Per un pugno di voti
Duecentoventuno voti Riccardo Fraccaro, 138 Mario D’Alterio, secondo classificato - e finito in virtù dell’alternanza di genere nell’ininfluente terzo posto del listino regionale per la Camera. Sono 83 preferenze, non un divario enorme, che valgono – se i pronostici saranno rispettati – i prossimi cinque anni a Roma. E che per il deputato uscente rappresentano la possibilità di continuare il lavoro svolto in sintonia con Luigi Di Maio, candidato premier, di cui è uno dei più stretti collaboratori, e nel complesso la permanenza da parlamentare in quello che attualmente è il vertice operativo del movimento.
È uno dei dati sulle parlamentarie del M5s pubblicati sul Blog delle stelle sabato sera (e quasi nascosti nella homepage). Al di là di tutte le polemiche a livello nazionale e locale in giro per l’Italia sulle esclusioni, delle proteste degli attivisti e delle accuse di verticismo, i numeri contenuti nel corposo file pdf consentono di dire qualcosa sulla fase in corso dei pentastellati del Trentino Alto Adige. Le parlamentarie per la scelta dei candidati alle elezioni politiche del 4 marzo sono state effettivamente «al buio», ma la coltre di tenebra si è estesa sugli effettivi criteri di scelta delle candidature per i collegi uninominali per le quali si è pescato dagli elenchi degli aspiranti, premiando qualcuno e penalizzando altri senza chiarirne le motivazioni.
C’è poi una questione di fondo che riguarda le parlamentarie M5s. Decise molto a ridosso delle urne, con una data annunciata all’ultimo e poco tempo per la presentazione delle autocandidature (sulle quali erano chiamati a esprimersi gli iscritti alla piattaforma Rousseau), non hanno permesso la sufficiente pubblicità di tutti gli aspiranti. Non hanno dato la possibilità agli sconosciuti di farsi conoscere, perché invece i parlamentari uscenti erano già ampiamente noti e tra l’altro pienamente in possesso di tutti gli strumenti per la visibilità e la comunicazione.
È lecito quindi chiedersi se con un confronto più aperto, trasparente e soprattutto annunciato anzitempo i numeri sarebbero stati gli stessi. Va anche detto da parte dei votanti nel «collegio» di Rousseau per la Camera in Trentino Alto Adige non c’è stato un plebiscito per nessuno. Fraccaro ha preso il 30,69% delle 720 preferenze, D’alterio il 19,17%. Segno che il movimento, in regione, è più orizzontale di quanto i vertici vorrebbero far credere. Al terzo posto Verena Weinart (78 voti), candidata al secondo posto nella lista del proporzionale, al quarto Matteo Perini (69 voti), poi premiato con la candidatura nel collegio per la Camera di Rovereto. La sua investitura, assieme a quella di Cinzia Boniatti sul Senato, è stata una delle decisioni dei vertici che hanno scatenato la reazione dei «dissidenti» di Rovereto e Alto Garda, Paolo Vergnano, Flavio Prada e Giovanni Rullo, che si sono autosospesi dal movimento per protesta contro i metodi di scelta degni di «un conclave» (Vergnano dixit).
Tanti saluti per Luca Narduzzi che ha preso un voto in meno di Perini, 68, e per tutti gli altri: Alex Bruschetti (41), Paolo D’adamio, Giuseppe Cucuzzella, Paolo Tranquillini, Mattia Impellizzeri, questi ultimi sotto le 20 preferenze. Clamoroso il caso di Aurea Jara de la Cruz che, unica donna, è balzata al quarto posto del listino regionale con 12 preferenze.
Andiamo al Senato. Vincitore delle parlamentarie è stato Cristiano Zanella (92 voti), che ci aveva già riprovato alle europee e alle scorse politiche. Per lui la doppia candidatura: al primo posto del proporzionale per Palazzo Madama e nel collegio di Trento. Corsa doppia come quella di Fraccaro che corre anche per il collegio della Camera in Valsugana, dove il M5s cercherà di togliere consensi a Lorenzo Dellai (centrosinistra) e a Maurizio Fugatti (Lega e centrodestra) – quest’ultimo sprovvisto di paracadute sul proporzionale.
Tanti saluti anche per Massimo Corradini (68) che nonostante il secondo posto alle parlamentarie non ottiene nulla. Paga probabilmente la vicinanza a Filippo Degasperi, il consigliere provinciale penstatellato che da qui all’autunno si giocherà la candidatura del M5s a presidente della Provincia di Trento.
Seguono Carmen Martini (45 voti), poi candidata nel collegio della Camera su Trento, Gianni Marzi (37), schierato in Valsugana per il Senato, Nicola Gottardi, Paolo Trentini, Claudia Gino, Elza Calvani, Pier Francesco Giorgio Corbani. Nell’elenco altri 26 aspiranti per il Palazzo Madama fra cui Giuseppe Pedevilla detto Josef, candidato nel collegio di Bressanone per la Camera, Mauro Direno, attivista noto in provincia di Trento e componente dell’associazione Più democrazia in Trentino. I voti totali sono stati 668.
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