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Falda di Sinigo, tempi lunghi

Tavolo tecnico in Comune per valutare le ipotesi d'intervento. Escluse le pompe di profondità. Dal Medico: "Non illudiamo i cittadini con soluzioni di dubbia efficacia".
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Foto: Comitato Sinigo
  • La questione dell’innalzamento della falda di Sinigo richiederà ancora tempi lunghi per essere affrontata. “Il problema della falda - su questo i tecnici sono tutti concordi - non sussiste solo a Sinigo, ma è realtà in tante altre zone dell’Alto Adige e pensare di risolverlo definitivamente prospettando soluzioni dai dubbi benefici, oltreché insostenibili sotto il profilo economico, significa illudere cittadini e cittadine”, ha spiegato il sindaco Dario Dal Medico, al termine di un incontro con il direttore della ripartizione edilizia del Comune di Merano Wolfram Haymo Pardatscher, il direttore dell’Ufficio strade, infrastrutture e geologia Nikolaus MittermairThomas Thaler dell’Agenzia provinciale per la protezione civile con il consulente l'ingegner Oscar CainelliAmbrogio Dessì, geologo e consulente dell’amministrazione comunale nonché Florian Prenner, direttore del Consorzio di bonifica foce Passirio/foce Isarco.

  • Il vertice in Municipio: (da sinistra) Wolfram Haymo Pardatscher, Ambrogio Dessì, Dario Dal Medico, Nikolaus Mittermair, Thomas Thaler e Oscar Cainelli. Foto: Comune di Merano
  • Scartata da tutti l’opzione del ripristino di pompe di profondità che metterebbero a rischio la stabilità degli edifici: “La falda ha anche una portata statica, abbassarla artificialmente mettendo in funzione simili impianti di drenaggio potrebbe generare un fenomeno di subsidenza, cioè un cedimento differenziato del terreno con possibili danni strutturali agli edifici”, sostiene il primo cittadino. I dati del monitoraggio degli ultimi anni concorreranno all’elaborazione di un piano dettagliato di interventi finalizzati a mitigare gli effetti dell’innalzamento della falda durante i periodi di abbondanti precipitazioni, durante e dopo i quali si verificano situazioni di emergenza.

    Un’azione congiunta Comune-Provincia che prevede diverse ipotesi d’intervento che andranno approfondite nella loro fattibilità tecnico-economica: l’impermeabilizzazione del rio Montefranco nel tratto di via Piedimonte (opera delle quale si farebbero carico i Bacini Montani), la realizzazione di una cosiddetta trincea di drenaggio, un canale scavato nel terreno e dalle pareti permeabili in grado di far defluire l’acqua piovana lungo via Piedimonte verso il canale Corridoni, nonché una rete di drenaggio intorno a piazza Vittorio Veneto e — ove possibile — il ripristino di canali di bonifica dismessi. “Andrà fatto un computo più preciso di misure, benefici e costi, tenendo presente il quadro d’insieme delle zone di Sinigo interessate dal fenomeno, differenti tra loro per conformazione idrogeologica e livelli della falda”, ha concluso Dal Medico.