Brennero, ad aprile le transenne
Grenzmanagement: la „gestione dei valichi di frontiera“, neologismo burocratese che sta a indicare la ripresa dei controlli di frontiera da parte dell'Austria, con contestuale montaggio di barriere metalliche, partirà ad aprile. Lo ha annunciato il direttore della polizia tirolese Helmut Tomac ai sindaci e ai presidenti dei circondari interessati. Dunque al Brennero, pochi giorni dopo Pasqua, le autorità austriache inizieranno a realizzare la nuova struttura per il controllo degli ingressi, con fabbricati, container per l'identificazione dei profughi diretti in Austria e alte transenne per regolarne il traffico. "Naturalmente cercheremo di ridurre al minimo indispensabile l'utilizzo di barriere", ha detto Tomasic. In relazione ai timori che si possano verificare code e ritardi ai valichi a causa della ripresa dei controlli, il dirigente della polizia tirolese ha assicurato: "Non controlleremo i documenti di ogni singola persona che varcherà il confine." I controlli saranno per lo più "a vista", ha spiegato Tomasic.
Interpellato dal quotidiano Dolomiten sulla resurrezione del confine del Brennero, l'ex ministro degli Esteri austriaco Peter Jankowitsch (SPÖ) ha parlato di una "fitta al cuore". I controlli di frontiera preannunciati dall'Austria sono una scelta "anacronistica", ha dichiarato, che "Bruno Kreisky (cancelliere austriaco dal 1970 1983, n. d. r.) non avrebbe mai fatto". Jankowitsch si è detto contrario alla ripresa dei controlli di frontiera "per motivi di ordine storico e per motivi legati all'attualità". "Il confine del Brennero non è paragonabile al quello di Spielfeld: al di là del Brennero vive una consistente minoranza austriaca, per cui lo considero di fatto un confine interno all'Austria." Per l'ex ministro, attualmente in Alto Adige per partecipare allo spettacolo VVB Bombenjahre, tra i politici austriaci la sensibilità per la questione sudtirolese va scemando: "Col passare degli anni, si è affievolita la consapevolezza che il Sudtirolo è una parte di noi."