MUMU
«Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, di isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di idee traccia l'immagine del suo volto».
J.L.Borges
La zona di Falcade, Canale d'Agordo, Cencenighe, Alleghe per salire fino a quella meraviglia che è il Colle Santa Lucia è conosciuta a pochi e in due giorni di permanenza a Falcade il paese nativo e la residenza stabile di Augusto Murer ho approfittato per dare una fuggevole occhiata al suo museo e a questi luoghi non facilmente raggiungibili. La distanza da BZ è infatti di circa 80 km e la viabilità è quella montana con tutto quello che comporta. E dunque mosso dalla curiosità sono salito al passo San Pellegrino e dopo una gita al Fuchiade posto unico e ancora integro, sono sceso a Falcade per visitare il museo dedicato allo scultore.
Come si legge nelle numerose pubblicazioni, lui come Rigoni Stern e altri artisti veneti, ha fatto una scelta ben precisa: quella di non migrare dalla sua terra in cerca di un repentino successo che comunque è arrivato lo stesso.
Il museo di Falcade (m.1100) ospita sculture in legno, opere di pittura, di grafica e all'esterno numerosi bronzi.
L'edificio molto originale era circondato in passato dal bosco e meglio si armonizzava col paesaggio. La costruzione degli impianti di risalita verso il Colle Margherita con relativo piazzale in asfalto ha compromesso non poco l'idea che aveva lo sculture e pure l'architetto Giuseppe Davanzo (1921-2007) che ha ideato la struttura.
Sono nato tra le foreste, in cui radici, tronchi e pietre si confondono in un groviglio che corrisponde quasi all'alba della creazione.
Nella carriera artistica di Murer il bronzo è arrivato dopo il legno e il disegno per un'ovvia ragione di costi. L'evoluzione di un artista implica da sempre sacrifici, sofferenze,frustrazioni e se va bene il successo e i riconoscimenti arrivano prima di passare come si suol dire a miglior vita.
Purtroppo la carriera esplosiva di Murer ha avuto termine troppo presto, essendo scomparso per malattia a soli 62 anni.
Vista l'energia che emana dalle foto che lo hanno ritratto, di cui alcune del fotografo Berengo Gardin, chissà quante altre opere avrebbe realizzato l'artista di Falcade:
Sono un uomo dei boschi, l'aria che mi piace di più è quella che sa di resina; gli scenari che mi commuovono maggiormente sono quelli maestosi e ricchi di poesia delle Dolomiti.
Diciamo che sarebbe bello poter disporre di altri spazi interni, vista la quantità sorprendente di opere in esposizione. Sappiamo però che la cultura specie in Veneto se la passa molto male. A Zaia leghista interessano le piste di Cortina per le Olimpiadi del 26 che seguono i mondiali al Covid del 21. Gli ultimi sono stati visti dal vivo da quattro gatti in maschera ma i milioni di euro sono stati spesi eccome e continuano a spenderne!
Intanto Feltre sembra un mortuorio con tutti i musei chiusi a parte il Diocesano che è privato, il museo degli Usi e Costumi di Cesio Maggiore è gestito da una cooperativa di pensionati stanchi e i fabbricati nuovi delle miniere di Valle Imperina sono abbandonate. Tutti luoghi che ho visitato in passato e che meriterebbero la dovuta attenzione....ma ripeto la cultura veneta appartiene al passato e l'obiettivo o meglio la malattia globale è il turismo di massa che pare l'unica risorsa esistente nell'arco alpino.
E dunque per il turismo cementifichiamo tutto e costruiamo il Dolomiti Ronda per collegare Cortina con Solda superando di un balzo la valle dell'Isarco e dell'Adige.Nel club dei sciatori delle settimane bianche pochi hanno messo piede nel MUMU......pochi pure i residenti che conoscono l'artista come ho potuto constatare di persona. Come si sa nessuno è profeta in patria!
La speranza è che almeno le maestre accompagnino le scolaresche al museo sotto casa sempre che nel frattempo la scuola locale non abbia chiuso i battenti per mancanza di clienti.
Murer viveva in simbiosi col bosco e gli alberi li conosceva benissimo. Ne valorizzava nodi, vene e curve. La sua storia artistica inizia presso la scuola di Ortisei frequentata prima della guerra, poi c'è stato il breve ma proficuo incontro con Arturo Martini (1889-1947) a Venezia. Da qui la sua maturazione e liberazione dai canoni artistici più legati all'artigianato; nella " Maternità " la posizione del bambino al seno non rispecchia certo l'ortodossia classica, come d'altronde i volumi e le masse che caratterizzano i corpi.
Il " Ragazzo che beve " è una scultura in frassino del 1956 ed è anch'essa un'opera inconsueta come i bronzetti più piccoli esposti all'interno.
Grafica e pittura arricchirono la sua produzione e accompagnarono spesso la produzione poetica e letteraria di Andrea Zanzotto( 1921-2011) e Mario Rigoni Stern (1921- 2008) a lui contemporanei.
