Gesellschaft | Nuovi traguardi

A proposito del rock

L'etichetta Riff Records festeggia la sua 50esima uscita discografica a Bolzano con una mostra di fotografie e la chitarra di Jochen Arbeit degli Einstürzende Neubauten.
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Foto: josearaica

Riff Records è un'etichetta discografica indipendente nata a Bolzano e fondata da Paolo Izzo. Per il suo cinquantesimo disco pubblicato, la Riff ha deciso di cogliere l'occasione per festeggiare insieme ai proprio artisti, ai loro ascoltatori affezionati e ai curiosi l'evento editoriale, con due appuntamenti che si terrano in città.

Infatti stasera, intorno alle 21, il Pippo Stage di via Cadorna ospiterà Jochen Arbeit, ex chitarrista degli Einstürzende Neubauten e del gruppo Die Haut, Cesare Malfatti, ex dei La Crus, insieme alle note folk-rock della band sudtirolese Ferbergy?, che sa assumere però anche le vesti di un gruppo di musica elettronica. Riff Records, infatti, spazia dal cantautorato italiano e inglese, passando per il rock, "l'attitude che non deve mai mancare", come dice Izzo, e - appunto - l'elettronica.

Poco più in là del Pippo, alla Emberfly Art Gallery di Piazza Vittoria, Alessandro Trapezio inaugura Ten!: l'artista ha assegnato a 10 gruppi indie il compito di comporre un brano inedito. Ognuno dei dieci gruppi ha cominciato il proprio lavoro di composizione partendo dalle sensazioni che avrebbero in loro suscitato altrettante fotografie scattate da Trapezio stesso: è nato così un nuovo album che si potrà ascoltare durante la mostra fotografica, che si chiuderà il 14 aprile.

 

salto.bz: Cinquanta dischi per un'etichetta indipendente non sono di certo pochi. La Riff da dove è partita per raggiungere questo primo traguardo?

Paolo Izzo: Tutto è cominciato nel 2005 quando Matteo Meloni e io fondammo l'etichetta. Adesso Matteo non lavora più con me da un po' di tempo ma passare dall'essere un progetto solamente locale e iniziare poi a produrre anche musica di artisti che vengono da tutta Italia e anche dall'estero, rimane di sicuro una grande soddisfazione.

 

Quando è nata l'etichetta qual è stato lo sforzo più grande? Trovare gli artisti o produrre i loro brani?

Riceviamo sempre molte richieste e in effetti ne abbiamo sempre ricevute. La sfida iniziale è stata proprio quella di scegliere la linea editoriale e di produzione. Ovviamente quando ricevo del materiale, valuto sempre la qualità degli artisti e delle loro opere, compreso il feeling che si crea tra il gruppo o il cantautore e l'etichetta. In Italia ci sono tantissime etichette, anche quando è stata fondata Riff, si è quindi lavorato molto per raggiungere un certo grado di qualità, credibilità per i giornali e la critica. Si è lavorato molto sulla distribuzione, che adesso è nazionale.

Avete puntato molto sui Ferbergy?, la band che tra l'altro suonerà stasera al Pippo: dietro il loro ultimo album c'è un'idea di fondo interessante...

I Ferbergy? si sono proposti a Riff con delle idee molto chiare e una visione precisa nella testa. L'etichetta ha sempre lasciato la più totale libertà artistica ai musicisti, compresa quella di poter creare il packaging dei prodotti a modo proprio, compresa la grafica.

"Da adolescente registravo i suoi videoclip su Videomusic e adesso gli ho prodotto un disco". (Izzo su Cesare Malfatti).

Per stasera avete degli ospiti d'eccezione e un artista con un'idea sperimentale. Li sentite molto vicini al vostro modo di lavorare, all'arte che cercate di produrre in prima persona?

Sono di certo molto vicino al mio modo di concepire l'arte. Vorrei nominare a questo punto anche il lavoro di Alessandro (Trapezio, ndr), che ho conosciuto girando tra i gruppi di Bologna, che con le fotografie ha fatto un ottimo lavoro. Tra l'altro lo stesso Jochen ha partecipato alla realizzazione di questo album molto particolare. Per quanto riguarda Cesare Malfatti, che dire? E' stato davvero un onore poter lavorare con lui. Da adolescente registravo i suoi videoclip su Videomusic e adesso gli ho prodotto un disco, per me è stato davvero un evento importante.

Quindi, cinquantesimo disco: il prossimo è già in cantiere?

Ce ne sono quattro o cinque per il 2018, di cui tre cantautori, di cui uno ha anche alle spalle in realtà una band. Ci divertiremo.