Russiagate
“Sono molto preoccupato per l’influenza della Russia sull’Europa in generale e sul nuovo governo italiano”. È una delle frasi pronunciate a Trento da George Soros, personaggo discusso, ma comunque mattatore, ospite della giornata conclusiva del festival dell’economia nel capoluogo trentino. Le sue dichiarazioni sono rimbalzate su tutti i media italiani in una polemica diretta con Matteo Salvini, neoministro dell’interno, che ha negato di aver “mai ricevuto una lira, un euro o un rublo dalla Russia” e ha definito lo stesso Soros “uno speculatore senza scrupoli”, criticando gli organizzatori per averlo invitato.
Chi è George Soros
Il personaggio, si sa, è noto, controverso e catalizza le antipatie di una grossa fetta di oppositori del mainstream, in un’inedita convergenza tra sinistra antiglobalizzazione e destra sovranista. Per i critici, Soros non sarebbe solo un brillante finanziere ungherese, di origine ebraica, naturalizzato statunitense, magnate liberal, filantropo per i gruppi per i diritti umani. Ma anche un sostenitore di interessi capitalistici e trame speculative che si estenderebbero alla promozione dell’immigrazione di massa in Europa, per minare lo Stato-nazione attraverso la sedicente “sostituzione di popoli”. Tant’è.
Lo Scoiattolo ringrazia
Ma a parte la lotta tra i suoi sostenitori e critici sul web, il finanziere invitato a sorpresa per la sua seconda volta al festival (la prima era stata nel 2012), ha regalato un nuovo apice di visibilità alla tredicesima edizione dello Scoiattolo che si è chiusa ieri.
Dopo la presenza di Carlo Cottarelli, le dichiarazioni del presidente del comitato scientifico Tito Boeri, in veste di presidente Inps, critiche verso l’agenda-spese del nuovo governo, con Soros e non solo la kermesse trentina che si è dimostrata ancora una volta in grado di portare la città alla ribalta nazionale e internazionale. Spostando per diversi giorni, grazie al prestigio e alla fama degli ospiti, l’attenzione da Roma e dalle altri capitali.
Il Nobel Spence e i monopoli digitali
La manifestazione ha salutato tutti al 2019 dando la parola al premio Nobel Micheal Spence, intervenuto assieme a Boeri sul tema “lavoro, tecnologia, crescita, redistribuzione”. “Nella Silicon Valley – ha detto dal palco del Teatro sociale – è cresciuto negli anni un sistema reso possibile dalla digitalizzazione che consente ai talenti e alle novità di emergere. Bisogna costruire ecosistemi così, che consentano alle idee e alle competenze di dialogare fra loro e di evolvere. Oggi le megapiattaforme di dati sono in America e in Cina. Hanno moltissimi dati e li usano per migliorare tutti i servizi forniti dalla rete. Pongono anche grossi problemi di monopolio. Abbiamo quindi bisogno di una collaborazione pubblico-privato che crei queste capacità anche in Europa”.
I numeri dell'evento
Per il resto, a parlare sono i numeri dell’evento calcolati dalla Provincia di Trento, primo organizzatore. Nell’elenco 218 relatori e 69 moderatori, 104 eventi – comunicati anche via social – per la quattro giorni di programma da giovedì scorso. E poi 94 dirette web, di cui 25 in lingua inglese, 5 milioni di visite al sito del festival, 2 terabyte di traffico dal sito, oltre 50.000 di connessioni (in crescita) alle dirette streaming, 334 tra giornalisti, operatori e fotografi accreditati in rappresentanza di 146 testate giornalistiche, 833 iscritti alla newsletter, 115 comunicati stampa.
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