Wirtschaft | Secessione economica

Gli imprenditori protestano: "ce ne andiamo in Svizzera"

Fiscalità elevata, burocrazia e impossibilità di ottenere crediti. Anche in Alto Adige gli imprenditori rimproverano la politica italiana di non garantire la sopravvivenza delle loro aziende e cominciano così a guardare sempre più spesso oltre confine.

Lunedì 28 ottobre, a Busto Arsizio, l'associazione Confartigianato aveva organizzato un incontro con Flavio Zanonato, ministro dello sviluppo economico. Incontro che ha avuto un esito tumultuoso – le cronache raccontano di urla e fischi –, in quanto alcuni imprenditori lombardi intervenuti hanno colto l'occasione per contestare duramente il ministro. Eccessivo peso fiscale, freni burocratici e limitate possibilità di credito, queste le accuse principali.

Più che aspettarsi una soluzione dal governo, gli imprenditori hanno così dichiarato di volersi rivolgere alla Svizzera, una tendenza peraltro già in atto, quale nuova patria elettiva per liberarsi dagli impacci (e dagli impicci) italiani.

Sullo stesso tema è intervenuto oggi (5 novembre) anche l'APA/LVH, l'associazione provinciale dell'artigianato, con un comunicato stampa che si riferisce proprio all'incontro di Busto Arsizio. Secondo il direttore, Thomas Pardeller, “la Svizzera è un esempio positivo per un'economia funzionante, ma a livello europeo esistono anche altre realtà in grado di impedire il soffocamento derivante dal peso delle tasse e della burocrazia”. Un chiaro messaggio rivolto alla politica e una conferma che le rivendicazioni secessioniste hanno ormai fatto breccia anche in ampi settori del mondo economico.