Culture | Innovazione

Cuartel, una centrale per l’arte

L’arte come strumento di crescita e coesione sociale e i metodi partecipati: sono questi gli strumenti messi in atto da Cuartel per creare innovazione sociale.
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Cuartel, un centro per le arti e la cultura. Così definiscono la cooperativa i tre giovani professionisti fondatori della cooperativa sociale Cuartel – Headquarters for Art and Culture. Martha Jiménez Rosano, presidente della cooperativa, ci spiega che con la parola spagnola cuartel, nella sua accezione messicana, si identifica il quartiere generale dove si riunivano i seguaci del rivoluzionario Emiliano Zapata, idealista ed eroe dell’inizio del Novecento che lottò contro l’oppressione dei contadini e per il loro diritto alla terra. Il cuartel (quartiere) era un luogo dove ci si rifugiava per riprendersi, riposarsi e pianificare le strategie della lotta. Metaforicamente quindi la cooperativa Cuartel è un luogo nel quale ci si riunisce, ci si scambiano le idee e si uniscono le forze, un luogo dal quale partire carichi di entusiasmo per diffondere l’arte e la cultura.

Dott.ssa Jiménez, di cosa si occupa la vostra cooperativa?
Di innovazione sociale attraverso l’arte e la partecipazione: progettiamo e realizziamo attività ed eventi culturali con uno scopo sociale, mettiamo in atto processi partecipati e democratici, di apertura e di inclusione sociale attraverso le arti e la cultura. La nostra cooperativa è molto versatile. Dai bisogni concreti del nostro committente (sia istituzioni pubbliche che enti privati) realizziamo il progetto di cui necessitano. In genere i nostri clienti hanno l’obiettivo di coinvolgere un pubblico nuovo, di promuovere il benessere della comunità e del territorio, di accrescere e sviluppare il proprio network attivando nuove relazioni. Noi facciamo da mediatori e facilitatori tra gli uffici pubblici, il privato e la società civile creando un ponte tra le istituzioni e gli attori indipendenti dell’arte. Rivolgiamo i nostri servizi ad enti pubblici, musei, biblioteche, istituzioni culturali ed educative, centri e agenzie di formazione, associazioni culturali, organizzazioni private, fondazioni e imprese commerciali, che vogliono operare secondo un modello di impresa a responsabilità sociale perseguendo una visione di crescita, di sviluppo e innovazione smart ossia sostenibile e inclusiva.

Qual è la vostra 'mission'?
Migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso le arti e la cultura, valorizzare il ruolo dei giovani fornendo loro gli strumenti per poter agire nella società, sviluppando autostima ed empowerment in una visione sia presente che futura. L’arte e la cultura sono beni comuni e sono un diritto di tutti. Per noi è importante sviluppare senso civico nelle persone attraverso l’esperienza e la partecipazione attiva per aumentare la consapevolezza nei confronti del bene comune e del patrimonio artistico, storico e culturale. Un altro dei nostri compiti è far capire l’importanza dell’industria creativa e promuoverla, dal momento che la creatività genera sviluppo sociale e ricchezza economica. Ci interessa che l’Alto Adige diventi un punto di riferimento per l’economia della cultura creativa sia a livello nazionale che europeo. La specificità di questo territorio offre alla nostra provincia un enorme potenziale in questo settore.

A chi si rivolge la vostra attività?
Le nostre attività si rivolgono a tutti i membri della società pluriculturale con un’attenzione particolare ai giovani, alle donne, a persone con background migratorio e a tutti i soggetti che si trovano in una fase transitoria del loro progetto di vita. Il fine è creare insieme opportunità di crescita, di agevolare il loro inserimento nel tessuto sociale e favorire la loro partecipazione attiva come cittadini. Alcune persone hanno bisogno di essere inserite in circuiti che permettano loro di fruire della cultura. Incoraggiamo le persone a sentirsi capaci, a credere in quello che fanno, ad avere voglia di sperimentare. Partecipare in prima persona, anche semplicemente nell’allestimento di una mostra d’arte, e fare cultura sono le chiavi per aprire la mente, creare nuove relazioni e senso di appartenenza.

