Politik | ELEZIONI UE

“Un’Europa femminista”

Roberta Mori (Pd) rilancia da Bolzano la lotta comunitaria contro il divario salariale tra uomo e donna. “Bene Zingaretti, Lega e 5 stelle con i sovranisti anti-Unione”.
Roberta Mori, Pd
Foto: Salto.bz

Avvocatessa, ex sindaco di Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia), dal 2010 consigliera regionale dell’Emilia Romagna, nonché 2013 coordinatrice nazionale degli organismi di pari opportunità locali. Roberta Mori, esponente del Pd in sintonia con Nicola Zingaretti che l’ha voluta in lista per il Nordest alle elezioni di domenica 26 maggio, rilancia da Bolzano il suo cavallo di battaglia, nel giorno in cui si celebra dell’Equal pay day: la lotta alle disuguaglianze di genere e al divario retributivo che penalizza le donne a scapito degli uomini. Una sfida che a suo giudizio si può vincere nella sede comunitaria: “C’è bisogno - dice - di un’Europa femminista che lavori attivamente per la dignità di tutti. L’emancipazione femminile è un fattore di equità e un beneficio generale, anche per l’economia”.

C’è bisogno di un’Europa femminista che lavori attivamente per la dignità di tutti. L’emancipazione femminile è un fattore di equità e un beneficio generale, anche per l’economia (Roberta Mori, Pd)

 

 

Con lei, nella tappa al bar Domino di piazza Walther del suo tour lungo il vasto collegio elettorale - che comprende Alto Adige, Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia, oltre all’Emilia Romagna - si siedono i colleghi di partito Mauro De Pascalis, l’ex assessora Chiara Pasquali, Nirvana Pedrazza e Alex Castellano. Assente invece, per motivi lavorativi, il segretario altoatesino Alessandro Huber. “Mori vanta un solido curriculum amministrativo - introduce De Pascalis - ed è la persona giusta per un lavoro utile a riorientare le politiche dell’Europa, rendendola il punto centrale della rielaborazione dei diritti”.

Mori vanta un solido curriculum amministrativo ed è la persona giusta per un lavoro utile a riorientare attorno ai diritti le politiche dell’Europa (Mauro De Pascalis)

La candidata, con indosso la borsetta dimostrativa dell’Equal pay day che si celebra in provincia, coglie lo spunto. “L’Unione europea - prende la parola - deve avere un punto fermo, lo sviluppo di politiche sociali che favoriscano l’emancipazione femminile. Il contrasto al divario retributivo è uno dei temi che non si possono tralasciare per parlare d’altro: è un fatto di dignità salariale, che riguarda tutti, non solo le donne”.

Mori chiama a raccolta “sindacati, imprenditori, forze sociali” per proseguire la lotta al gender pay gap, forte anche in Alto Adige: “Su questo tema non esistono controlli: è sbagliato, perché la differenza è elevata, parte dal 16% nei lavori impiegatizi per arrivare al 50% nel campo dei professionisti”.

 

 

Spostando lo sguardo alla situazione del Pd e a quella politica, la consigliera regionale conferma la sintonia con il nuovo segretario, incoronato dalle primarie. “Zingaretti è l’artefice del riposizionamento del partito democratico, che ha messo la persona al centro della progettualità politica. Siamo in cammino e stiamo lavorando a una piattaforma per i diritti, in un centrosinistra solido. Mentre altri predicano l’odio noi pensiamo a come stare assieme”.

Con Zingaretti il partito democratico è in cammino, si è riposizionato sui diritti delle persone, puntando a un centrosinistra solido. Lega e 5 stelle stanno con i sovranisti, ci vogliono portare fuori dall’Europa

La contesa del 26 maggio coinvolge non solo i partiti e gli indirizzi comunitari, ma perfino i candidati dentro ciascuna lista. “Io me la gioco, siamo una lista competitiva e questo è un elemento di qualità - aggiunge Mori -. L’obiettivo è dare un profilo di protagonismo al Pd e al Partito socialista europeo: gli Stati non possono essere gli unici a dirigere le politiche comunitarie, serve un indirizzo comune”.

Chiude infine guardando a Lega e 5 stelle, i competitor in casa. “Rispetto ai due partiti di governo - è la sua conclusione - noi siamo ad una distanza siderale. E chi sostiene i sovranisti ci porta fuori dall’Unione. Il Pd invece è convintamente europeista”.