“Per poter dialogare bisogna conoscere”
salto.bz: Come sta vivendo l’esperienza della presidenza di questa commissione e la collaborazione con l’assessore alla cultura Sandro Repetto?
Sylvia Hofer: Con Repetto ho avuto un buon rapporto già nel 2005 quando lui aveva già ricoperto il ruolo di assessore ed io ero membro della commissione cultura. Lui mi piace molto, si vede che è una persona di cultura e che capisce di cosa parla. Se ci sono criticità ne parliamo senza problemi. In ogni caso la commissione cultura è davvero variopinta in tutti i sensi. Nella fase iniziale ho parlato con ognuno di loro, specialmente con quelli che erano assolutamente nuovi.
La precedente legislatura era stata così breve che non c’era stato neppure il tempo di istituirle le commissioni, vero?
Proprio così. Invece con Caramaschi la cosa è stata velocissima, ci è voluto solo un mese. Nella prima fase ci siamo dovuti concentrare soprattutto sul funzionamento della commissione. Ed ho cercato di fare capire una cosa fondamentale e cioè che gli uffici fanno un ottimo lavoro.
Da parte di qualche membro della commissione c’era un po’ di pregiudizio in questo senso?
Più che di pregiudizio parlerei di non consapevolezza e mancanza di esperienza.
In questo periodo c’è un po’ di polemica sulla mancanza di operatività del Consiglio. Com’è la situazione per quanto riguarda la commissione cultura?
Posso senz’altro dire che la nostra commissione è quella che lavora di più, visto che ci troviamo due volte al mese. Ci vediamo spesso proprio perché c’è molto da fare. Tanti sono sia i temi, che le istituzioni, che i soldi a disposizione. Ieri ad esempio abbiamo approvato il nuovo statuto dell’Orchestra Haydn, che la prossima settimana approderà in Consiglio Comunale. La giunta di Caramaschi è molto attiva e bisogna anche dire che in Consiglio tutte le mozioni della minoranza vengono trattate. Una cosa che non avveniva nelle scorse legislature.
Il sindaco è sempre disponibile, a meno che naturalmente non gli si piazzi davanti a tradimento una statuetta di Mussolini…
Il sindaco è uno che reagisce. E spaccare la statuetta di Mussolini senz’altro non è stato un danno così grave. Se lo attacchi lui risponde e per questo ha tutto il mio rispetto.
In commissione fino ad oggi quali sono stati i temi più importanti che avete trattato?
Quasi tutti erano nuovi e quindi mi premeva molto spiegare loro il funzionamento del nostro organo e presentare le grandi istituzioni che assorbono la maggior parte dei contributi che sono a disposizione. Sto parlando di Orchestra Haydn, Fondazione Teatro, Teatro Stabile, VBB. Ieri abbiamo avuto nostro ospite anche Antonio Viganò dell’Arte della diversità. Sono sempre affascinata dal suo entusiasmo. La presentazione degli enti affidata ai loro presidenti e direttori artistici senz'altro ha fatto bene a tutti.
In questa fase è già venuto al pettine qualche nodo nelle vostre discussioni?
Da parte delle opposizioni nei confronti di tutti gli enti è venuta la forte richiesta di cultura per i bambini e per le scuole.
Cultura di base insomma…
Proprio così. E come esempio è stato preso il Teatro Cristallo che è stato capace di coinvolgere tante persone che oggi sempre più arrivano anche da altri quartieri. Dalle opposizioni è venuta spesso anche la richiesta alle istituzioni di proporre manifestazioni in entrambe le lingue e tenere sempre in considerazione le specifiche richieste da parte del pubblico. Poi abbiamo parlato anche di una questione che ha fatto molto discurere...
Quale?
Lo spettacolo sul gender. Da alcuni non è stato apprezzato, anzi è stato chiesto se non era possibile toglierlo e proporre altro. La discussione è stata piuttosto movimentata. A suscitare le maggior perplessità era il fatto che essendo uno spettacolo per le scuole, ai bambini non era consentito alzarsi e andarsene come succederebbe per gli adulti. In questo senso è stato importante il chiarimento giunto da Walter Zambaldi che ci ha detto che genitori e insegnanti vengono sempre preventivamente interpellati per capire se l’operazione è condivisa.
Ci sono poi le questioni legate alle grandi opere. Su tutte sistemazione del Museo Civico e Polo Bibliotecario.
Siccome di queste cose mi occupo anche per professione, ho pensato allora di proporre ai membri della commissione cultura ed anche a tutti gli altri consiglieri di andare a visitare questi luoghi di cui parliamo. In ottobre siamo stati al vecchio municipio e all’archivio storico ed erano tutti entusiasti. Poi siamo andati al Museo Civico per mostrare l’attuale situazione e cioè che dal secondo piano in su la struttura è utilizzata come deposito, perché non c’è spazio. A fine marzo poi vorrei portare gli interessati alla Biblioteca Civica, per far vedere qual è la sua situazione. Del nuovo Polo Bibliotecario c’è davvero un forte bisogno, insomma. Anche perché il palazzo della Civica è in affitto e ogni anno la cifra che viene spesa è davvero enorme.
In Commissione vi siete già confrontati con il pacchetto di nuovi nomi da dare alle vie di Bolzano?
Non ancora. Ce ne occuperemo a partire da aprile, quando la maggioranza avrà preso le sue decisioni in merito.
In che misura esiste ancora a Bolzano una contrapposizione tra i due mondi culturali italiano e tedesco?
Il mondo culturale del capoluogo senz'altro è ancora caratterizzato dalla presenza di questi due contesti. La cosa è legata magari al fatto che le associazioni tedesche hanno di fatto una storia molto più lunga. E le associazioni tedesche sono anche tendenzialmente più attive. La divisione c’è ancora ma però devo dire che nei giorni scorsi all’ultimo spettacolo delle VBB ho visto per la prima volta anche diversi italiani. Con la cultura insomma stiamo aprendo ad entrambi i gruppi e sono molto contenta di questo.
Il fatto che le proposte culturali di un gruppo linguistico possano essere fruite anche dall’altro al momento è una vera e propria priorità nel vostro lavoro?
Certo. E’ una cosa che va incentivata attraverso un percorso specifico. Il dialogo è necessario, in sua assenza non sappiamo cosa pensa e cosa fa l’altro. E non sappiamo dove stiamo andando.