Gesellschaft | La reazione

“Su Piazza Matteotti indagini vergognose”

Dura presa di posizione dell’Assemblea antifascista Bolzano sugli scontri verificatisi durante la visita di Matteo Salvini nel capoluogo altoatesino il 5 maggio scorso.

Una profonda e riprovevole ingiustizia quella compiuta ai danni dei 19 manifestanti indagati per gli scontri di piazza, avvenuti il 5 maggio scorso, durante il comizio del leader della Lega Nord Matteo Salvini a Bolzano. Un’ingiustizia avallata da questura e media colpevoli di riservare un “trattamento di favore ai fascisti di Casapound”. È quanto denuncia in un comunicato - riportato sulla pagina Facebook dell’Osservatorio contro i fascismi Trentino Alto Adige-Südtirol - l'Assemblea Antifascista Bolzano esprimendo “piena solidarietà ai denunciati”.

L’epicentro della protesta è, come anticipato, la visita di Salvini nel capoluogo altoatesino al fine di catalizzare consensi per la Lega in corsa alle elezioni del 10 maggio. “Un gruppo di persone si è radunato spontaneamente e in modo autonomo per contestare e non lasciare passare in silenzio le menzogne e le falsità che tale personaggio asserisce. Si è trattato di una contestazione tranquilla: slogan ironici cartelli e battute”, dicono gli antifascisti. Una contestazione che, peraltro, il segretario della Lega Nord (ieri a Roncone in Trentino per l’ennesima manifestazione contro l'arrivo nei prossimi giorni di una decina di profughi) non aveva mancato di deridere dal suo “scranno”, sul palco di Piazza Matteotti, con piglio provocatorio e reprensibile. “Vogliamo più lavoro per tutti, magari anche per quei 20 sfigati che stanno manifestando adesso - aveva ironizzato Salvini -. Una volta rasi al suolo i campi rom con le ruspe passiamo ai centri sociali”.

Come se non bastasse, rispondendo all’irresistibile richiamo della piazza, nel frattempo aveva fatto la sua apparizione una compagine di estrema destra fra cui militanti di Casapound, come l’attuale consigliere comunale Andrea Bonazza, Mirko Gasperi e Sandro Trigolo, causando - riferisce la controparte - la rissa, poi sedata dagli agenti di polizia in tenuta antisommossa. Il risultato, tuttavia, è che a finire nel mirino della Procura sono stati i militanti di sinistra coinvolti nello scontro.

“Il 5 agosto la questura di Bolzano notifica a 18 tra i contestatori l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, in cui viene addotta l'accusa di violazione dell'articolo 18 del r.d. 1931, ovvero 'manifestazione non autorizzata'. In piazza, quel 5 maggio, la tensione è iniziata quando un gruppo di fascisti, alleati politicamente con la Lega Nord attraverso il movimento 'Sovranità', ha tentato di aggredire gli antirazzisti. Come documentato nei numerosi video della giornata, si può individuare tra gli aggressori il consigliere Andrea Bonazza ed altri eletti nei consigli di quartiere. Oltre a loro erano presenti anche alcuni militanti di Casapound, coinvolti nel pestaggio avvenuto poche settimane prima ai danni di un giovane attivista, conclusosi con un risarcimento di mille euro.” (Assemblea antifascisti Bolzano)

A difendere la propria posizione e quella degli altri denunciati anche il cantautore Andrea Maffei in un'intervista del 18 agosto scorso sul Corriere dell’Alto Adige: “non sono un capopopolo e non è mio uso incitare le persone ai dissensi. Mi sono meravigliato molto di quanto accaduto: il mio non voleva essere un appuntamenti per dare vita a contestazioni: ho solo ricordato alle persone che non 'sposano' la politica di Salvini l’appuntamento in piazza Matteotti alle 18.30 del 5 maggio scorso. Tutto qui. Noi non siamo andati lì per scontrarci con nessuno. Al contrario di quanto invece ha fatto Casapound, per cui è dovuta intervenire la polizia con i manganelli. Vedremo cosa accadrà, ma da parte mia so di non avere fatto nulla di sbagliato”. 

Il gruppo antifascista prosegue, nel comunicato, con il suo j’accuse contro i media - rei di non aver puntato a dovere i riflettori sulle aggressioni squadriste e sulle identità dei così chiamati fascisti del terzo millennio - e contro gli organi giudiziari, parlando di “indagini vergognose” circa i fatti di piazza Matteotti. “Non si può fare a meno di notare come questi provvedimenti giudiziari siano un mero e vano tentativo di intimidire e reprimere oggi e in futuro ogni dissenso. Questo è il messaggio che la Procura e la questura ci trasmettono. Contestare Salvini e i suoi servi squadristi rimane il minimo che si possa fare per evitare di sprofondare nella rassegnazione e per tentare di costruire una società in cui la solidarietà e la condivisione spazzino via solitudine e isolamento”.