Gesellschaft | 25 Aprile

Resistenza e Gen Z

Alle Marcelline un incontro con lo storico Leopold Steurer per parlare di resistenza, guerra e totalitarismi. Uno studente racconta il significato del 25 aprile per la sua generazione.
Marcelline Bolzano
Foto: privato
  • Gli studenti delle Marcelline di Bolzano hanno partecipato il 15 aprile a un incontro con lo storico Leopold Steurer per celebrare l’ottantesimo anniversario della Resistenza antinazista e per presentare alcuni articoli scritti da loro sul tema, raccolti nella rivista mensile “Mosaico di Pace”.  Hanno partecipato anche gli studenti  del liceo artistico De Nittis di Barletta. Questi ultimi hanno giocato un ruolo importante nella realizzazione del dossier sulla resistenza, contribuendo con illustrazioni grafiche agli articoli, che toccano diverse tematiche, tra tutte un aspetto della resistenza poco tematizzato: la lotta disarmata e silenziosa, ma non per questo meno importante, delle donne nel contrasto contro il nazifascismo e il loro ruolo nella ricostruzione del nostro paese.  Tra loro due figure in particolare: Lidia Menapace, politica, staffetta partigiana e attivista militante, una delle figure di riferimento femminili nella ricostruzione dell’Italia e protagonista del movimento femminista italiano, che  contribuì alla creazione di un pensiero femminista che criticava il patriarcato e si opponeva alla discriminazione delle donne. E poi Luciana Romoli, nome di battaglia “Luce”, staffetta partigiana a soli tredici anni. Girava in bici per la città di Roma, trasportando armi e cibo o passando ordini. Viveva sotto il costante rischio di essere beccata, ergo violentata, torturata e uccisa dai Nazisti. Per questo motivo suo padre aveva dato a lei e sua sorella due pasticche di cianuro: il suicidio era l’opzione preferibile alla cattura.


     

    Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare - Primo Levi

     

    Steurer ha ricostruito la storia della resistenza da parte di alcuni sudtirolesi  durante la seconda guerra mondiale, raccontando come la lotta armata fosse stata irrealizzabile, sottolineando però l’importanza del vasto movimento non violento di obiettori di coscienza che si opposero alla chiamata alle armi. In tale occasione Steurer ha citato il sarentinese Franz Thaler che non aderì alle SS e che per questo venne internato nel campo di concentramento a Dachau. Lo storico ha anche raccontato le dure contromisure alla diserzione da parte dei nazifascisti, che tramite la cosiddetta “Sippenhaft” (incarcerazione dei congiunti), cercarono di porre fine a questo fenomeno di obiezione. 

    Alla fine Steurer ha ricordato l’importanza dei movimenti di resistenza e la fragilità delle nostre democrazie, parlando di diritto alla disobbedienza: “La disobbedienza alle ingiustizie delle autorità dello stato è il nucleo di ogni forma di resistenza. La disobbedienza è una virtù," ha detto.

  • Ora tocca a noi ricordare la nostra storia

    Marcelline di Bolzano: Gli studenti incontrano lo storico Leopold Steurer per parlare di resistenza, guerra e totalitarismi. Foto: privato

    Gli articoli  pubblicati nel “Mosaico della pace”, riguardanti la Resistenza dal punto di vista dei giovani, si intitolano “Letteratura in collina”, “Perché l’amore resti”, “Lidia e le altre”, “Non solo staffette”.  Non mancano i riferimenti letterari: i ragazzi hanno rielaborato gli scritti di Giuseppe Fenoglio, Cesare Pavese e Italo Calvino del dopoguerra. Pagine di letteratura che raccontano le ardue realtà della guerra, ma che parlano anche del riscatto partigiano. Inoltre i ragazzi hanno raccontato la loro percezione della resistenza e come essa possa essere collegata a temi moderni, quali il bullismo.

    L’immagine risultante dalla lettura di questi articoli si distanzia molto dalla classica idea del giovane svogliato e privo di ideali. Tra quelle pagine sembra riaffiorare l’animo di una generazione disorientata, perché lasciata da sola, persa, perché poco ascoltata. Proprio questa generazione sembra sapersi identificare particolarmente bene con la Resistenza. D’altronde molti dei partigiani erano giovani che si ribellavano, ostacolati dalle difficoltà della guerra, ma pronti a dare la loro vita per i valori della libertà e della giustizia.

     

    Dove l’ignoranza regna sovrana, 
    non v’è alcuna possibilità di trovare la pace Dalai Lama

     

    La guerra potrebbe sembrarci un evento del passato, lontano da noi. Purtroppo la realtà odierna punta in tutt’altra direzione, alimentando dibattiti e discussioni a livello nazionale e europeo. Nonostante il ruolo centrale dei giovani per il futuro, le loro opinioni non sono ritenute degne di ascolto. Il panorama politico italiano sembra essere di dominio gerontocratico. I giovani non hanno né importanza, né voce in questo paese. Certo, l’Italia sta invecchiando, ma non dovremmo forse esattamente per questa ragione donare voce a noi giovani, al futuro del nostro paese?
     

    Chi parla di riarmo, di leva militare e di deterrenza non dovrà andarci in trincea, noi sì. Loro non dovranno premere il grilletto, noi sì. Loro non dovranno uccidere, noi sì. Sono loro a volercelo imporre e noi non possiamo permetterci di tacere – non con gli orrori del passato alle spalle. Non dimentichiamoci di Luce, di Lidia e di tutti i partigiani attivi nella lotta contro l’ingiustizia.  Ora più che mai è necessario fare sentire la nostra voce, combattendo per la pace e la giustizia sociale di cui abbiamo bisogno.

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Profil für Benutzer Josef Fulterer
Josef Fulterer Fr., 18.04.2025 - 06:33

"SEHR GUT, wenn sich die heran-Wachsenden über die Politik -u m f a s s e n d- informieren wollen + sich nicht nur mit den GLOR-reichen Schilderungen gewisser Parteien zufrieden geben ...!"

Fr., 18.04.2025 - 06:33 Permalink