Vettori: "La Lega aspetta da ottobre..."
Sull’orlo di una crisi di nervi
Quando, ormai più di due settimane fa, il centrodestra “unificato” facente capo all’iniziativa di Alessandro Urzì ed Elisabetta Gardini (con il sostegno di Unitalia e il benestare della Lega Nord) cercò di accreditare la notizia che si stava vivendo un “passaggio storico”, non era difficile prevedere che in realtà i veri problemi si sarebbero manifestati da lì in avanti. E infatti: ancora privi di un nome da dare a questo cartello e, soprattutto, incapaci di trovare un candidato in grado di scalzare Carlo Vettori dalla sua posizione di preminenza, il centrodestra “non holzmanniano” - insidiato persino dal ritorno di una Biancofiore insolitamente, anzi paradossalmente conciliante con lo stesso Holzmann - è adesso sull’orlo di una crisi di nervi. Tutti i tentativi di reperire nella società civile un nome per superare l’impasse sono finora andati a vuoto. Neppure il recupero di un vecchio candidato come Mario Tagnin è riuscito a sbloccare la situazione. Anche se la sua testa non è ancora saltata, le dichiarazioni rilasciate al nostro portale da Maurizio Fugatti non fanno certo presagire che la svolta sperata passi di lì. Anzi. L’ipotesi di una decomposizione della fragilissima alleanza, così avventatamente data per fatta, potrebbe essere davvero dietro l’angolo.
La sfida di Vettori: “trovino un altro nome della Lega che sia meglio del mio”
È proprio Vettori, peraltro infastidito dalle voci di un suo imminente passo indietro cominciate a rincorrersi in settimana, a ribadire che dal suo punto di vista (e dunque da quello della Lega) nulla è cambiato: “Abbiamo detto e ripetuto che Tagnin, non essendo un candidato della società civile, bensì espressione di una precisa parte politica, non può essere per noi la soluzione giusta. In quanto partito più forte della coalizione abbiamo il diritto di porre certe condizioni: non dovrebbe essere difficile capire che o questo candidato salta fuori per l’appunto dalla società civile, oppure tocca a noi esprimerlo. E guardi, se il problema dovessi essere io, allora dico chiaramente che siano loro ad indicare un’alternativa, ma deve essere un nome dei nostri. Solo così possiamo tornare a sederci intorno al tavolo e ragionare seriamente. In ogni caso noi stiamo aspettando da ottobre e di tempo non mi pare che ce ne sia più tanto…”.
La lista fantasma
Intanto però il nevoso fine settimana ha fatto registrare in rete la comparsa di un logo sibillino: si tratta del Partito Popolare Altoatesino, sigla che riecheggia evidentemente la Svp, s’ispirerebbe dunque anche al Patt trentino, e viene indicato sommariamente come “Partito degli altoatesini che credono nell'Autonomia!”. Voci di corridoio descrivono questo soggetto come una lista nata per iniziativa del gruppo dei possibili candidati di Forza Italia, spazientitisi e perciò decisi ad esercitare una maggiore pressione sulla stessa Gardini: per costringerla ad accelerare le trattative o, addirittura, a farsi ormai da parte riconoscendo la sua incapacità ad agire. Per adesso si tratta di un consiglio “amichevole”. Ma se le cose non cambieranno, da qui a pochi giorni i fautori della lista usciranno dalla dimensione virtuale e potremmo così assistere all’ennesima scossa tellurica nel quadro del cronico bradisismo che affligge quell’area politica.