Autobus ibridi, l’ideona… pro diesel
Quando mi è stato riferito qualche giorno fa da fonte ben informata che gli “esperti” di Sasa, che non si sa chi siano (sono abituato a ragionare con nomi e cognomi, non fosse altro che per una questione di legittima trasparenza), pare abbiano avuto l'idea, anzi l’ideona di puntare sugli autobus ibridi, sono quasi caduto dalla sedia, della serie “non ci posso credere”.
In poche parole, si punterebbe ora, se la notizia fosse confermata, ad una tecnologia di certo non sconosciuta, ma che fa rientrare dalla finestra il motore diesel. Cos'è un autobus ibrido? In breve un autobus con batteria che, solitamente oltre una certa richiesta di potenza, fa utilizzo di un motore termico... a gasolio oppure ne ricarica le batterie. Una spiegazione in tedesco mentre in italiano non ho trovato una spiegazione indipendente adeguata... Ve ne sono poi anche altri con possibilità di ricarica plug-in.
Di modelli ibridi invece con motore a metano, per quanto a mia conoscenza, non ce ne sono se non a livello di pochi esemplari di una piccola azienda polacca (Solbus) o di alcuni bus a metano a Barcellona cui sono stati successivamente aggiunti motori elettrici e ultracapacitatori, ancora i bus cng hybrid di Tata (ma non disponibili in Europa).
Mi limito ora, per l'ennesima volta, a recitare ciò che dice il “Piano Clima 2050”. L'obiettivo è di avere nel 2025 in ambito urbano solo autobus elettrici, a idrogeno e metano. Più chiaro di così...
Quindi tale pensata dei bus ibridi a gasolio da parte dell'azienda di trasporti cittadina, ora in-house, potrebbe avere vita assai breve. La Provincia, se fosse coerente con sé stessa e se rispettasse quanto previsto dal citato Piano Clima, che essa stessa ha approvato formalmente nel giugno 2011, dovrebbe porre il veto senza se e senza ma a questa proposta in seno al nuovo “Comitato di indirizzo, vigilanza e controllo".
I bus ibridi-gasolio sono tuttora piuttosto controversi. Trentino Trasporti ne ha acquistati qualche anno fa, ma non risulterebbero altri acquisti recenti. C'è chi afferma che alla fin fine consumino come gli altri bus a gasolio.
Ci sono corposi studi fatti in Germania (es. Plattform Innovative Antriebe Bus oppure Prüfprogramm „Effizienz-, Kosten-und Einsatzanalyse für den Linien-betrieb von Diesel-Hybridbussen") dove, è bene rammentarlo, i bus ibridi-gasolio hanno goduto di cospicui incentivi sul costo d'acquisto, da qui l'ampia diffusione, a differenza dei bus a metano.
Certo i consumi su strada risulterebbero più contenuti dall'8 al 20%, ma sempre di gasolio si tratta, incide parecchio il costo d'acquisto maggiore (80mila Euro circa, ma i costi lievitano enormemente per quelli plug-in) ed eventuali sostituzioni o noleggi di batterie (svariate decine di migliaia di Euro). In poche parole, il "gioco non parrebbe valere la candela".
Bisognerebbe però anche chiedersi: come mai, giacché tali bus sono disponibili da diversi anni sul mercato, non ne sono mai stati comprati nella “green” Provincia di Bolzano? Semplice: costano (tanto) di più rispetto ai convenzionali diesel e le esperienze hanno dimostrato che i risparmi teorici o non si sono ottenuti realmente su strada oppure sono stati inferiori alle attese.
Una riflessione finale. Pare che tutto si faccia in Sasa (e in Provincia?) pur di non comprare bus a metano come invece sta facendo il vicino Trentino e diverse altre realtà del tpl italiano, e quindi si “scoprono” ulteriori (assai care) soluzioni alternative pur sempre diesel e che fa trapelare una ripugnanza per i bus GNC così esasperata da sembrare quasi patologica. Oppure, banalmente, solo per non dare ragione all’estensore di queste righe che a taluni diretti interessati sta certamente simpatico come... un petardo che scoppia vicino ad un orecchio. Infatti, talvolta le spiegazioni più semplici sono anche quelle più plausibili. Ma saremmo ad un comportamento che definire infantile sarebbe ancora poco.
Il tutto sempre nel silenzio pressoché assoluto di politica e media. Non mi stancherò mai di evidenziarlo.