Sport | L'impresa

K2, le 8 alpiniste al campo base

Le atlete hanno raggiunto i 5.000 metri e si preparano alla salita verso la seconda vetta più alta del mondo. In corso gli studi medici sulla fisiologia femminile e glaciologici.
k2-70 impresa
Foto: Club alpino italiano
  • Prosegue la spedizione K2-70 di otto alpiniste per raggiungere la cima del K2, la seconda vetta più alta del mondo. Le 8 atlete erano partite lo scorso 16 giugno da Islamabad mentre il 21 giugno era iniziato il trekking vero e proprio. Giovedì scorso (27 giugno) il gruppo raggiunto il campo base del K2 a 5 000 metri di quota. La spedizione, organizzata dal Club Alpino Italiano per celebrare il 70esimo anniversario della prima salita sulla seconda montagna più alta della Terra, vede anche la collaborazione di Eurac Research, il centro studi altoatesino, per condurre uno studio medico sulla fisiologia femminile a quote estreme.

  • Prossimi passi: la salita alla vetta

    Anna Torretta al campo base Foto: Club Alpino Italiano

    Nella prima settimana di percorso le otto alpiniste - le italiane Anna Torretta, Federica Mingolla, Silvia Loreggian e Cristina Piolini e le pakistane Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar e Samana Rahim – hanno percorso 90 km lungo il ghiacciaio del Baltoro, attraversando le montagne più belle del mondo tra cui le Torri di Trango, le Cattedrali del Baltoro, il Gasherbrum IV, il Masherbrum. 

    "Il Campo base ha preso la sua forma definitiva. Da 48 ore tutti si sono messi al lavoro, per sistemare le proprie tende e le proprie cose. Le piazzole si scavano ancora nel ghiaccio vivo, ma anche i circa 200 colli da 30 kg di viveri e materiali vanno aperti e inquadrati in una logica organizzativa", racconta il capo spedizione Agostino Da Polenza, che aggiunge: "Stiamo in generale tutti bene, si respira una bella energia. Ho visto molti sorrisi, autoironia, determinazione, solidarietà e tolleranza". 

    È stata inoltre montata la grande tenda Dome di 6 m di diametro che accoglie tutte le attrezzature tecniche, un campo fotovoltaica da 4 kw, con inverter, distribuita l’elettricità a tutte le tende delle alpiniste e di tutti gli altri compresa la grande tenda cucina, la mensa, le due tende magazzino, la tenda medica. "Abbiamo deciso di non utilizzare generatori e combustibili fossili - prosegue Da Polenza - l personale del campo base è composto da 12 persone compreso il cuoco, il suo aiuto e due sirdar, i leader locali degli Sherpa. Ci cono poi i nostri quattro portatori d’alta quota: Ali Durani, Muhammad Nazir, Ghulam Abbas e Ali Norani".  

    Il prossimo passo è l'acclimatamento in quota, in preparazione alla salita in vetta. Il 29 giugno Cristina Piolini, Silvia Loreggian e Federica Mingolla sono andate insieme al portatore d’alta quota Ali Durani al campo base avanzato a 5400 metri per verificare le condizioni del percorso e lasciare un deposito di materiale necessario per quando inizierà la fase di acclimatamento sulla via dello Sperone degli Abruzzi.

  • Ricerca scientifica in alta quota

    In preghiera: La spedizione in un momento di preghiera ad Urdukas con il capo spedizione Agostino Da Polenza. Foto: Club alpino italiano

    Durante il trekking, la dottoressa Lorenza Pratali ha effettuato test medici sulle alpiniste per valutare il loro adattamento all'altitudine, che verranno ripetuti durante la spedizione per monitorare le loro condizioni fisiche. Tra gli esami effettuati ci sono la verifica della saturazione, il test sulla funzione polmonare, eco cardio, test cognitivi, ecografia del nervo ottico, verifica del peso corporeo per valutare l’effetto dell’altitudine. 

    Al campo base è stato allestito un laboratorio scientifico per studiare l'impatto dei cambiamenti climatici sul ghiacciaio Godwin-Austen. Il team di ricercatori, guidato da Jacopo Gabrieli e Paolo Conz, lavorerà per dieci giorni a un'altezza di circa 5.600 metri. La missione è organizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche e dall’Università Ca’ Foscari Venezia. I risultati della spedizione in corso potranno costituire la base per una futura missione di carotaggio profondo nell'ambito di Ice Memory, iniziativa internazionale riconosciuta dall’UNESCO con l’obiettivo di raccogliere e conservare campioni di ghiaccio prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo che potrebbero scomparire o ridursi moltissimo a causa del riscaldamento globale.