Come si voterà alle politiche?
A un mese dalla sentenza della Corte costituzionale che ha riscritto la legge elettorale vigente – e nel pieno della tempesta che alla vigilia del congresso scuote il PD e il segretario (uscente) Matteo Renzi – la prospettiva di elezioni anticipate pare via via allontanarsi. Secondo i sondaggi, il soggetto politico “democratico e progressista” (cui ha aderito il deputato Kronbichler) potrebbe erodere consensi al PD, ma nemmeno gli scissionisti sembrano tanto interessati alle urne. Oltre a chiedersi quando si voterà, è interessante (e utile) anche domandarsi come funzionerà il nuovo sistema elettorale. Con alcuni importanti distinguo rispetto al resto d'Italia.
La Consulta ha bocciato il ballottaggio previsto dall'Italicum per l'elezione della Camera tra le liste nazionali più votate, nel caso nessuna raggiunga il 40% al primo turno. Il restante impianto della legge è rimasto pressoché invariato: soglia di sbarramento al 3%, divieto di formare coalizioni (le liste dunque concorrono singolarmente), collegi “plurinominali” con capilista bloccati e la possibilità di esprimere due preferenze (di genere opposto) tra gli altri candidati presenti in lista. Gli 11 deputati del Trentino-Alto Adige verranno eletti con un'altra modalità: al posto dei collegi plurinominali, tornano 8 collegi “uninominali” mono-personali (il collegio “italiano” di Bolzano-Laives, Merano, Bressanone, Appiano, Trento, Lavis, Rovereto e Pergine) cui si aggiungono 3 seggi proporzionali ripartiti tra le liste più votate. Un sistema simile a quello (invariato) con cui si eleggono i senatori nei 6 collegi uninominali di Bolzano-Bassa Atesina, Merano, Bressanone, Trento, Rovereto e Pergine, con una diversa suddivisione del territorio. Alla Camera, così come al Senato, è eletto il candidato che arriva primo nel collegio.
Mattarellum returns
I candidati nei collegi uninominali alla Camera sono tenuti a collegarsi a una o più liste bloccate circoscrizionali (ovvero regionali) spesso coincidenti con i partiti nazionali. Si torna al sistema applicato dal Matterellum negli anni novanta e per l'ultima volta alle elezioni politiche del 2001 (prima dell'introduzione del Porcellum). In futuro vi sarà un'unica scheda di voto per la Camera (anziché le due schede del Mattarellum, per il collegio e per i candidati col proporzionale) sulla quale figurano i nomi dei candidati al collegio con accanto i simboli delle rispettive liste che li sostengono. Il voto alla lista (o una delle liste) è assegnato anche al candidato nel collegio, e viceversa il voto a un candidato collegato a una sola lista, va pure alla lista – andando a sommarsi ai voti raccolti dalla lista medesima a livello nazionale, per il superamento della soglia sbarramento e l'attribuzione dell'eventuale premio di maggioranza. Una croce sul nome del candidato collegato a più liste, non è invece attribuita a nessuna delle liste che lo appoggiano.
Lo “scorporo”
Per assegnare i 3 seggi “proporzionali” del Trentino-Alto Adige, si sommano i voti raccolti a livello regionale dalle liste collegate ai rispettivi candidati nei collegi. Se una lista ha eletto un proprio candidato nei collegi uninominali, le vengono sottratti il corrispettivo dei voti ottenuti dal secondo arrivato nel collegio; se il candidato eletto era sostenuto da più liste, a ciascuna lista saranno detratti proporzionalmente i voti ottenuti dal candidato arrivato secondo. Un complicato meccanismo di compensazione meglio noto come “scorporo parziale” che premia quelle liste minori che non hanno eletto nessun candidato nei collegi uninominali. A ogni lista elettorale vengono sottratti i voti serviti a eleggere i propri candidati nei collegi uninominali – cioè la differenza tra il candidato vincitore e il secondo più votato.
Il risultato nazionale influenza l’attribuzione dei seggi in regione: nella remota eventualità vi sia una lista “vincente” che ottenga il 40% dei voti, l’assegnazione dei seggi proporzionali in Trentino-Alto Adige avverrà in misura di due terzi alla lista vincente nazionale, e il rimanente terzo da dividersi fra le altre liste. Poiché questi seggi sono in tutto tre, ciò significa dare due seggi alla lista vincente nazionale e uno alla lista alternativa più votata in regione. Ma considerate le vicissitudini del PD di Renzi, le possibilità che ciò possa avvenire si sono decisamente assottigliate.