Sports | Calcio/L'intervista

La panchina può attendere

Il tecnico bolzanino Roberto Cortese ha allenato per l'ultima volta nella stagione 2019/20. Da tre anni è il coordinatore provinciale Figc del settore giovanile e scolastico: "Il campo mi manca, ma voglio concludere questo percorso".
Roberto Cortese
Foto: US Levico Termine
  • Da giocatore, con il Bolzano, ha raggiunto la serie D, poi dopo diverse esperienze da allenatore/giocatore con Ora, Virtus don Bosco e Terlano ha definitivamente appeso gli scarpini al chiodo, dedicandosi solo alla panchina. Prima la Berretti del Südtirol, poi Salorno, Fersina, San Martino, Virtus Bolzano, Naturno e Levico. Da tre anni Roberto Cortese, 57 anni, è il coordinatore provinciale del  settore giovanile e scolastico della Figc.

    SALTO: Quanto è stato formativo e importante allenare a metà degli Anni 2000, seppur in una categoria come la Berretti, in una società professionistica come il Südtirol?

    Roberto Cortese: E’ stato un anno di transizione, molto interessante per i rapporti umani che si erano creati con i ragazzi e dal punto di vista tecnico per gli avversari che andavamo ad affrontare. Ma anche per la continua collaborazione con il tecnico di allora della prima squadra, Marco Baroni (ora alla Lazio nda) Di sicuro non era il Südtirol di adesso da un punto di vista della struttura tant’è che a metà hanno cambiato dirigenza ed è stato il motivo per cui non sono voluto rimanere la stagione successiva e sono andato a Salorno.

    L’ultima sua esperienza come allenatore, per il momento, è stata a Levico in serie D stagione 2019-20, e si è conclusa con un esonero. Cosa non è andato per il verso giusto? 

    Niente è andato storto. Nel momento in cui ho firmato in rosa c’erano tre giocatori, ho passato l’estate a visionare giocatori che andavano e venivano, avendo un budget a disposizione nettamente inferiore a quello delle altre squadre. Un gruppo molto giovane con tutti giocatori sotto i 21 anni, eccetto uno di 25. Vista la giovane età ci sono stati alti e bassi, poi è arrivato il Covid e la Lega ha deciso di far retrocedere, con un provvedimento assurdo, di far retrocedere le ultime quattro in classifica, nonostante mancassero ancora diverse giornate alla fine.  E poi, successivamente, è arrivato anche l’esonero, che non l’ho sinceramente condiviso

     

    „Come settore giovanile e scolastico diamo supporto a tutte le società, sia professionistiche che dilettantistiche, ma anche ai giocatori e alle famiglie. Organizziamo inoltre le manifestazioni dagli esordienti in giù.“

     

    Poi dopo il Levico, cosa è successo?

    Mi sarebbe piaciuto fare qualcosa con i giovani che avesse un obiettivo reale, di crescita non ne ho avuto l’opportunità. Mi è arrivata tre anni fa la proposta dalla Federazione di Roma per coordinare tutta l’attività giovanile e scolastica in provincia di Bolzano, un qualcosa che io non conoscevo perché qui da noi era svolta in maniera limitata rispetto alle altre regioni. Ho dovuto formarmi in questo campo. E’ un modo immenso, bello e interessantissimo l con strutture di altissimo livello: in questi tre anni, assieme alle persone che lavorano con me (circa 20 in tutto nei diversi ruoli nda) abbiamo svolto un lavoro enorme. Nello specifico diamo supporto a tutte le società, sia professionistiche che dilettantistiche, organizziamo le manifestazioni dagli esordienti in giù, siamo di supporto sia per i giocatori con i Centri federali, ma anche per i tecnici, i dirigenti e le famiglie. La grande difficoltà è far capire la bontà del progetto e soprattutto a farci conoscere. Siamo riusciti ad arrivare ad avere 30 società che hanno riconosciuto il livello federale, mentre 10 hanno sottoscritto un patto di attività di sviluppo territoriale: ci sono ancora tante società da coinvolgere

  • Roberto Cortese: ai tempi in cui allenava il Levico in serie D Foto: US Levico Terme
  • Quanto le manca il campo?

