Cosa dice il terrapiattismo di noi?
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Come è nato il terrapiattismo e cosa ci dice della società in cui viviamo? Il fenomeno che dal 2018 ha avuto molta risonanza mediatica è stato oggetto di analisi da parte di Rodolfo Rolando, specialista in marketing e comunicazione, presente ieri al Museo di Scienze Naturali di Bolzano per l’incontro “Alla ricerca della terra piatta, dagli albori ad oggi”. Rolando si occupa di igiene digitale e diffusione di bufale; è membro del CICAP, un’associazione costituta da Piero Angela per impedire la diffusione di affermazioni false, sviluppare nella popolazione senso critico e diffondere metodo scientifico.
Rolando ha percorso un viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca dell’origine delle credenze sulla terra piatta, cercando di analizzare il fenomeno e interrogandosi su cosa ci può insegnare sulla nostra società. Fino a quando l’uomo ha diffusamente creduto che la Terra fosse piatta? Ma, soprattutto, perché ancora oggi si parla di “terrapiattismo”? Esistono davvero persone convinte che il nostro pianeta non sia un geoide?
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Un salto nel tempo
Nell’antichità le popolazioni che ci hanno lasciato qualcosa di scritto, a partire dai sumeri passando per l’ebraismo e gran parte della cultura egiziana, immaginavano che il mondo fosse piatto. Il grande cambiamento avviene con Pitagora, primo che parla di forma sferica, ci spiega Rolando, in un’analisi storica divertente e sagace. Anche Platone nel Fedone parla di terra sferica, così come Artistotele, che lega la forma sferica alla forma dell’umbra nell’eclissi lunare, ed Eratostene che ha voluto calcolare le dimensioni della terra, sbagliando solo del 6%.
Nel Medioevo, considerato il periodo buio della storia dell’umanità, coloro che avevano accesso alla cultura pensavano che il nostro pianeta fosse sferico. Galileo Galilei parlava di terra sferica, così come Cristoforo Colombo.
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Il terrapiattismo storico
La situazione cambia radicalmente nell’800 con l’arrivo del progresso tecnologico, che modifica profondamente la società. Contro questo cambiamento si formano una serie di movimenti religiosi in opposizione alla scienza, in particolare nascono alcune fedi religiose, come i mormoni, fortemente contrarie al progresso scientifico.
Da lì in poi, prosegue l’esperto, l’idea della terra piatta si fonde con il fanatismo religioso. Tra i primi a proporre una visione della terra piatta è Daniel Dirley Rowbotham – che nel suo libro Astronomia Zetetica afferma che la terra non è una sfera, e cerca di dimostrarlo attraverso una serie di esperimenti, oggi smentiti. Negli anni ‘30 del 900 nasce la Flat Earth Society e con essa la teoria del complotto.
Dopo la Seconda guerra mondiale il terrapiattismo perde attenzione per fenomeni molto rilevanti come la guerra fredda e la collegata corsa allo spazio. Torna a diffondersi negli anni ’90, ma è nel nuovo millennio che vedrà la sua vera espansione grazie ad internet. Quando nasce il web, infatti, i contenuti polarizzati si iniziano a diffondere a macchia d’olio, si creano una serie di comunità in cui sostiene che la terra sia piatta e che, attraverso i social media come Facebook, riescono a proliferare.
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Il terrapiattismo mainstream
Accade poi che attraverso i troll, ossia utenti di internet che entrano all’interno di queste comunità virtuali fingendosene parte per deriderne i partecipanti, si inizia a diffondere l’argomento e a dargli visibilità. La creazione di queste bolle di web in cui si incastrano varie teorie del complotto, tra cui quella della terra piatta, arrivano al grande pubblico in Italia grazie alla diffusione di alcuni servizi del programma le Iene, da lì è il caos. Questi blog e comunità vengono infatti ripostati da questi utenti che ne deridono i partecipanti e si vantano sui loro profili social. Spiega infatti Rolando che dal 2017/2018 il terrapiattismo è diventato un costume mainstream: “è un ambiente oramai tossico, formato solo da troll che vanno lì per fare i buffoni”. Quello che è accaduto è che le persone che prendevano in giro i terrapiattisti gli hanno dato risonanza.
Nel 2018 erano tante le persone che credevano a questa strana teoria, 7 milioni di americani, mentre in Italia, prosegue Rolando, erano un paio di decine di migliaia. Tra le cause della difussione di questo fenomeno c'è anche la tendenza a trattare le persone che effettivamente credono alla terra piatta come degli stupidi; entrando nelle loro bolle di web, oltre ad aumentarne il bacino di utenza li si è anche radicalizzati ancora di più. Secondo l’esperto di marketing: “Non è una credenza stupida o, meglio, non è diversa da altre credenze fideistiche”. L’invito dello studioso è quello a non insultare i terrapiattisti, perché non si fa altro che peggiorare la situazione.
