Bolzano ha il suo daspo
Tre sedute per un totale di circa dieci ore di discussione e un serbatoio di emendamenti presentati e ritirati. Tanto ci è voluto perché il consiglio comunale di Bolzano approvasse infine ieri sera (5 settembre) il daspo urbano, misura difesa ostinatamente dal sindaco Renzo Caramaschi, criticata dalle opposizioni di centrodestra perché troppo poco “aggressiva” e dai Verdi, partner di maggioranza, perché colpevole di criminalizzare il disagio sociale e la povertà. È degli ambientalisti infatti l’unico voto controcorrente. La delibera è passata con 33 sì; 3 no, quelli dell’assessora Marialaura Lorenzini e dei consiglieri Chiara Rabini e Tobe Planer; 5 astensioni, la compagine del Movimento 5 stelle, Maria Teresa Fortini, Sabrina Bresadola, Paolo Giacomoni e Pierluigi Gaianigo, e, voce fuori dal coro verde, Norbert Lantschner.
Sorvegliato speciale
Oltre ai due emendamenti già approvati nelle scorse sedute, quello del sindaco che prevede una valutazione da parte dei servizi sociali della Assb delle persone cosiddette “moleste” prima dell’allontanamento forzato da specifici luoghi della città e quello di Gabriele Giovannetti (Il Centrodestra Uniti per Bolzano) che estende il provvedimento alle aree dei mercati rionali, ieri ha passato la prova dell’Aula anche un emendamento di Luigi Nevola della Lega che include nell’elenco delle “aree daspo” anche via Rasmo, nel quartiere Casanova. Una “conquista” sufficiente per il Carroccio per decidere di ritirare la mole di emendamenti rimasta. Convinti, con le due modifiche alla delibera, di aver reso quantomeno votabile il testo i malpancisti del centrodestra hanno messo tuttavia in guardia il primo cittadino: “Vigileremo per assicurarci che il provvedimento venga rispettato”.
Soluzione sbagliata
“Non intendo introdurre il daspo urbano perché la situazione a Bolzano sia peggiorata, come insinua il centrodestra, perché anzi è migliorata dal momento che stando ai dati del ministero dell’Interno i reati in città sono diminuiti del 7%, ma come supporto alle regole vigenti”, ha precisato Caramaschi nel suo intervento “assolvendo” poi gli ecologisti per aver votato contro.
Senza un’assegnazione di maggiori risorse all’Assb e senza nuove strategie anche a livello provinciale e in assenza di una riformata normativa nazionale sull'immigrazione sarà difficile dare risposte adeguate (Chiara Rabini)
Sul passaggio in Aula della delibera anti-degrado la posizione ribadita coerentemente da Chiara Rabini è netta: “C’era da aspettarselo. D’altronde anche il regolamento anti-bivacchi è stato votato all’unanimità tranne che dai Verdi. Ho votato contro il daspo perché penso che la nostra città abbia oggi bisogno di più soluzioni e interventi sociali sostenibili e non di sgomberi e ‘daspi’ che spostano persone già vulnerabili, povere ed emarginate da una strada all’altra della città. L’emendamento ‘sociale’ approvato - prosegue l’esponente dei Verdi - affida ora all’Assb la responsabilità di intervenire in maniera preventiva al daspo. Ciò è senz’altro positivo tuttavia senza un’assegnazione di maggiori risorse all’Assb e senza nuove strategie anche a livello provinciale e in assenza di una riformata normativa nazionale sull'immigrazione sarà difficile dare risposte adeguate”. Insiste Rabini: “Non saranno gli sgomberi dei senzatetto o i ‘daspi’ ad aiutare la nostra società ad essere più sicura. Ricordiamoci che sono numerose le persone attualmente costrette alla vita in strada e quindi al bivacco per mancanza di posti in strutture notturne e diurne e ritengo che sia a loro che si rivolge principalmente questa delibera”.