Politik | Commissione dei 6

Toponomastica: mediazione infinita

Il PD torna a dialogare al suo interno ed incarica Palermo di continuare a trattare con la SVP. Ma Bizzo resta sulle sue posizioni.
assemblea_pd_6_febbraio_2017.jpg
Foto: pd

Evidentemente ci voleva la toponomastica per spingere finalmente l’assemblea provinciale del PD a tornare operativa, dopo mesi di mancanza del numero legale. I Democratici si sono riuniti ieri per discutere nello specifico dell’impasse verificatasi in Commissione dei 6 in seguito alla proposta presentata dal presidente Francesco Palermo e volta a condurre in porto una norma d’attuazione in grado di porre la parola fine sull’eterna questione della toponomastica in montagna
Come riferito nei giorni scorsi su Salto, Roberto Bizzo si era detto indisponibile ad accogliere la proposta di Palermo che pure si configurava come una mediazione rispetto a quanto richiesto dalla SVP. E cioè in sostanza di integrare un primo elenco di nomi da sopprimere A con un secondo elenco B.

L’assemblea del PD si proponeva di cercare a sua volta una mediazione tra le due anime neanche a dirlo manifestatesi nei giorni scorsi nel partito. La prima possibilista nell’ottica di giungere ad un compromesso il più possibile indolore per la toponomastica italiana oggettivante in uso e la seconda intransigente soprattutto nell’affermare che occorreva porre un freno al tentativo da parte della SVP di rilanciare in continuazione sulla questione. 

Com’è andata a finire?
Dopo due ore di accesa discussione il partito ha ritrovato (per così dire) la sua unità, votando all’unanimità un documento comune. 
Nel documento innanzitutto il partito si dice convinto dell’importanza della tematica (“solo mettendo un punto fermo sulla questione della toponomastica sarà possibile aprire una fase nuova e più avanzata dell’Autonomia”). Dopo di che i Democratici plaudono al fatto che nella norma di attuazione in discussione presso la Commissione dei 6 “viene introdotto per la prima volta un nuovo concetto, ovvero quello della doppia maggioranza, numerica e di gruppo linguistico”. In sostanza - dice l’assemblea del PD - in questo modo “si costituzionalizza il principio della condivisione perché tutte le decisioni sulla toponomastica verranno prese con il consenso di entrambi i gruppi linguistici”. Un vero e proprio ‘passaggio storico’, secondo il PD. 

I Democratici nel loro documento mettono in guardia da un ipotetico fallimento del percorso della norma d’attuazione, che porterebbe a riproporre la questione in Consiglio Provinciale, dove - secondo il PD - “non esistono le condizioni per definire un impianto normativo avanzato”. 
Il PD ritiene inoltre che un eventuale blocco della norma di attuazione in Commissione dei 6 rimanderebbe pure la soluzione del problema legato alle “centinaia di cartelli attualmente e ingiustamente monolingui”. 

E quindi?
Ebbene: nel loro documento i democratici non dicono niente di più. Non fanno cenno a liste di nomi, allegati, gli accordi Durnwalder/Fitto e Durnwalder/Delrio e neppure al lavoro dei tecnici
Ricorrendo al miglior politichese della Prima Repubblica il PD dice di "esprimersi favorevolmente alla proposta di una norma di attuazione che sancisca un accordo condiviso" (ma un accordo non è condiviso per definizione n.d.r.?). 
Inoltre il Partito Democratico dell’Alto Adige conferma il suo “forte sostegno ad un’azione politica alla ricerca di una soluzione condivisa”, invitando tutti a darsi da fare in questo senso (evidentemente anche Bizzo) ma considerando interlocutore principale il presidente senatore Francesco Palermo”, chiedendogli di “proseguire le trattative e i lavori in tal senso”. 

Insomma: piena fiducia a Palermo e una blanda sollecitazione alle altre parti in causa (SVP e Bizzo) affinché siano responsabili. 
Come andrà a finire? Naturalmente non si sa. Una cosa è certa: a Palermo ‘toccherà’ il compito di cercare di uscire dal vicolo cieco che si è venuto a configurare. Ma il senatore - conclusa l'assemblea del PD nel corridoio a denti stretti ci teneva molto a mettere in evidenza quali sono i rischi che si corrono ed a richiamare ognuno (e uno su tutti) alle proprie responsaiblità.   

“Tutte le ipotesi sono aperte. Oggi è stato dato mandato di fare in modo che la norma vada approvata. Se si riesce a fare a meno degli allegati senz’altro è meglio. Se invece gli allegati ci sono e Bizzo non è disponibile a votare io non spacco per questo la Commissione. Tutto salterebbe e Bizzo si assumerebbe la responsabilità di far saltare la norma.”