Mi fa un esempio concreto di un vostro progetto?
Nella primavera 2014 abbiamo lanciato il percorso partecipativo “Giovani artefici del futuro” nell’ambito di “Open City Museum”, una nostra iniziativa di sviluppo locale attraverso le arti e la cultura vissute in maniera partecipata che a febbraio di quest’anno è stato selezionato come una delle 25 iniziative promettenti per lo sviluppo locale a livello europeo dall'agenzia per l'informazione e lo sviluppo locale AEIDL di Bruxelles. L’obiettivo del percorso è dare spazio ai giovani come autori e protagonisti di proposte artistiche e culturali che offrano nuovi spunti per lo sviluppo del territorio altoatesino attivando il potenziale dei giovani. Attraverso il percorso, giovani artisti e gruppi creativi della Val Isarco e Val Pusteria hanno partecipato alla raccolta di riflessioni su forme innovative di gestione e produzione culturale generando un impatto positivo sulla coesione e sullo sviluppo sociale. La varietà di stimoli e di proposte emerse è stata presentata al pubblico attraverso una mostra con le opere dei partecipanti ed una pubblicazione (http://issuu.com/opencitymuseum/docs/jbz_katalog_web),  con l’augurio che possano servire da spunto e ispirazione ad altri giovani che trovano nel “fare” e nel “creare” nuove possibilità di agire.

Chi sono i soci della cooperativa Cuartel?
Siamo una rete di giovani professionisti dinamici, creativi, multi-disciplinari e trans-disciplinari con esperienza maturata anche a livello internazionale nei settori dell’arte, della cultura, della ricerca antropologica, sociale. Il nostro background ci permette di collaborare e promuovere il lavoro di rete a livello locale, regionale, nazionale e internazionale.

Perché avete scelto la forma cooperativa?
La forma cooperativa ha il valore aggiunto di permettere l’unione tutelata delle nostre professionalità (due di noi lavorano già come liberi professionisti) e di coinvolgere nel lavoro altre persone. Questo si traduce in forza e arricchimento: per molti dei nostri progetti scegliamo di avvalerci di creativi emergenti, spesso giovani, per aiutarli a crescere anche attraverso queste esperienze.

Nelle vostre attività ricorre spesso la parola pluriculturale. È un caso che la vostra cooperativa operi proprio in Alto Adige?
Per noi è importante valorizzare la diversità culturale, promuoviamo la convivenza e la collaborazione tra persone diverse non solo in termini di background culturale e generazionale, ma anche professionale/personale. L’esperienza e la conoscenza della comunità nelle realtà pluriculturali sono punti di forza e risorse in tutte le fasi delle nostre attività. Il caso altoatesino è molto interessante proprio per la sua complessità socio-culturale e la predisposizione storica delle persone ad agire e cooperare di fronte alle difficoltà. Il nostro progetto Open City Museum è stato descritto come “un progetto di sviluppo territoriale che si basa sul coinvolgimento attivo della comunità attraverso l'attività del museo. Il percorso progettuale riflette in maniera puntuale sul ruolo che gli abitanti di una comunità giocano nei confronti del gruppo e nelle relazioni interpersonali e per questo motivo il progetto diventa un laboratorio di pacificazione sociale che suscita l'interesse della pubblica amministrazione." (Cit. NEW. Visioni di una generazione in movimento, a cura di Carlo Andorlini).

Perché si può definire Cuartel una cooperativa innovativa?
Abbiamo trovato un metodo che permette l’incontro tra arte e società mediante intese mirate e obiettivi comuni basati su una gestione plurale e collettiva delle risorse promuovendo la co-progettazione, la co-gestione e la co-responsabilità attivando così un management circolare. Rispetto al settore dell’arte classico, il nostro lavoro nel sociale assume altre dinamiche e va incontro ad altri bisogni. Oggi è importante investire nel benessere delle persone. In questi anni abbiamo visto che l’arte e la cultura sono strumenti vincenti di crescita e coesione sociale. Siamo innovativi perché produciamo soluzioni inclusive inaspettate: idee e/o persone che non sono mai state messe insieme possono trovare soluzioni innovative.  Quello che ci contraddistingue è il nostro modo di portare le varie parti trasversali coinvolte ad agire alla pari: tutti sono importanti e protagonisti. Lavorare in questo campo è una sfida poiché da una parte non è scontato arrivare alle persone che veramente hanno bisogno, tante volte non si conoscono le proprie necessità nè il potenziale, dall’altra parte, i metodi partecipati richiedono tempo e chiaramente i risultati sono visibili e misurabili solo a lungo termine, per ciò ci vuole fiducia, sia nell’altro che nel futuro.