Gesellschaft | L'iniziativa

Bullismo, Bolzano dice no

Per la giornata nazionale contro ogni forma di bullismo, la città capoluogo organizza una serie di flash mob. Mattion (Ufficio giovani): "Coinvolgere quante più realtà".
Stop bullismo
Foto: SALTO
  • Alle porte del 7 febbraio, giornata nazionale contro ogni forma di bullismo, il Comune di Bolzano (Ufficio Famiglia, Donna, Gioventù, Promozione sociale) ha in programma un'azione collettiva per contrastare a “suon di cultura” la violenza. 

    Collettiva perché vedrà la partecipazione di alcuni centri giovani bolzanini che hanno deciso di aderire all'iniziativa, a “suon di cultura” perché mirerà ad affrontare la tematica attraverso il linguaggio teatrale.

    “Il bullismo, purtroppo, rappresenta una piaga sociale che colpisce trasversalmente tutte le fasce d'età della popolazione, con particolare intensità nella fascia dei giovani” racconta Manuel Mattion, referente dell'Ufficio Giovani del Comune di Bolzano. Non si tratta di un fenomeno nuovo - prosegue - ma sicuramente negli ultimi anni la ricchezza di nuovi strumenti di comunicazione ne ha aumentato enfasi e percezione. Ciò che colpisce è sicuramente la mancanza di paura dei prevaricatori (singoli o gruppi) di fronte alle conseguenze dei loro atti, ma altrettanto allarmante risulta essere l'indifferenza che spesso dimostra la popolazione quando si presentano situazioni di bullismo in pubblico. Non sono solo i giovani a dover essere educati, reindirizzati e sostenuti, ma iniziare da loro può essere sicuramente un ottimo punto di partenza”.

    SALTO: Per la giornata contro il bullismo lo scorso anno è stata proposta un’iniziativa in collaborazione con la compagnia giovanile Guildy (BeYoung) che ha coinvolto la cittadinanza in prima persona. Quest’anno avete deciso di coinvolgere i centri giovani bolzanini. C’è stata una buona risposta? In cosa sarà diverso rispetto allo scorso anno?

    Manuel Mattion: Lo scorso anno erano stati realizzati alcuni flashmob in diversi luoghi affollati della città in cui gli attori della compagnia Guildy simulavano alcune azioni di bullismo al fine di osservare le reazioni del "pubblico". Quest'anno si è ragionato nuovamente sulla struttura del flashmob cambiandone il contenuto, ma promuovendo il medesimo messaggio: Bolzano dice no al bullismo. Per fare ciò, alcuni giovani attori interpreteranno una testimonianza reale di bullismo in luoghi molto affollati, compresi gli autobus della Sasa, il Twenty, il Waag Cafè e piazza Municipio. Il programma dei flashmob sarà molto dinamico nella fascia oraria 15.30 – 17.30.

    Sensibilizzare la cittadinanza attraverso l'ascolto di un'esperienza scioccante, che possa muovere le coscienze.

    Il movimento delle realtà giovanili della città di Bolzano è molto vasto e con queste azioni l'Ufficio Giovani del Comune di Bolzano vuole valorizzare e rendere più visibile il lavoro di queste realtà, favorendo allo stesso tempo la condivisione di idee e progettualità. 

    La modalità individuata è quella di coinvolgere quante più realtà nella realizzazione condivisa di iniziative legate a tematiche di interesse generale, come la Memoria, la violenza di genere, il bullismo. In questo caso è stata organizzata una "call" per favorire la nascita di un gruppo di lavoro sul bullismo, al quale hanno partecipato quattro realtà giovanili (MusicaBlu, Cristallo Young, Vispa, LaStrada) che si sono impegnate insieme all'Ufficio Giovani nell'ideazione e realizzazione dell'evento. Direi che la risposta è stata molto positiva e fruttuosa.

    Dal suo punto di vista, pensa che possa essere utile sviluppare attività specifiche di sensibilizzazione all’interno dei centri giovani come mezzi per la prevenzione?

