Bolzano e Taranto, lontane e vicine
"La convivenza tra i centri abitati e i grandi impianti siderurgici è quanto mai difficile. L'Italia è piena di casi di "divorzio" tra fabbrica e città con tutte le conseguenze negative del caso: a Bagnoli, a Cornigliano, a Piombino hanno perso entrambe le parti. Non hanno vinto ne' le istanze ambientali degli abitanti, ne'quelle occupazionali e produttive dei sindacati e delle imprese.
Il prossimo 6 settembre a Taranto, si giocherà il futuro dell'Ilva, uno dei maggiori impianti italiani: la proprietà ha annunciato l'intenzione di chiudere lo stabilimento e per 15.000 dipendenti si prospetta un futuro nero. La partita tra Governo, Sindacati, Ambientalisti e Impresa potrebbe avere un pessimo finale per tutti.
A Bolzano nel 1994 la situazione era altrettanto o forse più complessa. La Falck aveva annunciato l'intenzione di chiudere le Acciaierie, i cittadini dei quartieri contigui erano esasperati dall'inquinamento, i sindacati mobilitati a difesa dei posti di lavoro. E l'Ente Pubblico, la Provincia Autonoma di Bolzano? Per essa si apriva una sfida veramente difficile, in quanto governata da un partito - la Südtiroler Volkspartei -SVP - in generale poco propensa verso l'industria e, in questo caso, favorevole alla chiusura dello stabilimento, costruito durante il Fascismo con esplicite finalità di snazionalizzazione dei Sudtirolesi. Tra la Falck che se ne voleva andare e la Provincia politicamente ostile, la partita era persa in partenza.
E'a questo punto che il confronto tra le parti fa un salto di qualità politico in quanto tutti capiscono che sulle macerie di un mancato accordo non si costruisce il futuro desiderato dai singoli.
La Provincia escogita una soluzione di garanzia per tutta la comunità locale in quanto acquista il terreno dai Falck e si garantisce così il diritto di poter determinare il futuro anche urbanistico dell'insediamento. I cittadini ben organizzati nei loro comitati approfondiscono in modo pragmatico le soluzioni tecnicamente possibili per ridurre al minimo l'inquinamento acustico e dell'aria. Il Sindacato si batte per la continuità occupazionale. A questo punto lo stabilimento può essere concesso in affitto al gruppo Amenduni, che si insedia col vincolo di investire nell'ambiente e nell'aggiornamento tecnologico.
A 35 anni di distanza, la fabbrica va e paga tasse alla Provincia fino a diventarne il secondo contribuente e la convivenza con i quartieri funziona. La SVP ha superato le sue posizioni iniziali, sconcertando i nazionalisti italiani abituati a considerarla il killer dei posti di lavoro italiani.
Bolzano è ora una delle poche città ad aver fatto pace con le sue Acciaierie "urbane".
Ha vinto la Politica con la P maiuscola, che ha saputo mediare in modo pragmatico e trovare soluzioni adatte a salvaguardare ambiente, lavoro e convivenza sociale ed etnica.
Taranto è molto lontana da Bolzano, il metodo potrebbe non essere poi così..lontano."
(www.albertostenico.it)