“Una persona che si sente insignificante con il complotto in qualche modo acquisisce autorevolezza, è una forma di autocompiacimento”.
Sulle motivazioni che spingono la gente a credere che la terra sia piatta Rolando commenta: “Una persona che si sente insignificante con il complotto in qualche modo acquisisce autorevolezza, è una forma di autocompiacimento. Oggi è impossibile credere nel terrapiattismo senza credere in un complotto di dimensioni inaudite. Ho cercato qualche volta di ragionare con persone di quella cerchia, spesso non si rendono conto di quanto dovrebbe essere grande il complotto per dare ragione alle teorie”.
Oggi i terrapiattisti sono diminuiti, anche perché è in corso una nuova corsa allo spazio da parte delle società private, però il pattern del complotto rimane. La conclusione è un po’ amara: “Non basta la scienza per affrontare il terrapiattismo perché la scienza è il nemico. Questo fenomeno è anche un modello sociologico”. L’intervento si chiude con una più che mai attuale citazione di Piero Angela: “Bisognerebbe avere sempre una mente aperta ma non così aperta che il cervello caschi per terra”.
Das Bild ist insofern…
Das Bild ist insofern irreführend, als bei genauer Betrachtung jedem Betrachter verständlich sein muss, dass Mensch, Tier und Rankengewächse am Ende der runden Scheibe nach unten fallen. Logischer wäre ein die flache Erde umschließendes bis in den Himmel ragendes unüberwindbares Weltengebirge oder aber ein undurchdringbarer Eisring (vielleicht würde ihn Messner überwinden, aber dann fällt der auch wohin auch immer...)
In reply to Das Bild ist insofern… by Michael Lochmann
Das Problem sind nicht so…
Das Problem sind nicht so sehr die Rankengewächse als vielmehr das Wasser. Am Rad der flachen Erdscheibe muss sich ein Damm befinden, der verhindert, dass die Erde ihr Wasser verliert. Das Problem ist also verhältnißmäßig leicht zu lösen. Wie aber soll man einem Flacherdler klären, warum die Menschen auf der Unterseite der Erdkugel - sollte die Erde tasächlich eine Kugel sein - nicht abstürzen.
Ja stimmt, die…
Ja stimmt, die Rankengewächse sind nicht das eigentliche Problem. Dämme sind nicht notwendig, das Wasser gefriert an den Grenzen der Welt.
Alexander der Große war ein außerordentlich neugieriger Mensch, vermutlich bedingt durch seinen Lehrer, Aristoteles. Auch er beschäftigte sich intensiv mit dem Wesen unserer Welt, in ernsthafter Weise. So stellte er sich die Frage, wie alt Hirsche werden können und ließ solche beringen. Nachdem der Hirsch in hohem Alter erlegt wurde, konnte man durch die Beringung das Alter bestimmen.
Seinem Forschungsdrang werden auch zahlreiche Legenden angedichtet, eine nette ist diese: Nachdem er "finis terrae" zwar nicht erreicht hatte und er sich dessen sehr wohl bewußt war, kehrte er nach seinen Eroberungen in Asien um, nachdem ihm eine Stimme recht eindringlich verlautbarte: "Es reicht" (Napoleon und andere Feldherren hatten die Gnade einer göttlichen Eingebung nicht erhalten, leider. ) Nun, immer noch nicht satt, die Welt zu verstehen, wandte er sich dem Himmel und dem Meer zu: Um den Himmel zu erkunden, ließ er, so erzählen die Legenden (in verschiedenen Varianten), einen Käfig bauen, um diesen von Gänsen in die Lüfte heben zu lassen und so den Himmel zu erkunden. Um das Meer zu erforschen, ließ er sich ein Fass aus Glas bauen, nahm einen Hahn mit, der ihm die Stunde kundtat, einen Hund, den er schlachtete und dessen Blut unvereinbar mit dem Meerwasser war, weshalb er schlussendlich auftauchen konnte und eine Katze zur Beatmung (?? jedenfalls wohl armes Tier). Nachdem er im Meer versank und für kurze Zeit dort verweilte, antwortete er auf die Frage "Wie war`s im Meer" sinngemäß mit den Worten: Nicht anders wie an Land, die großen Fische essen die kleinen Fische :)
Der Wert von Theorien, Ideen, Legenden und Geschichten liegt auch an ihrem Unterhaltungswert.