    L'ormai quasi ventennale esperienza di lavoro nel mondo dei giovani mi porta ad affermare che sicuramente attività strutturate e specifiche sulla tematica del bullismo possono essere utili, se non indispensabili, all'interno dei centri giovanili. Sono luoghi dove si sperimentano relazioni dinamiche, esperienze ed è possibile confrontarsi tra pari e con adulti di riferimento. A mio parere questa dinamica non può che essere positiva, con importanti benefici anche all'esterno dei centri giovanili, dove gli stessi frequentatori si fanno portatori di sani principi.

    Secondo la sua opinione, crede che gli operatori all’interno dei centri giovani possiedano già le giuste competenze, o che bisognerebbe investire di più nella loro formazione rispetto a questa tematica?

    Credo che chi lavora in un centro giovanile debba avere come mission quella di accompagnare i ragazzi nel loro percorso di crescita, fornendo loro strumenti per vivere una vita serena fondata sul rispetto del prossimo e sull'impegno per raggiungere i propri obiettivi. Questa per me è già una forma di prevenzione che, sono sicuro, tutti gli operatori dei centri giovani mettono in atto nell'attività quotidiana con coloro che varcano la soglia del centro. Al quotidiano si può sempre legare qualcosa di più specifico e strutturato e in questo caso credo che il continuo aggiornamento possa essere un valido strumento di sviluppo di nuove tecniche orientate a rimanere al passo con i tempi che cambiano, portando altrettanti rapidi cambiamenti nelle relazioni, nelle mode, nei giudizi e, più in generale, nella società.

    Sulla stessa linea anche le/gli operatrici/operatori culturali che hanno aderito all'iniziativa e che ogni giorno lavorano a contatto con la realtà giovanile bolzanina.

  • Foto: SALTO
  • "Svolgere attività specifiche contro il bullismo è sicuramente  importante, ma ritengo che la cosa più cruciale sia instaurare una solida relazione con i ragazzi” racconta Tea Ducato, operatrice culturale presso MusicaBlu “Attraverso il dialogo e la condivisione di esperienze un/a ragazzo/a potrebbe sentirsi meno solo/a e, di conseguenza, più incline a chiedere aiuto. Per quanto riguarda le competenze degli operatori nei centri giovani, ritengo che queste varino da individuo a individuo. Coloro che hanno intrapreso un percorso di studi nell'ambito educativo sanno che il primo compito di un/a educatore/trice consiste nell'essere un abile osservatore, capace di individuare quindi episodi di bullismo. 

    Sarebbe sicuramente vantaggioso garantire che il personale sia continuamente formato in ambito pedagogico-educativo e, in caso di necessità, supportato anche tramite altre figure professionali come una/uno psicologa/o."

    Aggiunge infine Lucas Da Tos (CristalloYoung): “Credo che il centro giovani debba essere un luogo di scambio, di incontro sicuro, dove attraverso esperienze ludiche ed educative si affrontino temi di tutti i giorni che possano portare ad una crescita singola dell’individuo e della comunità. Credo fermamente che investire costantemente nella formazione non dovrebbe essere un'eccezione, ma un obbligo. La formazione deve essere continua, perché la società cambia, i ragazzi crescono e noi invecchiamo. Ma questa non è una scusa per fermarsi, anzi. In quanto operatore di un centro giovani non posso che essere felice di poter condividere questo progetto con altri colleghi e ragazzi. Allo stesso tempo ritengo che non bisognerebbe trasformare questi eventi come unico momento dell’anno in cui ci ricordiamo che esiste un fenomeno come il bullismo. Il bullismo nasce da un modo di affrontare la vita, da un'educazione, da una posizione nei confronti degli altri e, come altre forme di violenza, è un problema strutturale che va affrontato e capito tutti i giorni e per riuscirci dovremmo essere in grado di capire perché nasca la violenza e perché venga usata come linguaggio.”