obdachloser.jpeg
Foto: Housing First Bz EO
Politik | Merano

Opportunità o scarto?

La Casa delle opportunità/„Chancenhaus“ presso Villa Katharina a Maia Bassa divide la politica. Eppure c'è chi, come Papa Francesco, ci invita ogni giorno a combattere la “cultura dello scarto”.
  • C’è una narrazione nel Paese, ben interpretata dai partiti che forse anche su questo hanno vinto le elezioni e ci governano, ovverossia che i poveri, nonostante le statistiche li diano in aumento, in realtà siano dei fannulloni, degli scrocconi, quando non imbroglioni che “se gli dai un dito si prendono una mano”, che rivendicano diritti e non conoscono doveri. Parassiti, insomma.

    E poi c’è il Pontefice che, con la sua autorità morale, fin dagli inizi del suo pontificato, combatte la “cultura dello scarto” che considera  “uno dei fenomeni più drammatici del nostro tempo, per il quale la società tende a mettere da parte tutto quello che non risponde ai criteri di efficienza, produttività, reattività, ma anche di bellezza, giovinezza, forza e vivacità”. 

    E lo fa con gli interventi pubblici, tra i quali l’Angelus del 29 gennaio 2023 in cui ha indicato ai fedeli tre sfide.

    La prima a non sprecare il dono che siamo noi, la seconda a non sprecare i doni che abbiamo. “I beni vanno custoditi e condivisi, in modo che a nessuno manchi il necessario” ha ribadito Papa Francesco. “Non sprechiamo quello che abbiamo, ma diffondiamo un’ecologia della giustizia e della carità, della condivisione”. La terza, infine, riguarda il non scartare le persone, perché “le persone non si possono buttare via! Ciascuno è un dono sacro, ciascuno è un dono unico, ad ogni età e in ogni condizione.”

    E quali antidoti alla cultura dello scarto Papa Bergoglio ha invitato ad utilizzare la “cultura della tenerezza” (20 febbraio 2023) che consiste nel prendersi cura dell’altro, o anche “l’ecologia integrale che rispetti la dignità e il valore di ogni persona umana e riconosca i tragici effetti del degrado ambientale sulla vita dei poveri” (20 aprile 2023). E ancora, la “cultura dell’armonia” che sa mettere insieme il concetto del riscatto, ossia del recupero dello scarto, con quello del riuso, dando così agli scarti “una nuova vita, che non consiste né nella ricostruzione di quella della loro origine, né in una nuova funzionalizzazione, ma semplicemente nel riproporli” , con “una dignità e una considerazione quale forse mai hanno avuto” (26 aprile 2023).

  • Villa Katharina/Zarenbrunn, in via Schaffer a Merano: qui dovrebbe sorgere la Casa delle Opportunità. Foto: Google Maps

    La “Casa delle opportunità/Chancenhaus” a Merano, di cui si fa un gran parlare in queste ultime settimane, rientra proprio nella cultura dell’armonia.

    Obiettivo del progetto elaborato, sul modello viennese, dalla Comunità Comprensoriale (nel cui esecutivo siede il Comune di Merano) di concerto con la Provincia è l’inclusione sociale di soggetti deboli. Riprendendo le parole dell’assessora Pamer, il fine della casa delle opportunità è “garantire un alloggio a giovani adulti in situazioni di precarietà abitativa, ma anche a genitori o sigle con figli in situazione d'emergenza. Ma non solo, anche quello di garantire l'inclusione delle persone ospitate attraverso progetti di integrazione lavorativa e sociale”.

    Il progetto, dopo una gestazione di un paio d’anni, sembrava in dirittura d’arrivo con l’individuazione di un immobile di proprietà della Provincia dove metterlo a terra (per usare il gergo politico) quando il sindaco (espressione de La Civica e Alleanza per Merano) e l’assessore provinciale al patrimonio (espressione a sua volta di una civica ed eletto in quota Lega) hanno imposto uno stop.
    A Villa Katharina, in via Schaffer, nel prestigioso quartiere di Maia Alta non s’ha da fare. 

    Non è stato il potentato SVP, che storicamente dimora ad Obermais, ad avanzare delle obiezioni, sono stati i suoi alleati a livello comunale e provinciale con motivazioni risibili, quali “ci sono altri immobili più idonei” e “vogliamo sapere con precisione chi ci andrà ad abitare”.
    Insomma uno screening dettagliato in base al quale accettare o meno se dare una mano a dei poveri cristi ed individuare un immobile dove alloggiarli, che non sia Villa Katharina a Maia Alta.

    Intanto il progetto è congelato, rinviato a prossimi incontri, ricognizioni e quant’altro. E gli ultimi possono attendere. 
    Quello che non può attendere è il gran Premio: ippica e glamor hanno detto nella stessa conferenza stampa, cavalli ed eleganza. Uomini in tight e donne con cappellini in stile Ascot, per la proposizione nostalgica di una Merano Belle Epoque che tanto piace a chi ci amministra.