Politik | Bolzano 2016

Bolzano: ecco la squadra di Holzmann

Saranno due le aggregazioni di centrodestra alle elezioni comunali. Con l’ex deputato si schierano Lillo, Sigismondi con Fratelli d’Italia e Ivan Benussi.

Con la ‘discesa in campo’ ufficiale di Giorgio Holzmann il centrodestra bolzanino nelle ultime ore ha scoperto le carte che intenderà (o meglio che sarà in grado di) giocare i prossimi 8 e 22 maggio a Bolzano, all’ennesima ‘migliore occasione’ per vincere le elezioni comunali. Si tratta di un traguardo che manca da sempre a questa parte politica, consapevole di poter contare (sulla carta) sul consenso della maggior parte degli elettori bolzanini, ma poi sempre incapace, in un modo o nell’altro, di centrare l’obiettivo.

Alla presunta Lista Unica del centrodestra, presentata nelle scorse settimane in modo altisonante da Alessandro Urzì ed in procinto di essere benedetta nientemeno che dal leader storico Silvio Berlusconi (che potrebbe tornare a Bolzano per la seconda volta dopo il ‘dito medio’ del 2005), nelle ultime ore il rivale di sempre Giorgio Holzmann da deciso di contrapporre un altro listone (si fa per dire), ottimisticamente denominato Alleanza per Bolzano
Come Holzmann nei giorni scorsi si è subito affrettato ad osservare, in realtà la lista unica di Urzì (per la verità ancora monca perché priva di nome, simbolo e soprattutto candidato sindaco) è in sostanza la riproposizione dell’alleanza di Alto Adige nel Cuore, Forza Italia ed Unitalia andata in scena alle comunali 2015 all’insegna di Urzì sindaco. Con due importanti novità, però: il passo indietro di Urzì e la scelta dei tre partiti di confluire in un’unica lista civica. 
Ebbene: al di là della intenzione (o presunzione) di accreditarsi come ‘vera coalizione del centrodestra’ e della scelta di propendere per una civica, le due proposte di Urzì e Holzmann in realtà differiscono al momento su tutto. 
In Alleanza per Bolzano infatti rispetto alla formazione promossa da Urzì (e forse un po’ troppo frettolosamente ‘benedetta’ dal sindaco di Laives Bianchi) il programma c’è, così come nome, simbolo e candidato sindaco nella figura di Giorgio Holzmann appunto. 
Altra differenza: in Alleanza per Bolzano viene si fa programmaticamente meno affidamento alla cosiddetta ‘società civile’ da dove Urzì nei prossimi giorni conta di riuscire ad estrarre un coniglio (pardon: candidato sindaco ) dal cappello. 
Insomma: per Holzmann la politica deve prendersi le sue responsabilità, contando sull’esperienza. Ed è per questo che alla presentazione del progetto dell’ex deputato si sono presentati assieme a lui nomi in grado storicamente di contare, puntando tutte le fiches dell’ardua scommessa sulla possibilità che l’elettorato di centrodestra voglia dare ancora un’occasione, sia a chi in passato in definitiva ha perso o fatto solo finta di vincere (Benussi nel maggio 2005), che anche a coloro che negli anni hanno svolto un importante e spesso prezioso ruolo di opposizione in consiglio comunale. 

Su tutti Ivan Benussi appunto, capace di ottenere ben 25mila voti nel maggio 2005 nel famoso ballottaggio vittorioso con Salghetti, addirittura aumentati a 26mila quando invece perse in novembre con Spagnolli. 
L’ex sindaco Benussi non ha più l’appeal di 10 anni fa, ma resta comunque un nome che conta a Bolzano visto che la sua lista lo scorso anno ha raccolto comunque 1500 voti ed il suo consenso come candidato sindaco allora si è valso anche dell’appoggio di Casapound (altri circa mille voti). 
Accanto ad Holzmann al tavolo di presentazione di Alleanza per Bolzano sedeva anche l’ex collega in consiglio provinciale ed amico Alberto Sigismondi, punto riferimento di Fratelli d’Italia a livello locale e sponsor della rediviva Maria Teresa Tomada, in procinto di tornare in campo dopo l’esclusione dal consiglio comunale dello scorso maggio. Dulcis in fundo neo alleato di Holzmann è anche Enrico Lillo, ormai fuoriuscito da Forza Italia e coordinatore locale dei Conservatori Riformisti di Raffaele Fitto. 
Dunque grazie al suo profilo moderato (fin troppo, vista la contestatissima partecipazione alla Leopoldina del PD altoatesino) Holzmann ha lasciato capire di avere buone possibilità di coinvolgere prossimamente nella sua alleanza anche altri frammenti (con una buona dose di consenso personale) del centrodestra moderato bolzanino. Come Massimo Berloffa, vicino al Nuovo Centrodestra di Alfano nell’ultimo scorcio della seconda legislatura guidata da Gigi Spagnolli. 

La Lega intanto resta a guardare, sostenendo sul palco il suo front man Vettori, curandosi del suo popolo e dei suoi classici temi (gestione dei profughi, su tutti) e guardandosi bene dal parteggiare, nonostante i sorrisi di Urzì (e i più recenti ghigni di Holzmann). 

Sullo sfondo delle due contrapposte e concorrenti ‘coalizioni di centrodestra’ restano in ogni caso due ‘convitate di pietra’, protagoniste 3 anni fa di una breve (e ormai lontanissima) avventura comune. 
Michaela Biancofiore, apparentemente messa in disparte dalla commissaria regionale Elisabetta Gardini, a più riprese ha fatto capire di non aver gradito la coalizione messa in cantiere secondo i dettami di Urzì. Negli ultimi giorni il suo ‘fastidio’ è cresciuto sulla scia di ulteriori proclami in merito a nuovi assi nella manica in termini di candidature (“in grado di indurre tutti ad un passo indietro”). E’ un film che si ripete, con la sensazione che però in questo, caso, ci si trovi ben al di là dei titoli di coda, ormai. 
La seconda protagonista sullo sfondo in questi giorni è, naturalmente, l’ex ex ex ex Elena Artioli. Che negli ultimi giorni ha ‘minacciato’ di scendere in campo addirittura come candidata sindaca, in caso di vittoria del candidato più di sinistra (Renzo Caramaschi) alle prossime primarie di (mini) coalizione del PD. Artioli ufficialmente non è più di destra. Ma tutti sono consapevoli che la consigliera provinciale e leader di Team Autonomie non è seconda a nessuno quanto ad intuito e spregiudicatezza. 

Insomma: nel centro destra le spinte per l’aggregazione ci sono, ma al contempo a condurre i giochi sono sempre i medesimi attori degli scorsi anni, anche se da posizioni (in parte) diverse. 
Sarà interessante vedere se l’elettorato ‘di centrodestra’ sarà in grado (o avrà voglia) di scorgere in questo scenario le motivazioni sufficienti innanzitutto per andare a votare e secondariamente per cercare di ottenere l’agognata vittoria
Sempre che per gli elettori bolzanini - con i tempi che corrono -  una vittoria (rappresentativa) in politica sia ancora un valore in sé.