Society | I dati

Il senso dei giovani per il lavoro

Per gli studenti dell’Unibz il tirocinio è fondamentale per entrare nel mondo del lavoro. L’Alto Adige meta prediletta per chi vuole cercare lavoro in Italia.
Unibz
Foto: Salto.bz

“Il lavoro nobilita l’uomo”, lo sanno bene gli studenti dell’Unibz che considerano il tirocinio un ottimo biglietto d’ingresso nel mondo del lavoro. L’indagine, condotta per la quinta volta dal 2013, dall’ateneo e dall’Istituto Promozione Lavoratori (IPL), presentata oggi (31 maggio), ha coinvolto 373 studenti che hanno partecipato a 414 tirocini unibz nel 2016 (qualcuno ne ha svolto più di uno), 90,1% il tasso di risposta. Le facoltà prese in considerazione sono quelle di Economia, Scienze della formazione, Scienze e tecnologie, Informatica, Design e Arti; il luogo: l’Alto Adige, il resto dell’Italia, i Paesi tedescofoni, l’Estero (senza i Paesi tedescofoni). “Il tirocinio è un valore aggiunto per il futuro professionale dei ragazzi, ne discuteremo anche domani in un incontro con Confindustria. Da notare anche la recente indagine di Almalaurea che mette in risalto il fatto che un anno dopo il termine degli studi il 67,4% dei nostri ex studenti lavora, contro una media statale del 52,5%”, afferma il rettore Paolo Lugli

 

Un’esperienza utile

L’85% degli intervistati dice di essersi sentito una risorsa durante il tirocinio, tuttavia la percentuale degli intervistati che si sono percepiti come “tuttofare” è salita, per la prima volta, oltre il 10%, mentre quelli che si sono sentiti addirittura un “peso” sono appena il 3%. Il 60% dei ragazzi raccomanderebbe il proprio posto di tirocinio, a cui si aggiunge un 34% che consiglierebbe la propria azienda ospitante, rilevano Werner Pramstrahler e Matilde Cappelletti, il team di ricerca dell’IPL per il report in questione. Buon risultato anche per quel che riguarda la figura del tutor aziendale che riceve un punteggio di 6,2 punti in una scala da 1 a 7. 

“Per i giovani accademici il guadagno economico che deriva dal tirocinio ha un’importanza marginale”, osserva Cappelletti. Nello specifico, circa la scelta del posto per l’internship, gli studenti danno molta importanza all’attività desiderata (quasi il 66%), alla struttura desiderata (oltre il 60% )e al periodo favorevole agli studi (33%). A seguire il proprio luogo di residenza (18%) e il compenso (11%). In ogni caso due tirocinanti su tre ricevono un compenso monetario e/o un altro tipo di sostentamento, come per esempio i buoni pasto. 

 

Verso il mercato del lavoro

Uno studente su 5 considera il tirocinio un trampolino diretto per il mercato del lavoro. Il 19% degli intervistati continua a collaborare con la struttura ospitante in varie forme occupazionali (percentuale che sale al 50% per i tirocinanti di Scienze e Tecnologie). “Una quota cospicua degli studenti del Master dice di ottenere attraverso il tirocinio una collaborazione stabile (17%) o un’occupazione a progetto con la struttura ospitante (9%), dice Iris Tappeiner del Servizio Tirocini e placement dell’Unibz che aggiunge: “I profili trilingue sono più richiesti in paesi come Austria, Germania e Svizzera”. Chi offre più collaborazioni ai tirocinanti? In primis le aziende italiane (23%) - quelle altoatesine sono il 21% -, meno disponibili si dimostrano le aziende dei Paesi tedescofoni (13%). 

 

Alto Adige, meta prescelta

Quasi il 60% degli studenti svolge il proprio tirocinio in una struttura altoatesina, il 19% in altre regioni italiane, il 13% nei paesi di lingua tedesca e l’8% in Paesi europei ed extraeuropei. A svolgere tirocini in Paesi di lingua tedesca sono soprattutto gli studenti nazionali, chiosa Cappelletti, “il 31% dichiara di volersi candidare anche all’estero, dopo gli studi, mentre il 59% anche in Italia; in quanto ai tirocinanti di provenienza italiana, sono soprattutto gli studenti nazionali che esprimono la volontà di candidarsi all’estero (38%), la percentuale degli studenti altoatesini, invece, si ferma al 17%”. E ancora: fra gli studenti altoatesini che vorrebbero stare in Italia, solo il 10% non sceglie l’Alto Adige, ma si sposterebbe più a sud. Da segnalare infine il fatto che fra gli studenti europei che vorrebbero rimanere in Italia, ben il 50% sceglie l’Alto Adige come possibile meta per candidarsi