“I CPR non portano più sicurezza”

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L’ipotesi di aprire due “mini-CPR” a Trento e a Bolzano è entrata nel dibattito pubblico ormai dal 2021. A volerlo sono i governi delle due Provincie autonome di Trento e Bolzano d’intesa con il governo di Roma. Appena a sei mesi fa il Ministro degli interni Matteo Piantedosi aveva firmato a Bolzano un accordo quadro con Arno Kompatscher e Ulli Mair, promettendo un CPR a Bolzano entro il 2025. “Sull'utilità del CPR si è fatta molta propaganda, adesso rischiamo che l'idea si concretizzi”, ha affermato Guido Margheri, Presidente dell’ANPI Alto Adige, durante un’assemblea pubblica organizzata da Spazio77 per opporsi alla costruzione di uno o più CPR in Regione.
Ma perché molti vogliono un CPR in Provincia? Per garantire più sicurezza, ma funziona davvero così? Durante la serata di ieri (14 maggio) questo assioma “CPR = sicurezza” è stato smontato partendo proprio da chi finisce in queste strutture detentive. Si tratta di strutture che servono alla cosiddetta detenzione amministrativa, luoghi di privazione della libertà personale destinati a persone non provenienti dai paesi dell’Unione Europea che sono presenti irregolarmente sul territorio italiano. Chi finisce in un CPR non lo fa per aver commesso un reato, né per seguire un percorso di riabilitazione.
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Eppure, nel dibattito pubblico si è fatta più volte confusione. Negli ultimi mesi di campagna elettorale per le comunali di Bolzano, alcuni rappresentanti politici hanno sostenuto un approccio incentrato sulla sicurezza per affrontare la questione dell’accoglienza. Come riportato da SALTO, il candidato sindaco del centrodestra, Claudio Corrarati, ha proposto controlli più rigidi per chi arriva in città, associando la gestione delle persone senza dimora all’idea di creare un Centro di permanenza per il rimpatrio (CPR). “Il CPR non è una tragedia ma una necessità assoluta – ha dichiarato Corrarati –. È necessario che chi arrivi in questa città riceva controlli adeguati. Se le persone non sono capaci di essere controllate, non possono rimanere in strada, anche perché sono pericolose per la collettività. Per dare una mano alle forze dell’ordine bisogna trovare un luogo dove mettere provvisoriamente dentro le persone in attesa che vengano rimpatriate”.
Il timore diffuso tra i partecipanti all’assemblea è che, se sarà il centrodestra a governare la città di Bolzano, i piani per il CPR diventeranno terribilmente concreti. Le situazioni a Trento e Bolzano sono però nettamente diverse: a Bolzano esiste già un’area espropriata vicina all’aeroporto che potrebbe essere adibita alla costruzione della struttura che molto spesso consiste semplicemente in container. A Trento invece l’area non è ancora individuata e c’è anche un chiaro “no” politico da parte del neoeletto sindaco di Trento Franco Ianeselli.
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I CPR in Italia
Si tratta dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio, le controverse strutture per la detenzione amministrativa delle persone straniere irregolari sul territorio. In Italia ce ne sono 10, per un totale di 1.300 posti letto (ci sono a Bari, Brindisi, Caltanissetta, Gradisca d’Isonzo, Macomer, Milano, Palazzo San Gervasio, Roma, Torino e Trapani). A questi va aggiunto il centro per migranti di Gjader, in Albania, in origine concepito come un centro multifunzionale per migranti, ma che, dopo il fallimento di questo progetto, è stato infine destinato a diventare un normale CPR. Si tratta di centri in cui vengono detenute le persone che non hanno un permesso di soggiorno valido per rimanere in Italia, in attesa di essere espulse. Un modello fallimentare che, secondo il report “Trattenuti” di ActionAid del 2024, rimpatria appena il 10% delle persone con ordine di espulsione. Queste strutture per il rimpatrio esistono da oltre trent’anni, ma hanno subito una notevole accelerata nel 2017 quando il Ministro dell’Interno del governo Gentiloni Marco Minniti li ha battezzati con l’attuale nome e ne ha triplicato la capienza.
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Nel dibattito è emerso come a contribuire a questa convinzione sia una narrazione dominante. “La trasformazione progressiva dei problemi legati all’immigrazione e alla sicurezza in emergenze permanenti sfruttate politicamente è ormai una tendenza globale”, ha dichiarato Luca Di Biasio, neoeletto consigliere comunale dell’alleanza Verdi – Sinistra die Linke. “Nella testa delle persone non è proprio chiaro cosa sia un CPR e che si tratta molto spesso di veri e propri lager dove vengono a mancare i diritti umani”. “Persino personalità moderate, come la senatrice Julia Unterberger della SVP, finiscono per sostenere i CPR, convinte che vi finiscano solo criminali. Ma la verità è che nella stragrande maggioranza dei casi, nei CPR finiscono persone che non hanno commesso reati”, ha aggiunto Margheri.