    Tanto, uno che nasce da quella parte non riesce a farsela passare. Qualche proposta recentemente è arrivata, però mi sono ripromesso di concludere il percorso con la Federazione e poi vedremo

     

    „Dalpiaz, Bertoldi e Frendo, i giocatori più forti che ho allenato. Avevano un potenziale per giocare almeno in serie B. Senza dimenticare Fabian Tait, che la cadetteria l'ha raggiunta.“

     

    La Fersina è la formazione più forte che ha allenato?

    Era una squadra che doveva solo vincere, l’anno in cui sono arrivato io ci siamo rinforzati con giocatori come Bertoldi, Ceravolo, Frendo, quasi dei figli per me. La cosa meravigliosa è stata che il campionato lo abbiamo stravinto e ancora oggi abbiamo il record italiano di punti conquistati in Eccellenza (assieme alla Nuorese, 82 su 90 a disposizione nda). Mi rammarica il fatto che l’anno dopo, in serie D, abbiamo disputato una stagione incredibile, al termine della quale il presidente Peghini ha dovuto mollare e tutto si è dissolto: sono convinto che se avessimo potuto continuare l’anno dopo avremmo avuto buone chance di vincere il campionato e salire in C. Dopo questa esperienza mi sono arrivate diverse proposte per allenare fuori regione ma ho avuto diversi problemi familiari e allora non le ho accettate: questo è il rimpianto più grande che ho

    Chi è stata il giocatore più forte che ha avuto?

    Difficile fare un nome solo, ne ho allenati tantissimi. Di sicuro Dalpiaz, Frendo, che nonostante giocasse praticamente con una gamba riusciva a fare la differenza in serie D, e Bertoldi, avevano un potenziale per arrivare almeno in serie B. Ma anche Fabian Tait che ho avuto  a Salorno giovanissimo, e che volevo portare poi alla Fersina: gran persona e che si merita tutto quello che ha fatto e quel che ha raggiunto

  • Roberto Cortese: Il tecnico bolzanino nella sede della Figc Foto: FIGC
  • Il momento più bello della carriera?

    Ne cito due: il primo, quando con il Terlano ho vinto da allenatore - giocatore il campionato di Prima categoria meraviglioso. Il secondo, alla Fersina, in serie D, quando partiti abbastanza bene, siamo incappati in un black out con sei sconfitte di fila: quasi tutti mi davano per esonerato, il presidente Peghini continuava però a credere a quello che stavamo facendo e nel girone di ritorno abbiamo fatto gli stessi punti della squadra che hanno poi vinto il campionato. E’ stata una soddisfazione immensa

     

    „Mi piacciono gli allenatori visionari: uno come Gasperini ha dimostrato ad esempio che risultati e bel gioco possono coesistere.“

     

    Ha un allenatore di riferimento?

    Ho amato tanto Vialli come calciatore e poi da allenatore, anche se lo ha fatto per poco. In generale mi piacciono un po’ quelli visionari, quelli che non si limitano a guardare al modulo e ad un’impronta fissa di aspettative dai giocatori. Sono andato a vedere qualche partita dell’ Atalanta: Gasperini ha dimostrato che si possono abbinare risultati a bel gioco: e chi va allo stadio paga per vedere uno spettacolo

    Il Südtirol crede ce la farà a salvarsi?

    Quando ti trovi in campionato come la B, per contesti piccoli come quello del Südtirol diventa fondamentale avere una certa continuità: ci sono riusciti per due anni, sarebbe opportuno allungare ancora un po’ per ottenere una credibilità completamente diversa. Mi auguro che i biancorossi ce la facciano a salvarsi, questo territorio ne ha bisogno. Sono convinto poi che la società abbia scelto l’allenatore giusto (Castori nda) vista la situazione che si era creata, anche se io sono uno che non ama gli esoneri facili, dato che spesso risultano incomprensibili