Kultur | Dal blog di Gustavo Corni

La storia regionale ai nastri di partenza

Ha preso servizio il nuovo direttore del Zentrum für Regionalgeschichte di Bolzano, Oswald Ueberegger. Un promettente avvio per rilanciare la ricerca storica locale.
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Analoge elektronische Musik mit Jam-Charakter: Lukas Mariacher (hier an der Gitarre) und Philip Unterholzner (am modularen Synth).
Foto: The BUGFiX

Annunciato già nel tardo autunno del 2011 dall'assessore Kasslatter-Mur, finalmente diventa operativo il Zentrum fuer Regionalgeschichte con la presa di servizio del suo direttore, Oswald Ueberegger. In effetti Ueberegger era già stato scelto - dopo un complesso processo di selezione operato da un comitato scientifico internazionale di prestigio - lo scorso anno; aveva però dovuto posticipare la presa di servizio, essendo impegnato in attività di ricerca in Germania, presso l'Università di Hildesheim. Sudtirolese di nascita, Ueberegger ha studiato a Innsbruck specializzandosi nella storia sociale della Prima guerra mondiale. Il suo primo libro, pubblicato nel 2002 (in italiano due anni dopo), era dedicato allo studio della giustizia militare in Tirolo nel periodo bellico. Vanta numerose importanti pubblicazioni, in tedesco e in italiano, sulla storia sociale della guerra, con particolare riferimento alla violenza sui civili, e sulla memoria della guerra. La sua prossima monografia è originale ed assai promettente, occupandosi delle politiche austro-ungariche di occupazione nei Balcani. Un ottimo studioso, dunque, con contatti importanti sia in Italia, che in Austria e Germania.

Nello stesso tempo sono in corso le procedure per selezionare tre ricercatori, che dovranno occuparsi di temi inerenti alla storia moderna e contemporanea della regionale, ma con un'attenzione al contesto storico più generale. Si badi che il Zentrum è dedicato alla Regionalgeschichte, e non alla Landesgeschichte - una distinzione che personalmente approvo. Una terza posizione di ricercatore è dedicata alla storia di genere, seguendo una consolidata tradizione nella storiografia austriaca (ma assente invece in Italia). Sarà insomma un piccolo centro di ricerca, che per forza di cose dovrà specializzarsi e dovrà stringere contatti con centri di ricerca a Nord e a Sud. Personalmente mi auguro che il Centro appena nato stringa fecondi contatti con le Università di Trento e di Innsbruck, a partire da un comune interesse tematico: il centenario della Grande guerra. Come c'è da augurarsi che la scelta dei ricercatori avvenga con uno sguardo largo, concentrato sulla qualità e attento a tenere legate storia regionale e storia generale.

Per lungo tempo sembrava che nella provincia di Bolzano la storia fosse quasi un tabù - soprattutto quella contemporanea. Isolati studiosi, come Leopold Steurer o Hans Heiss, o il gruppo davvero molto attivo attorno alla rivista "Geschichte und Region/Storia e regione" hanno cercato di tenere alto l'interesse per le ricerche di storia contemporanea. A lungo la loro è sembrata una lotta contro i mulini a vento: muro contro le proposte (risalenti a qualche decennio fa) di Paolo Prodi di dare vita ad un'università bilingue, nessuna Facoltà umanistica nella nuova LUB, con l'eccezione davvero molto parziale della Facoltà di Pedagogia di Bressanone, nella quale la storia ha comunque un ruolo marginale. Certo, le ferite nella regione a cavallo fra le Alpi e a cavallo fra due mondi (quello tedescofono e quello italofono) erano e sono ancora profonde. Si pensi - per fare due esempi - al tema delle opzioni e delle riopzioni, oppure alla questione dell'identità sudtirolese di fronte all'influsso del nazionalsocialismo, soprattutto nel periodo 1943-1045. Ma non credo che, mettendo i problemi aperti "sotto il tappeto" li si cancelli davvero dalla sensibilità dell'opinione pubblica. Ora la svolta! Certo, il Zentrum è piccolino ed al momento risulta solo aggregato alla LUB. C'è da augurarsi che questo sia un inizio per collocare davvero la ricerca storica, soprattutto sull'età contemporanea, al centro dell'attenzione del pubblico - come merita.

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rosanna oliveri Do., 04.07.2013 - 22:33

La ricerca storica, soprattutto qui in Alto Adige, è un punto centrale per capire la realtà in cui viviamo, le contraddizioni, i conflitti,...
Mi auguro davvero che possa essere un centro di ricerca oggettiva, o per lo meno obiettiva.

Do., 04.07.2013 - 22:33 Permalink