Dietro al tavolo da lavoro si osserva un dipinto a colori che è un omaggio al maggior pittore veneto: Tiziano Vecellio. Murer conosceva la storia della sua regione e anche quella dell'arte.
Il tema della bagnanti che è stato immortalato da decine di artisti, specie quelli delle avanguardie è stato affrontato anche da lui.
Di Murer dobbiamo ricordare oltre all'artista, l'uomo; il combattente per la libertà lui che ha avuto i fratelli della moglie uccisi dai nazisti nella guerra partigiana. Schietto, ma riservato caratteristica questa della gente di montagna ha realizzato decine di opere dedicate alla guerra in tutte le sue dolorose e assurde manifestazioni. Riporto qui un'opera che per quanto abbia più volte frequentato la biennale di Venezia non ho mai visto: il monumento alla Partigiana del 1964 davanti ai giardini della Biennale:
Il contributo del grande architetto Scarpa è indiscutibile: qui si uniscono l'essenzialità del razionalismo con l'espressività del bronzo. Mi domando come è possibile non aver osservato questo capolavoro a due teste.....secondo me c'è lo zampino del sindaco delle navi da crociera ....deve aver fatto parcheggiare li vicino una nave ruzzene per non rendere visibile l'opera!
E non racconto balle perchè poco distante dall'albergo dove ho pernottato in località Caviola il nostro ha realizzato un'altra scultura con lo stesso titolo che di notte ha cambiato ubicazione e che ora è quasi nascosta a lato della strada.... prima stava in piazza davanti alla chiesa. Ha cambiato pure nome e ora si chiama prigioniera..che partigiana suona male!
Pare che il sindaco in questione ora rimosso dal tempo abbia pure eliminato il marmo che riportava i nomi dei numerosi caduti nella valle del Biois nella lotta contro i Nazi. Molti di loro erano innocenti e sono stati uccisi per rappresaglia.
Tra rimozione e retorica le due r, c'è da vomitare.
La prima è stata orchestrata grazie al populismo berlusconiano che ha coinvolto la destra storica ex fascista e il leghismo imperante. Ragione per cui dal MSI si è passati ad AN ma senza che la memoria nostalgica venisse meno che c'era del bene in quello che fece il mascelluto.....
L'altra r che a pensarci bene ha la stessa matrice è diventata una parola vuota e stonata nella bocca di una sinistra che 70 anni fa ha combattuto la guerra partigiana ma i cui eredi non sono riusciti in alcun modo a contrastare l'avversario che dagli anni 90 ha cavalcato le scene travolgendo il passato senza trovare alcun ostacolo e ponendosi pure fuori dalla legge.
Ma in quale paese tra le democrazie occidentali esiste un dirigente politico che ha in mano il 50% dell'informazione? Quello è il liberalismo storico o quello postmoderno ultraindividualista?
Interessante è osservare l'attuale giro di valzer per cui un tempo la sinistra anteponeva l'interesse dello stato sull'individuo che ora con la crisi imperante, diventa il nuovo cavallo di battaglia della destra legittimata a governare.
A lato della strada resta la statua che di retorica non ha proprio nulla ed è testimonianza di quei tempi atroci ma sempre attuali che basta allontanarsi di poco da casa che la storia si ripete tutta nella sua assurdità.
Tornando al museo c'è una bella tavola che ricorda un'altra disgrazia che si poteva sicuramente evitare. Il bronzo non è pulito, i corpi sono diventati tutt'uno con la terra dopo esser stati inghiottiti per sempre dall'acqua tracimata dalla diga del Vajont:
Murer non lasciò mai il suo paese ma si ricordò sempre dei suoi conterranei emigranti come anche delle fatiche dei minatori e della vita in montagna; tanta era la stima che fu invitato nel 1977 a realizzare la decorazione bronzea delle porte della cattedrale di San Pellegrino di Caxias do Sul in Brasile dove nei bassorilievi è rappresentato il tema dell'emigrazione.
Le tavole preparatorie si possono osservare dietro la scultura dell'Adolescente del 1960:
Chiudo con la tavola dell'alpino di Murer e i testi di Rigoni Stern nel libro a due mani da loro realizzato:
Di nuovo, dunque, si camminava. Il sonno, la fame, la stanchezza sono niente e tutto. Questi piedi avvolti in stracce, che vanno verso Ovest un passo dopo l'altro. Sotto le stracce di coperte ci sono i gonfiori bluastri dei congelamenti che le scarpe della patria non hanno saputo evitare.
M.R. Stern
Nel sito dell'autore:
Il museo degli usi e costumi di Serravella a Cesio Maggiore (BL)
http://www.riccardodivalerio.eu/MUSEO%20DI%20SERAVELLA.htm
Il museo Rizzarda a Feltre
http://www.riccardodivalerio.eu/FERRI%20BATTUTI.htm
Il museo delle miniere in Valle Imperina