Sasa, carissimi bus elettrici polacchi
Solo dal sito web della rivista Autobus si viene a sapere che i quattro bus elettrici per una spesa di 3,1 milioni di Euro (finanziati dalla Provincia…) sono stati affidati al costruttore che fece “un giro di visite” ad aprile 2017 sia a Bolzano che a Merano.
Già si era un po’ intuito allora che era il principale candidato ad aggiudicarsi la fornitura come era avvenuto nel 2012 per la fornitura di bus a puzzolio - una parte di quelli gialli circolanti a Bolzano e Merano, per intenderci - e della stessa casa i 4/5 bus usati da 18 metri, sempre a puzzolio, acquistati ad inizio 2017, mai presentati pubblicamente (come mai?) e tuttora fantasmi nell’elenco bus della Sasa. Con altrettanta presenza “elettrica” in occasione della presentazione delle giornate senz’auto sul passo Sella a settembre 2016. Preciso che non sottintendo nulla ma prendo semplicemente solo atto di quanto letto e visto sui media.
La gara è stata pubblicata sul Sistema Informativo Contratti Pubblici, ma a gara terminata i relativi documenti sono stati posti off-line. Non certo una bella operazione di trasparenza se si avesse la voglia di andare a vedere le caratteristiche della gara.
Sull’acquisto dei quattro bus:
...Il tutto per un importo base di 3.105.000 di euro. Le regole di aggiudicazione prevedevano 70 punti ‘tecnici’ e 30 ‘economici’, termini di una gara che Solaris ha vinto senza neppure scendere in campo. L’unica offerta arrivata in via Buozzi 8 a Bolzano, sede di Sasa spa, è stata solo quella di Solaris che così si è aggiudicata la gara...
Lo scrive la rivista Autobus e quindi fonte più che autorevole del settore. Di recente pure a Bergamo il costruttore polacco si è aggiudicato un appalto in corsa solitaria.
Come era chiaro, ad esempio, a Torino quando sono stati acquistati i 20 bus elettrici (più tre per Novara). Anche in quel caso bastava leggere il numero di bus da acquistare, la base d’appalto e si capiva subito chi si sarebbe aggiudicato il tender. Nel capoluogo piemontese i bus della cinese Byd (anche lì unica a presentare offerte) sono stati aggiudicati a circa 369mila Euro nella versione con un’autonomia da 310 km (comprensivo dei costi della stazione di ricarica) e contratto full-service da 10 anni.
Sono cari quelli di Bolzano? Considerando che nell’articolo in cui se n’è parlato ad aprile si parla di un’autonomia di soli 200 km e prendendo buoni i costi che già erano noti a fine giugno 2016, si parla di 550mila Euro per ogni bus da 12 metri (senza i costi della stazione di ricarica) e ben 690mila per quelli da 18 metri che sono i primi del produttore polacco in Italia.
Che a Bolzano si debbano pagare circa 200mila Euro in più per bus elettrici da 12 metri con autonomia ridotta di un terzo rispetto agli e-bus torinesi, questo solo i diretti responsabili possono spiegarlo e li invito a farlo.
Sulla questione bus elettrici e sulla loro presunta convenienza economica mi sono già espresso dettagliatamente in questo articolo qui su salto.bz (la foto del bus utilizzata allora non era stata scelta a caso...) su cui, come sempre, nessuno ha ritenuto di controbattere, soprattutto i diretti interessati che evidentemente si esprimono “ipse dixit”.
Poi, ovviamente, l’elettrizzato presidente Sasa Pagani e l’elettroentusiasta direttrice Piffer dovrebbero spiegare quale sia la logica di affiancare questi ipertecnologici e carissimi bus elettrici ai prossimi 38 bus a gasolio. Una contraddizione in termini e, soprattutto, in piena violazione del “Piano Clima 2050”. Come possa Sasa parlare seriamente di “mobilità sostenibile” non si sa. Vale la pena di ricordarlo.
Spett.le redazione del Salto
Spett.le redazione del Salto.bz,
abbiamo letto il mirato e bizzarro articolo, di cui in oggetto, per il quale manifestiamo tutta la ns. perplessità.
Dobbiamo ammettere che, nel suo elegante confezionamento, può effettivamente raggiungere lo scopo al quale è destinato, è cioè creare o rafforzare uno stato d’animo di vera indignazione, da parte dei lettori, verso la Pubblica Amministrazione (in questo caso azienda del TPL). Tutto ciò paventando un presunto sperpero di denaro pubblico che si realizza attraverso il solito clichè, della macchina del fango, tipicamente italiano, per il quale vengono prospettate, neanche troppo velatamente, ipotetiche “particolari relazioni” tra Cliente (Azienda TPL) e Fornitore (Solaris Bus & Coach SA in questo caso).
