I migliori, una volta tanto
Buone notizie dalla scuola italiana (sic!). Da un’indagine condotta dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) emerge che il sistema scolastico del Belpaese è molto più inclusivo rispetto a quello di altre nazioni e riduce il divario fra ricchi e poveri. Più in dettaglio, dopo il diploma, il gap fra studenti di classi sociali differenti, da una parte quelli avvantaggiati (con almeno un genitore laureato e con oltre 100 libri a casa) e dall’altra quelli svantaggiati (con meno libri e genitori con un livello di istruzione più basso) cresce in tutti i paesi oggetto dello studio, tranne che in Canada, Stati Uniti, Corea e Italia.
L’analisi si è concentrata sulle prestazioni in Lettura e Matematica che hanno riguardato un campione di studenti quindicenni in una quarantina di paesi provenienti da tutti i cinque continenti - e dunque tenendo conto di situazioni socio-economiche diverse (che ogni tre anni partecipano all’indagine Programme for International Student Assessment, ovvero il PISA) -, e li ha messi a confronto con dati di persone di età compresa fra i 25 e i 27 anni della stessa area geografica (dati del Programme for the International Assessment of Adult Competencies).
“Ho sempre pensato, e intimamente sperato - commenta su salto.bz la sovrintendente per la scuola in lingua italiana Nicoletta Minnei - che l'isituzione scolastica venisse intesa come ascensore sociale e consentisse quindi di annullare certe differenze fra i ragazzi, la fotografia dell’OCSE è una conquista assolutamente positiva in questo senso considerando anche, va detto, che spesso non siamo capaci di sottolineare abbastanza quanto di buono viene fatto nelle nostre scuole”. Come ad esempio, dichiara la Sovrintendente, la poca visibilità data l’anno scorso al fatto che l’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, “che collabora con l’OCSE a tutti i livelli soprattutto per il PISA, ma non solo, ha rilevato che la Provincia autonoma di Bolzano è stata incoronata prima in assoluto per l’italiano e seconda per la matematica”.
Secondo Minnei “è necessario evidenziare costantemente che la formazione ha un peso e un valore, e che l'impegno profuso per raggiungere un alto livello di prestazione va ricondotto e riconosciuto sia all'ambito famigliare che sociale. È un discorso troppo idealistico? Beh, anche questo tipo di valori serve, la scuola è troppo spesso inquadrata come istituzione autoreferenziale”. E allargando lo sguardo la Sovrintendente spiega infine che “quando ci confrontiamo anche con altre realtà si nota che, in alcune nostre scuole, fino a un quarto della popolazione studentesca è in giro per il mondo a portare avanti progetti plurilingue e pluriculturali, senza contare che oltre il 40% dei nostri ragazzi in uscita dagli istituti superiori ha almeno la certificazione linguistica B2/C1, un dato nient’affatto trascurabile”.