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“Vino, una buona annata”

Vendemmia 2020 favorevole nonostante il maltempo, dice il Consorzio vino Alto Adige. Più qualità per mitigare il calo di vendite causa Covid. “Bene Pinot nero e Lagrein”.
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Foto: IDM

La vendemmia 2020 è stata completata e l’industria vinicola altoatesina sta quindi tracciando un bilancio iniziale che si rivela piuttosto positivo, come spiegano i produttori altoatesini. Nonostante una fioritura precoce da record, seguita a diverse fasi di maltempo, l’annata 2020 risulta promettente per i viticoltori e i maestri di cantina. Una buona notizia in tempi difficili a livello economico e in piena emergenza per la seconda ondata del coronavirus. “Le sfide sono state particolarmente grandi quest’anno, ma le nostre misure di qualità hanno avuto effetto”, afferma Massimiliano Niedermayr, presidente del Consorzio vino Alto Adige. “Sarà un’annata di vini rossi molto interessanti, ci aspettiamo tanto da Pinot nero e Lagrein”, dice Stephan Filippi (Cantina di Bolzano).

 

Maltempo, rischio presente

 

La vendemmia in Alto Adige è iniziata quest’anno nei primi giorni di settembre, da otto a dieci giorni prima rispetto agli altri anni, raccontano dal consorzio. Meteorologicamente, è stato il riflesso di tutta la stagione: anche durante la fase di maturazione, c’erano sempre piogge, e qualche giorno prima della vendemmia, anche grandine e tempeste. “Quando eventi così estremi rovinano in pochi minuti il lavoro di un anno intero, è difficile per i viticoltori farcela”, spiega Niedermayr.

Le sfide sono state particolarmente grandi quest’anno, a cominciare da pioggia, grandine e tempeste, ma le nostre misure di qualità hanno avuto effetto (Maximilian Niedermayr)

Le grandinate e le forti piogge di fine agosto sono stati solo due estremi di un anno impegnativo per i viticoltori altoatesini. L’inverno e la primavera erano simili agli alti e bassi meteorologici. Così, a un caldo superiore alla media, soprattutto in febbraio quasi primaverile ed eccezionalmente asciutto, ha fatto seguito un marzo piovoso e fresco. I contadini hanno dovuto addirittura contrastare un periodo freddo alla fine del mese con misure di protezione dal gelo in alcune zone. Il marzo eccessivamente freddo ha fatto sì che quest’anno il germogliamento nei vigneti osservato dall’Istituto statale di ricerca di Laimburg sia avvenuto molto più tardi rispetto alla media decennale.

 

 

Tuttavia, è stato possibile recuperare questo ritardo nei mesi di aprile e maggio. Il sole, le alte temperature e la siccità hanno garantito una fioritura precoce da record, che nelle zone a maturazione precoce della valle dell’Adige e della pianura è iniziata già il 10 maggio. “Questa è una delle prime fioriture mai osservate”, ha detto Barbara Raifer, responsabile del settore viticolo presso il centro sperimentale di Laimburg.

Il controllo mirato sulla quantità, ancora più importante viste le difficoltà di vendita per il Covid, è un pilastro della nostra politica per mantenere il vino altoatesino nel segmento premium (Niedermayr)

 

 

Controllo mirato della quantità

 

Quantitativamente, l’annata di quest’anno è un’annata media dopo gli alti e bassi legati al tempo durante l’intero periodo vegetativo. “Ciò è dovuto anche e soprattutto al fatto che da anni controlliamo la quantità di uva con misure mirate - e da quest’anno ancora di più a causa delle difficoltà di vendita nella situazione di Covid” dice il presidente Niedermayr. “Questo controllo - prosegue - è un pilastro centrale della nostra politica di qualità e ci aiuta ad affermare in modo permanente il vino altoatesino nel segmento premium”. E soprattutto quest’anno, con le sue condizioni climatiche avverse, l’ulteriore limitazione della quantità di uva ha reso la qualità ancora più buona. E a confermare l’importanza di ridurre la quantità è anche Hans Terzer, cellarmaster a St. Michael Eppan e presidente dei cellarmaster altoatesin.

Per i rossi ci si può aspettare molto da Pinot nero e Lagrein (Stephan Filippi, Cantina Bolzano)

 

Interessanti i rossi

 

Stephan Filippi, cellarmaster della Cantina di Bolzano e vicepresidente dell’Associazione enologi italiani, si sofferma sulle aspettative per le diverse varietà. Per quanto i rossi, afferma, ci si può aspettare molto da Pinot nero e Lagrein, mentre la Schiava è un’annata leggermente più piccola ma comunque elegante nel 2020. “Il 2020 sarà sicuramente un’annata di vino rosso molto interessante”, dice Filippi.