Vendetta, tremenda vendetta
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***1/2
È stata una delle (poche) fiammate all’ultima Mostra di Venezia in un’edizione piuttosto sottotono: parliamo di Disclaimer, la miniserie in sette puntate scritta e diretta da Alfonso Cuarón, basata sull’omonimo romanzo di Renée Knight. Dopo il suo debutto al Lido Disclaimer è approdata su Apple TV+ (l’ultimo capitolo è andato in onda ieri, 8 novembre) che finora, in termini di serialità, da Pachinko a Slow Horses, da Severance a The Morning Show passando per Ted Lasso, le altre piattaforme di streaming se le mangia a colazione.
Cos’è
La miniserie ruota attorno a Catherine Ravenscroft (Cate Blanchett), una giornalista documentarista di successo che un giorno riceve per posta un romanzo, The Perfect Stranger, scritto da Stephen Brigstocke, un insegnante in pensione (Kevin Kline) che ha perso la moglie Nancy (Lesley Manville) – che si scoprirà presto essere la vera autrice del manoscritto – e il figlio Jonathan (Louis Partridge) diversi anni prima dell’inizio della storia raccontata in Disclaimer.
Il libro pretende di contenere un oscuro segreto sul passato di Catherine che minaccia di mandare all’aria la sua vita professionale e privata, compresi i rapporti con il marito Robert (Sacha Baron Cohen) e il figlio 25enne Nicholas (Kodi Smit-McPhee). I fatti narrati nel romanzo somigliano infatti in modo inquietante a un’esperienza vissuta da una giovane Catherine (interpretata da Leila George) 20 anni prima. La veridicità del testo sembra avvalorata da un pacchetto di foto erotiche rinvenute insieme al manoscritto.
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(c) Apple TV+
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Com’è
Ci sono in Disclaimer tre trame meticolosamente costruite che intrecciano un implacabile racconto sulla complessità della natura umana, su ciò che accade quando il passato torna a perseguitarci, sulla rapidità con cui siamo pronti a puntare il dito senza indugiare sui fattori che possono influire sul comportamento altrui. È una storia di vendetta e di manipolazione, Cuarón porta lo spettatore dove vuole lui, giocando con aspettative, supposizioni e depistaggi prima del gran finale rivelatore. Nel corso delle sette puntate assistiamo alla lenta rovina di una donna messa in atto da un uomo il cui unico scopo è quello di punire e umiliare colei che ritiene responsabile della distruzione della sua famiglia.
Non mancano i riferimenti a Tár con Blanchett che interpreta nuovamente una donna di potere che lotta perché la sua reputazione, su cui ha lavorato così duramente, non venga infangata. Poi c’è l’anziano Brigstocke che porta avanti il suo piano di vendetta indossando sempre il maglione preferito della moglie defunta e Robert, il marito che sente di essere stato tradito, un uomo relegato a un ruolo secondario per via del suo temperamento debole, insicuro e vacillante. Per ognuno Cuarón cuce diverse prospettive allo scopo di sottolineare come ogni personaggio percepisca i fatti in modo differente.
La serie è bella da vedere grazie ai suoi espedienti stilistici. Palette di colori diverse distinguono le diverse linee temporali di Disclaimer: i suoi flashback di sole splendente con l’uso del voice over (un filo troppo ponderoso) che ricordano la sessualità di Y tu mamá también contrapposti alla cupezza di Children of Men nelle scene ambientate nel presente, grazie al lavoro opulento dei direttori della fotografia Bruno Delbonnel ed Emmanuel Lubezki. Se bisogna trovargli dei difetti, a tratti l’eccessiva verbosità della sceneggiatura e alcuni momenti di recitazione sopra le righe abbassano l’entusiasmo di una tacca ma al di là di questo, come dicono oltreoceano, Disclaimer resta un must watch.
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