“Se non è un furto questo…”
Sostituire i 10 consorzi turistici provinciali con tre unità regionali di management: questo il modello organizzativo approvato ieri (23 febbraio) a Palazzo Widmann. “Una governance costruita dal basso che indubbiamente rafforza il ruolo delle associazioni turistiche”, aveva commentato soddisfatto il Landeshauptmann Arno Kompatscher a margine dell’incontro con il direttore dell’Area turismo della Provincia Hansjörg Haller e il gruppo di lavoro che ha concepito il nuovo modello del settore turistico altoatesino. L’obiettivo di questa riorganizzazione: rafforzare la promozione turistica sul territorio, potenziando ulteriormente i marchi forti collegandoli più strettamente con il marchio ombrello dell’Alto Adige e puntando, non da ultimo, sull’aspetto legato al marketing. Nello specifico le unità regionali faranno riferimento all'IDM, l'Azienda speciale per l'economia, ma saranno insediate sul territorio in due uffici distinti così da garantire lo scambio costante con le associazioni turistiche locali. Secondo gli studi condotti dal gruppo di lavoro preposto sul piano internazionale il marchio Alto Adige-Südtirol godrebbe di una notorietà di gran lunga maggiore rispetto a tutti gli altri marchi e località della provincia, le quali dovranno beneficiare ancora di più del marchio Alto Adige e potranno partecipare più attivamente a iniziative locali e sovracomunali.
Il presidente Kompatscher con il direttore dell'Area turismo della Provincia, Hansjörg Haller (Foto USP/mgp)
Seguirà il coinvolgimento di associazioni e consorzi turistici fino all’entrata in vigore della nuova struttura che avverrà il 1° gennaio 2018. Il prossimo 7 marzo, intanto, il gruppo di lavoro - che comprende LTS (Associazione provinciale delle organizzazioni turistiche), HGV-Unione albergatori, agriturismi, affittacamere privati, gestori di campeggi, Consorzio dei Comuni e Provincia - presenterà il nuovo modello alle parti interessate. Per quanto riguarda invece i finanziamenti verrà elaborato un sistema combinato che suddivide la responsabilità fra l'ente pubblico e il settore turistico.
Una riorganizzazione, questa del comparto turistico, che tuttavia non piace alla compagine ladina. “Si tratta di un tentativo di furto nei confronti delle valli ladine che verrebbero fortemente penalizzate da questo costituendo modello” - attacca Albert Pizzinini della lista Ladins Dolomites a Badia. “Bisognerà vedere come verranno organizzate queste unità perché a quanto pare non si tiene conto del fatto che i ladini hanno già costruito negli anni marchi riconosciuti a livello internazionale - prosegue Pizzinini che insiste: “La Val Pusteria che, secondo il piano, dovrebbe essere aggregata alle valli ladine, ad esempio, ha un turismo di massa che non può ‘sovrapporsi’ a quello di natura più propriamente qualitativa delle suddette valli ladine”. Quale soluzione, allora? “Vanno tutelate le ragioni ladine, quello che faremo ora sarà invitare tutti gli associati a rifiutare il pagamento dei contributi volontari alla causa, dal momento che anche la ripartizione dei fondi va inevitabilmente a discapito delle valli ladine”, così Pizzinini.