Politik | Profughi

“Come a Ellis Island”

Il ministro degli esteri austriaco Kurz propone di bloccare i migranti in viaggio verso l'Europa e portarli su delle isole. Domani discussione sul "Migration Compact".

“Non è un caso che gli Stati Uniti abbiano portato i migranti a Ellis Island, un'isola, prima di decidere chi poteva raggiungere la terraferma”, con queste parole Sebastian Kurz (Övp), il 29enne ministro degli esteri austriaco, torna sulla questione migranti a poche ore dalle dichiarazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel. “Chi arriva illegalmente in Europa dovrebbe perdere il diritto di chiedere asilo. Essere salvati in mare non deve essere un biglietto per l'Europa centrale”, ha detto Kurz al quotidiano Die Presse.

Ad Ellis Island sbarcarono milioni di migranti, fra cui numerosi italiani, in cerca di fortuna e di un futuro migliore; tentavano di ottenere il visto per diventare cittadini statunitensi. L’isola greca di Lesbo e Lampedusa, secondo il numero uno della diplomazia di Vienna, sarebbero perfette per lo scopo. A corroborare l'opinione l'esempio australiano: “Tra il 2012 e il 2013, 40mila profughi sono arrivati in Australia via mare e oltre mille sono annegati. Ora non arriva più nessuno e non ci sono più annegamenti. Perché l'Australia è riuscita a decidere chi avesse il permesso di entrare e non ha lasciato questa decisione ai trafficanti di esseri umani. Il nostro sistema provoca migliaia di morti nel Mediterraneo perché i migranti sperano di essere accolti”, così il giovane ministro. Immediata la replica delle agenzie umanitarie che hanno denunciato lo stato delle isole della Nuova Guinea indicate da Canberra, trasformate di fatto in novelli lager. In Australia, peraltro - ed è opportuno ricordarlo - non sono in vigore gli accordi di Dublino che al contrario impegnano l’Europa.

Ammissibile invece per Kurz inoltrare richiesta di asilo nelle strutture dell’Onu, all’interno dei campi profughi che tuttavia non sono facilmente raggiungibili per chi segue le rotte africane fino in Libia per potersi imbarcare. La critica nient’affatto velata, infine, alla cancelliera tedesca: “L’Europa rischia la frattura se alcuni pochi politici mitteleuropei vogliono imporre all'Europa le loro regole, perché si sentono moralmente superiori”. Domani (7 giugno), intanto, si aprirà il dibattito sul cosiddetto “Migration Compact”, il piano presentato dal governo Renzi (con un tempismo perfetto, a ridosso delle elezioni amministrative) per migliorare la gestione dei flussi migratori e promuovere lo sviluppo e l’occupazione nei paesi africani così da limitare l’immigrazione. Un processo che tuttavia si preannuncia lungo e laborioso e che include peraltro - sulla scia dell’accordo fra UE e Turchia definito da più parti “scellerato” - la proposta di pagare i governi dei paesi di origine o di transito dei profughi perché controllino efficacemente le frontiere e collaborino in caso di rimpatri/riammissioni.