“Attenzione: non c’è solo il business”
Oggi sulla stampa locale è tornato in primo piano il tema del funzionamento a pieno regime del termovalorizzatore di Bolzano.
Il quotidiano Alto Adige in particolare ha titolato in apertura “Un mare di rifiuti in arrivo”, alimentando le preoccupazioni dei molti che da tempo vedono un pericolo nell’impianto di Bolzano Sud. Ma all’interno del giornale in realtà il messaggio lanciato è quello che la città di Bolzano - secondo Provincia ed Ecocenter - avrebbe solo da guadagnarci rispetto al raggiungimento del massimo possibile annuo di rifiuti bruciati. Perché tale incremento di 20mila tonnellate entro il 2017 (125-130mila rispetto alle 108mila del 2015) comporterebbe addirittura il raddoppio del calore prodotto dal termovalorizzatore.
In merito all’origine dei ‘rifiuti in più’ da conferire vengono quindi fugati i dubbi del passato: si tratterebbe dei rifiuti speciali che ancor oggi vengono spediti fuori provincia e che ora resterebbero qui, per essere per così dire ‘trasformati in calore’.
Insomma: la Provincia scalda i motori con l’intento di presentare alla nuova amministrazione di Bolzano (si spera) un piano specifico entro l’autunno. Un piano argomentato, certificato da specifici istituti di ricerca europei, e magari comprensivo di ‘indicazioni’ in merito ai nominativi dei nuovi presidenti di Ecocenter e Seab, visto che i mandati di Stefano Fattor e Rupert Rosanelli sono in scadenza.
In tutta questa faccenda c’è un ma. E cioè che la futura maggioranza in consiglio comunale, a quanto è dato di sapere, sarà possibile solo in presenza di una qualche forma di accordo tra SVP e Verdi. Che al momento appaiono ancora molto lontani tra di loro, nonostante il grande lavoro di ‘tessitura’ svolto dal sindaco Caramaschi nelle prime due settimane intercorse dalla sua elezione.
Per questo abbiamo pensato di chiedere un’opinione in merito al candidato sindaco dei Verdi ed ora consigliere comunale Norbert Lantschner.
salto.bz: La Provincia spinge affinché vengano superati i dubbi relativi al funzionamento a pieno regime dell’inceneritore di Bolzano. Lei cosa ne pensa?
Norbert Lantschner - Dico che l’incenerimento dovrebbe essere sempre visto solo in un’ottica complessiva. E in quest’ottica io vedo oggi l’impegno europeo di andare verso un’economia circolare. L’obiettivo forte deve essere allora quello evitare la distruzione delle materie prime e l’incenerimento non può che essere visto come una distruzione di risorse. Senz’altro è un male minore ma è comunque un male, il punto sta qui. E allora occorre finalmente un piano serio che consenta di ridurre progressivamente il volume del materiale che arriva alla distruzione termica. In questo contesto come sappiamo si è cercato di ridurre l’impatto ambientale del materiale incenerito sfruttando il calore prodotto durante l’incenerimento. Ma non bisogna dimenticare che ci sono comunque delle emissioni: nonostante i filtri dall’impianto fuoriescono infatti inquinanti, che in parte sono anche altamente tossici. E quando si parla di interesse pubblico è sempre importante minimizzare i rischi per la popolazione. E questo - di nuovo - non può che voler dire che occorre minimizzare la quantità del materiale da incenerire. Non si scappa, non ci vuole un grande guru per capire questa cosa.
Ecocenter e Provincia però insistono, affermando che l’aumento del volume conferito fa aumentare la produzione energetica, che alla fine contribuisce ad ottenere bilancio ambientale positivo, ottenuto attraverso lo spegnimento di molte caldaie rese inutili dall’arrivo del teleriscaldamento.
Sì, ma lo smaltimento dei rifiuti e la produzione di energia non sono per forza collegati tra loro. L’energia la possiamo produrre anche in altri modi, come sappiamo. La cogenerazione può funzionare anche con materiale rinnovabile, come ad esempio gli scarti della lavorazione del legno. E Provincia ed Ecocenter tendono a non parlare del bilancio economico: perché a loro in realtà interessa massimizzare l’introito, che naturalmente aumenta attraverso la produzione di energia.
