Kultur | Salto Afternoon

Star Wars: Gli Ultimi Jedi

​L’ottavo episodio della saga “Star Wars”, in realtà il secondo della terza trilogia è nelle sale a Bolzano fino domani.
star_wars_3.jpg
Foto: Cineplexx

The Last Jedi (il titolo originale lascia maggiore ambiguità se singolare o plurale, rispetto al titolo scelto in italiano… Gli ultimi Jedi) pare essere Luke Skywalker (interpretato da sempre dall’attore statunitense Mark Hamill) rifugiatosi su un’isola in un pianeta lontano, e tutto il gruppo della resistenza attorno alla principessa Leia (interpretata dalla compianta Carrie Fisher, morta per un infarto nel dicembre 2016 a soli sessant’anni) spera nel suo ritorno affinché lui possa guidare la ribellione contro il Primo Ordine sempre più potente nella galassia lontana in cui è ambientata l’intera storia.

Ma com’era iniziato il tutto? L’idea delle guerre stellari è di George Lucas che ha firmato il primo film omonimo uscito nel 1977 e la cui Lucas Film ha detenuto i diritti dell’intera saga fino al termine delle prime due trilogie finché non è stata acquistata dalla Disney Company nel 2012. In una intervista Lucas spiegò che “da bambino leggevo molta fantascienza, ma, invece di leggere autori tecnici e di fantascienza del tipo Isaac Asimov, ero interessato a un approccio fantastico, surreale al genere. Crebbi con queste influenze. Guerre stellari è una sorta di raccolta di queste fonti, mai mescolate in una sola storia prima, mai apparse al cinema. Ci sono molti influssi del genere western, mitologia e film di samurai. È un insieme di cose che stanno alla grande insieme”. Infatti, uno dei modelli fu La fortezza nascosta di Akira Kurosawa nonché Dune di Frank Herbert, la filosofia jedi sulla “forza” attinge a piene mani dalle culture e spiritualità orientali, dal buddismo al taoismo, dalla forza vitale del “ki” nota dalle arti marziali alla nascente new age che in quel periodo aveva condotto in occidente molti degli elementi del pensiero orientale. Il grande successo di Guerre stellari portò subito al secondo L’Impero colpisce ancora e al terzo Il ritorno degli Jedi. Dietro l’ideazione della saga ambientata nella lontana galassia - ogni episodio inizia col tipico incipit del main theme musicale e la tipica scritta gialla che si inoltra nella profondità dell’universo infinito - ci sono riferimenti anche concreti alla politica e alla storia recente di lotte tra poteri terrestri, per cui a dire dello stesso Lucas, il primo film era una sua reazione personale alla presidenza di Richard Nixon e la guerra nel Vietnam (in quegli anni in pieno corso), mentre a ben guardare l’impostazione dell’Impero Galattico si rifà molto alla Germania nazista, non ultimo nelle uniformi stilizzate che si rifanno a quel periodo storico e il nome dell’armata stormtrooper che si rifà alle unità di assalto di Hitler. Via via andando oltre alla semplice rappresentazione della storia si scorgono poi altri paralleli con la Storia che per altro si ripetono dai tempi dei tempi, come la manipolazione delle istituzioni democratiche all’interno di una dittatura di fatto nata per consenso della popolazione. Non credo di dover elencare esempi che per tutti sono all’ordine del giorno nei nostri notiziari.

Torniamo a Guerre stellari. Nei tardi anni novanta Lucas ebbe l’idea di anteporre alla sua trilogia un’altra come prequel, anziché produrre un sequel, avendo lui parecchio materiale nei suoi cassetti perché “quando scrissi la sceneggiatura avevo delineato un passato per tutti i personaggi, in modo da sapere da dove venissero, come si incastravano tra di loro e qual era la loro storia. Ciò andò a formare una bozza con brevi descrizioni sull'identità e la provenienza di ognuno. Non era mia intenzione realizzarne un film... Era semplicemente una piccola backstory su chi erano i Jedi, com’era la Repubblica e qual era il rapporto tra Obi-Wan e Dart Fener... e l’Imperatore, e soprattutto di cos’è l’Impero”.

Trailer Ufficiale

Nacquero così i film che spiegano com’era nato Annakin, il perché si era venduto alle forze del male, da dove venivano Luke e Leia, di com’era nato il Potere del Male. E nella terza trilogia, che non ha più niente a che fare con George Lucas, tant’è che nei titoli viene sottolineato che i film sono costruiti sulla base di personaggi inventati da lui, assieme a droidi e robot (ricordiamo l’ironico C-3PO) si procede nella narrazione delle vicende nella lontana galassia. Il punto forte, a mio avviso, è di aver affidato a Rey (Daisy Ridley), una ragazza giunta “dal nulla” che ha in sé il nucleo per attuare Il risveglio della Forza (lo abbiamo visto nel film uscito nelle sale italiane a Natale 2016): è lei ad affrontare Kylo Ren (interpretato da Adam Driver) anche in questo nuovo episodio, in un nuovo modo, per cercare di equilibrare secondo le fondamenta degli insegnamenti del maestro Yoda il bene e il male, ed è lei in cui la resistenza pone la massima fiducia. L’aspetto interessante di The Last Jedi è che c’è una continua alternanza tra bene e male, così oltre alle varie battaglie, ormai punto fermo assistito dai grandiosi effetti speciali che rendono soprattutto nella versione in 3D, sono brevi momenti di grande umanità, come la ribelle Rose che mette a rischio la propria vita per salvare Finn (Raul Boyega) da un’azione suicida perché “meglio di uccidere le cose che odiamo, è salvare quelle che amiamo”…