“L'auspicio mio e di tutti è trovare se possibile una soluzione che introduca un elemento di novità ma ci vuole il giusto tempo e la giusta sensibilità. Secondo me è una strada che si può iniziare a percorrere. Per ora si parte a 7”. Parole di Claudio Corrarati, che stasera  in consiglio comunale a Bolzano è atteso alla prova del nove del voto “di fiducia” per la sua Giunta a soli due giorni dal limite invalicabile del 18 giugno. 

Quando parla di “elemento di novità” e di “una strada che si può iniziare a percorrere” il sindaco di Bolzano allude all’ipotesi di introduzione dell’ottavo assessore targata Forza Italia. Davide Mahmoudi, 25 anni, figlio di un medico iraniano, nato in Italia e ha fatto tuto il percorso scolastico nella scuola tedesca, è attualmente in  vantaggio su Patrizia Daidone, nata e cresciuta in Venosta in famiglia plurilingue. Come noto, dalla notte dei tempi l’Svp pretende di avere l’esclusiva della rappresentanza di lingua tedesca. In Giunta provinciale Il tabù è caduto per la prima volta con l’ingresso  - obbligato dai numeri - di Ulli Mair in ma a Bolzano finora, nonostante i Verdi ci abbiano talvolta provato, non ancora. Ma se nelle prime fasi la Stella alpina aveva messo un veto su un ottavo assessore che non fosse “suo” (per il rispetto della proporzionale l’allargamento impone un terzo assessore di lingua tedesca), ora c’è qualche timida apertura verso una soluzione che, dopo la modifica dello Statuto comunale, potrebbe portare in Giunta l’esponente di Forza Italia, unico partito della coalizione attualmente escluso dall’esecutivo. “Si parte con sette, poi in politica non si puo' mai escludere nulla”, conferma Konder.

Del resto nel fine settimana vi sono state diverse telefonate di Maurizio Gasparri ai vertici Svp per ricordare alla Stella alpina che da due legislature gli azzurri letteralmente “regalano” un fondamentale seggio da eurodeputato (occupato da Herbert Dorfmann) e che senza i due eletti di Forza Italia dichiarati di madrelingua tedesca l’eventuale allargamento a otto prevederebbe, per ragioni aritmetiche, un assessore italiano. 

Il partito guidato localmente da Christian Bianchi è stato tenuto fuori dalla Giunta a sette proprio con la motivazione che i suoi eletti sono di lingua tedesca (è stata bocciata all’ultimo l’ipotesi di un esterno italiano di prestigio come l’ex direttore del Conservatorio, Giacomo Fornari) e che la Lega ha preso più voti, ma in realtà in queste trattative non conta lo “zero-virgola” in più, ma il numero degli eletti, che è lo stesso, due, sia per Forza Italia che per la Lega. Quindi Bianchi, che già vinse il braccio di ferro per entrare in Giunta provinciale quando l’Svp per settimane  aveva ripetuto che c’era lo spazio per un solo italiano, non molla. La strada è tuttora in salita (perché pure gli altri partiti dovrebbero rinunciare a delle deleghe che ritengono già “loro”), ma per tutti, e in particolare per una giunta di centrodestra, avere un giovane con background migratorio come assessore ai giovani potrebbe essere un segno di innovazione non trascurabile.  Daidone, per la sua lunga esperienza nell’Unicef, potrebbe invece essere la più adatta per ricoprire l’incarico di assessora al sociale oggi teoricamente assegnato a Patrizia Brillo di Fratelli d’Italia, o, in subordine la cultura, che il “toto deleghe” attualmente vede nelle mani dello stesso sindaco. Ma per il momento siamo nel campo delle ipotesi. Visto che l’Svp, pur avendo ottenuto il 16%, dovrebbe fare il pieno di deleghe molto pesanti (urbanistica, lavori pubblici e mobilità a Konder, economia e scuola a Ramoser) forse, però, un’apertura reale potrebbe pure esserci.