“L’idea che un CPR con 25 persone possa risolvere il problema della sicurezza è una pura illusione”
L’assemblea si è conclusa con un obiettivo: manifestare per fermare la costruzione del CPR ma soprattutto costruire una contronarrazione. “L’idea che un CPR con 25 persone possa risolvere il problema della sicurezza è una pura illusione. Bisogna reagire, con strumenti legali e democratici, costruendo un consenso alternativo per politiche alternative e spiegare che l’immigrazione è una risorsa”, ha dichirato Margheri. “Bisogna che le persone si rendano anche conto che un CPR non porterà più sicurezza, anzi, rischia di dirottare le poche forze dell’ordine presenti in quella struttura”, ha aggiunto Di Biasio. Insomma, la situazione è preoccupante ma non insormontabile, si augura Margheri: “Siamo davanti a una situazione in cui emergenza, ideologia e discriminazione si combinano per demolire diritti e opportunità, quando invece queste differenze potrebbero essere la base di un futuro migliore.
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Sarebbe stato interessante dar voce alle pluralità che si sono espresse all'interno dell'assemblea proprio per uscire dalla logica del singolo.
La mera presenza o l…
La mera presenza o l’ingresso nel territorio dello Stato senza visto o altra documentazione costituisce reato (art. 10-bis del Testo unico sull’immigrazione). https://temi.camera.it/leg19/post/19_pl18_le_principali_misure_della_xv…
Con l'affermazione «chi finisce in un CPR non lo fa per aver commesso un reato», l’autrice dell’articolo perde ogni credibilità. Mi auguro che si tratti di un errore dovuto a una scarsa conoscenza della normativa, e non del tentativo di imporre la propria ideologia ai lettori di Salto.
Che è un "non reato" infatti…
Che è un "non reato" infatti la detenzione all'interno dei CPR si definisce "detenzione amministrativa".
https://www.amnesty.it/la-detenzione-amministrativa-delle-persone-migra…
Se lei non avesse un passaporto italiano, probabilmente capirebbe di che cosa stiamo parlando ma semplicemente si eleva dall'alto dei suoi privilegi.
Antwort auf Che è un "non reato" infatti… von Bozen Solidale
1) Per quanto ne so io, il…
1) Per quanto ne so io, il governo utilizza la detenzione amministrativa invece della persecuzione penale per il reato di immigrazione clandestina perché si tratta di uno strumento più rapido e che mette meno pressione sul sistema giudiziario. Ciò non cambia il fatto che gli immigrati clandestini commettano un reato nel momento stesso in cui mettono piede sul territorio nazionale (reato sospeso nel caso venga presentata una domanda di protezione internazionale). Pertanto, la generalizzazione fatta dall'autrice e da Margheri, secondo cui le persone nei CPR non avrebbero commesso alcun reato, è palesemente falsa.
2) Ammetto che, come cittadino europeo, parlo da una posizione privilegiata. Tuttavia, mi trovo in questa posizione proprio perché vivo in uno Stato di diritto, non in un'anarchia. Lo Stato di diritto prevede modalità ben definite per entrare a far parte della comunità italiana e vieta l'immigrazione clandestina. Se qualcuno non è d'accordo con questa normativa, allora in uno Stato democratico la soluzione non è quella di proteggere persone che violano la legge o tentare di ostacolarne l'applicazione, ma di convincere il 50% + 1 della popolazione del proprio punto di vista e cambiare la legge.
Antwort auf 1) Per quanto ne so io, il… von ergo
Il reato di immigrazione…
Il reato di immigrazione clandestina è funzionale ad uno Stato razzista e persecutorio. Non sempre le leggi sono giuste.
Probabilmente se fosse vissuto durante il periodo nazista avrebbe avvallato le leggi che hanno portato al genocidio di ebrei, rom e Sinti, omosessuali ecc.
Se poi, banalmente, domattina, a causa di una guerra in Europa o dí cambiamenti climatici estremi si dovesse spostare dal posto in cui vive, magari con una certa velocità, e il suo passaporto diventasse carta straccia, le auguriamo di non attraversare confini militarizzati con il rischio di perdere la vita o di non finire in un centro di detenzione amministrativa per aver commesso il "reato" di essere entrato illegalmente in un altro Stato.
Glielo auguriamo con il cuore!
Antwort auf Il reato di immigrazione… von Bozen Solidale
Ma dove c'è scritto che la…
Ma dove c'è scritto che la detenzione amministrativa discrimina per razza?
Vorrei solo far notare che se gli immigrati non assumono certi valori e costumi i quali hanno fatto sorgere l'occidente il nostro paese somiglierà sempre di più ai paesi dove provengono queste persone.
Le culture che sopprimono l'individuo e ripudiano i valori dell' illuminismo si stanno sempre più diffondendo.