Gesellschaft | Sanità

Una lettera scomoda

Il Ministero della salute chiede la chiusura dei punti nascita di Vipiteno e Silandro o una ridistribuzione del personale durante l'esame della concessione delle deroghe.

Porta la data del 1° aprile la missiva inviata dal Ministero della salute al Landeshauptmann Arno Kompatscher e all’assessora competente Martha Stocker che ha diffuso una certa preoccupazione fra gli addetti ai lavori, l’oggetto del documento: la riorganizzazione dei punti nascita in base ai volumi di attività e alle condizioni orogeografiche difficili. Come noto, da tempo, si sta valutando se concedere deroghe sui due punti nascita di Vipiteno e Silandro il cui futuro, dunque, continua a essere in bilico. Nella lettera il direttore generale della programmazione sanitaria Renato Botti scrive che, durante le sopracitate valutazioni, i due punti nascita dovrebbero chiudere se non possono garantire un servizio attivo 24 ore su 24 ogni giorno e la presenza di un'ostetrica, un ginecologo, un anestesista e un pediatra. In alternativa può essere impiegato il personale degli altri punti nascita.

In più si incoraggia la Provincia ad astenersi dal richiedere deroghe su punti nascita non conformi al decreto ministeriale del 2015 (chiusura sotto i 500 parti annui e mancanza di un servizio attivo h24; anche se i punti nascita si trovano in luoghi remoti). Il Presidente della Provincia getta acqua sul fuoco: “Ero a Roma lo scorso mercoledì per incontrare, insieme al senatore Hans Berger (Svp, ndr), il ministro della salute Beatrice Lorenzin e il direttore generale Botti. Gli effetti della lettera - dichiara Kompatscher al Dolomiten - sono per il momento sospesi, ci sarà un meeting la settimana prossima con i tecnici, la questione è ancora aperta”.

Nel frattempo anche in Trentino la questione punti nascita continua a tenere banco, seppur con un approccio differente: “la scelta più 'comoda' - ha detto l’assessore provinciale alla salute Luca Zeni - potrebbe essere quella di attendere la risposta del Ministero rispetto alla richiesta di deroga sui punti nascita, sapendo che ben difficilmente potrà essere affermativa su tutti i quattro punti nascita per i quali è stata chiesta. Una politica responsabile ha il dovere però di non subire, ma semmai anticipare decisioni esterne”. Al centro del dibattito è l’ospedale di Tione sul quale, da alcune settimane è in atto un confronto con gli amministratori delle Giudicarie, con la direzione dell'ospedale e con l'Azienda Sanitaria al fine di garantire e rinforzare i servizi che la struttura può offrire ai cittadini, anche attraverso investimenti, soprattutto di personale, da parte della Provincia, “all'interno di questo quadro ho chiesto di valutare anche l'eventuale chiusura del punto nascite”, così Zeni.