La Procura della Repubblica per gli Affari Economici e la Corruzione di Vienna (Wirtschafts- und Korruptionsstaatsanwaltschaft, WKStA) ha formalizzato per la prima volta un'accusa nell'ambito del procedimento SIGNA, ovvero contro René Benko, rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta. L'accusa è stata depositata presso il Tribunale regionale di Innsbruck: l'atto è relativo alla procedura d'insolvenza della SIGNA, l'impero immobiliare dell'imprenditore nordtirolese. Lo fa sapere la Procura anti-corruzione con una nota. Secondo la SZ, il processo potrebbe iniziare già in settembre.

La Procura viennese accusa Benko di aver impedito o minimizzato il soddisfacimento delle pretese dei creditori nell'ambito della sua insolvenza, presumibilmente sottraendo beni. Nello specifico, si tratterebbe del pagamento anticipato di affitto e costi di gestione per un totale di circa 360mila euro, "economicamente e oggettivamente ingiustificabile", e un regalo di 300mila euro a parenti. Entrambi sarebbero stati compiuti nell'ambito di crescenti difficoltà di pagamento e della prevedibile apertura di un procedimento fallimentare. L'ammontare del danno in questione ammonta a circa 660mila euro e la pena prevista va da uno a dieci anni di reclusione.

L'accusa fa parte dell'insieme di procedimenti giudiziari avviati in Austria sul crac SIGNA, che vede al momento una dozzina d'indagati e comprende diversi filoni d'indagine, con un danno complessivo che ammonterebbe a circa 300 milioni di euro.