbane in un'era geologica chiamata antropocene in cui è l'essere umano il fattore determinante nelle modifiche territoriali, strutturali e climatiche che investono il pianeta. 

Quello che intendevo domandare era altrimenti formulabile così: fino a dove può spingersi l’uomo nel costruire i suoi monumenti? Riuscirà mai a edificare qualcosa di ‘eterno e inscalfibile’ come una montagna? Potrà mai rivaleggiare con i tempi delle ere geologiche e con la vastità della natura e dell’universo? **

Tornando alle parole della fotografa viareggina, esploriamo il significato del nelogismo da lei coniato.

Con il concetto di “fossile urbano” potevo trattare attraverso un linguaggio che mi è proprio (quello fotografico) una serie di tematiche per me di primaria importanza. Un'immagine semplice intorno a cui si possono sviluppare riflessioni legate ai problemi ambientali, e in particolare alla questione dei rifiuti, ai temi del consumo e del consumismo, del modo di vivere, organizzare e osservare lo spazio, della rapidità crescente che regola i tempi della nostra vita e del nostro rapporto con gli oggetti, con la natura e con il mondo in generale. *

Sono stato a Rovereto per vedere le orme dei dinosauri, sull’altopiano del Mondeval per osservare i fossili nel loro ambiente naturale, poi a Selva di Cadore per visitare il Museo Civico della Val Fiorentina che ne conserva una vasta collezione [...] Alla creazione seguiva l’esposizione e a questa succedeva la conservazione e, in fine, la memoria. Queste due ultime circostanze sono da sempre le più incerte. Se il problema della conservazione dell’arte contemporanea è un tema dibattuto da artisti, filosofi e restauratori, le dispute su ciò che rimarrà per le generazioni future rientrano nel campo della preveggenza se non dell’i- gnoto più assoluto. **

Così scienza e fotografia, in maniera ironica e giocosa, sono confluite in una serie di immagini che è andata avanti nel tempo e continua ad ampliarsi ad anni di distanza dal primo “ritrovamento”. Nonostante la mia ricerca fotografica si muova adesso su terreni e binari stilistici un po' diversi, continuo a raccogliere nuovi pezzi di questa serie, che si arricchisce e acquisisce con il passare del tempo sviluppi e sfumature ulteriori. Ad esempio, in una fotografia del 2008 si vede una parte di un noto modello di telefono cellulare, molto diffuso prima dell'arrivo degli smartphones; nel 2015, dopo soli sette anni, quel modello sembra ormai antico, obsoleto, come saranno tra pochi anni molti degli oggetti che oggi accompagnano le nostre vite e ci sembrano indispensabili. *

La storia non è solo un susseguirsi di eccezionali trionfi e scoperte, ma anche un lungo elenco di testi- monianze che aprono profondi interrogativi sull’ec- cessiva fiducia nell’opera dell’uomo [...] Fossili urbani compie la stessa azione critica mettendoci davanti a due importanti domande: quali saranno i fossili (fisici e metaforici) che stiamo lasciando? Cosa e come sopravviverà tutto ciò che stiamo producendo? [...]  O forse, in una visione meno romantica e più realistica, quando tutto sarà trasformato in un’eterna memoria in codice binario saranno proprio i byte a essere i fossili del futuro. **

 


La mostra trentina è corredata dal concorso #FossiliUrbani in cui gli interessati possono andare a caccia delle tracce lasciate dalle nostre attività qutotidiane per poi inviarli al museo dove saranno esposti. info: mostra

*Testi di Francesca Cirilli, fotografa e ideatrice di Fossili Urbani

**Testi di Stefano Riba