Ecocenter dice che il bilancio ambientale sarà più che positivo perché a fronte di un aumento delle emissioni dell’ordine dei decimi di unità percentuale, ci sarà invece un diminuzione del 15% del numero delle caldaie accese a Bolzano. E’ così?
Lo ripeto: in Alto Adige ci sono già 70 impianti di teleriscaldamento. Che però non devono per forza essere alimentati dall’incenerimento di rifiuti. Normalmente vanno a biomassa, bruciando scarti della lavorazione del legno. E anche l’impianto di Bolzano, si badi bene, in un domani potrebbe essere convertito bruciando altre cose rispetto ai rifiuti.
Poi c’è il discorso della rete di distribuzione del teleriscaldamento a Bolzano. Il progetto della rete dovrebbe essere valutato nei dettagli. Ogni casa al momento ha, nella maggior parte dei casi, un impianto centralizzato. Che dovrebbe essere sostituito da uno scambiatore di calore.
Ogni condominio dovrà dotarsi di questi nuovi impianti, facendo gli investimenti necessari. E ci vorrà naturalmente del tempo…
Naturalmente sì. E i calcoli vanno fatti molto bene. Non solo: bisogna stare molto attenti con le statistiche. Ognuno le utilizza ‘per il proprio mulino’ e questo falsifica la realtà. Non dobbiamo dimenticare che prima di tutto vanno considerati i principi di fondo.
Immagino che lei intenda tornare all’accusa di sovradimensionamento del nuovo impianto di Bolzano, da tempo sollevata da più parti…
E’ stato un errore, lo sappiamo. Purtroppo oggi questo impianto esiste, ma va analizzato se è veramente necessario pomparlo per portarlo a regime e massimizzare il bilancio economico. Vogliono incassare il massimo possibile ma questo non dovrebbe essere l’obiettivo di un servizio pubblico. Che dovrebbe essere quello di smaltire un qualcosa che non riusciamo ad eliminare diversamente.
La funziona originaria…
Sì, mentre in primo piano dovrebbe sempre esserci il principio di salvaguardare la salute dei cittadini di Bolzano. Che è un altro paio di maniche. C’è poi l’atteggiamento dei responsabili degli impianti che io considero in maniera molto molto critica.
Cioè?
Loro si trincerano dicendo: “noi rispettiamo i limiti di legge”. Ma attenzione: si tratta di prescrizioni che vengono continuamente modificate. Bisogna minimizzare il rischio e questo vuol dire anche massimizzare le tecnologie e l’efficientamento per ridurre le emissioni. Si tratta di costi che naturalmente questi signori vogliono evitare. Ma bisognerebbe ricordare loro che non sono lì per fare un profitto ma per svolgere una funzione che rispetti in maniera inderogabile il principio di mantenere più piccolo possibile il rischio per i cittadini. Insomma: vanno smascherati.
Le presidente di Ecocenter e Seab sono in scadenza. Le nuove nomine sono e saranno al centro delle trattative per l’eventuale ingresso dei Verdi in maggioranza a Bolzano?
Assolutamente sì. Perché va corretta una situazione che secondo me è deragliata. Il principio della salvaguardia della salute dei cittadino va rimesso in primo piano. Naturalmente dovremo vedere ora quali sono le opportunità politiche che abbiamo per andare in questa direzione. Bolzano è diventata il centro di smaltimento per tutta la Provincia anche se la conca del capoluogo ha una morfologia piuttosto critica per quanto riguarda il ricambio dell’aria. Noi vorremo avere una garanzia ora che chi sta a gestire questi impianti condivida con noi quelle che sono le vere priorità. Solo in seguito saranno possibili i passi successivi relativi al cosa fare. Non ci può essere solo il business che spera di avere più rifiuti per generare profitto. Il business non si fa con la salute della gente.
Gli ultimi sviluppi tecnologici hanno permesso di ridurre fortemente le emissioni ma se dimentichiamo il nostro obiettivo di ridurre i rifiuti finiamo per cadere in un circolo vizioso. Da un certo punto di vista è più comodo non doversi più preoccuparsi di dividere i rifiuti e di riciclarli. Insomma: il bilancio economico è importate, ma lo è molto di più il bilancio ambientale complessivo.