Ovviamente l’autore, pur lanciando il seme della discordia, si premonisce pavidamente, al fine di evitare eventuali controversie legali, di precisare di non sottintendere nulla.
In sostanza un’operazione di gratuita denigrazione, quasi riuscita tra l’altro, nei confronti dell’Azienda TPL e, in seconda battuta, nei confronti del marchio rappresentato dalla scrivente.
Tutto molto d’effetto, senonché, analizzando l’articolo, si evincono alcuni aspetti che, se possono essere oggetto di comprensione per gli addetti ai lavori che, alla fine della lettura, ne deducono una, pur ben celata, inconsistenza, altresì possono indurre, artificiosamente, un comune lettore, non impegnato in questi specifici ambiti professionali, ad immaginare chissà quale, pirotecnica, trasgressione a spese di tutti i contribuenti.
Cosa ne consegue.
1. Anzitutto un’inesistente conoscenza, come ammesso anche dallo stesso autore dell’articolo, delle specifiche caratteristiche della gara di bus elettrici di SASA Bolzano, nella fattispecie, ma anche della gara ATB Bergamo, della gara GTT Torino e, perché no, della gara ATM Milano (omessa dall’autore per distrazione, per disinteresse o per non approfondimento della materia?). Ogni capitolato di gara viene, dai possibili concorrenti/partecipanti, studiato, analizzato e sviscerato in ogni minimo dettaglio; l’eventuale partecipazione alla gara è frutto della risultanza tra tutte le voci che compongono gli specifici punteggi ed alla valorizzazione che viene data, oltre che al prezzo dello specifico bus, alla qualità tecnologica di ciò che si offre, all’affidabilità garantita nel tempo ed ai costi finali sostenuti alla fine del ciclo di vita del bus. Su questo ultimo aspetto, costi del ciclo di vita (LCC) chi può entrare nel merito della valutazione della loro correttezza se non chi costruisce l’autobus stesso e ne conosce perfettamente l’affidabilità per tutto il periodo di utilizzo dello stesso? Tutto il resto è rappresentato da sterili congetture utilizzate ad hoc per scomposte e non costruttive polemiche.
2. Un’assoluta non conoscenza da parte dell’autore dell’articolo, nonostante l’encomiabile sforzo intellettualistico di tentare di convincere tutti del contrario, delle tecnologie applicate agli autobus o al mondo automotive in generale o comunque una limitata conoscenza dell’argomento, unidirezionale e monotematica e, ormai, obsoleta. Solaris Bus & Coach SA, per opportuna e completa informazione, è leader europeo per la progettazione e realizzazione di autobus a gasolio (Euro 6), a metano (CNG), ibridi, elettrici e filobus, oltre che tram; Solaris Bus & Coach SA conosce perfettamente le peculiarità di ogni singola modalità di propulsione (nessuna esclusa) ed ha la competenza indiscussa per supportare, tecnologicamente, i propri Clienti nelle molteplici e mirate scelte relative alla tipologia di autobus più adatto per il servizio al quale deve essere destinato.
In conclusione, nonostante il già evidenziato maldestro tentativo, parlando di esposizione oggettiva dei fatti sulla base di quanto letto o visto sui media, di prendere le distanze al fine di allontanare possibili conseguenze di natura legale, vorremmo sapere e ne attendiamo un urgente riscontro, cosa, l’autore dell’articolo, effettivamente sottintende (in questo caso il termine calza perfettamente), lasciando l’immaginazione del lettore alla visione di scenari poco trasparenti, menzionando più volte il marchio Solaris.
Ovviamente Solaris Bus & Coach SA, in un’ottica di tutela della propria immagine, si riserverà la possibilità di utilizzare tutte le più appropriate sedi giuridiche qualora le, eventuali, spiegazioni richieste non risultassero esaurientemente esplicative e comprovate.
Cordiali saluti
Solaris Bus & Coach SA
In merito alle considerazioni
In merito alle considerazioni espresse dal sig. Stefano Coccia, mi limito ad osservare, riguardo alle citazioni dell’azienda che lui rappresenta, che:
- i bus aggiudicati sono polacchi? Sì
- la foto, con citazione della fonte, ritrae il modello aggiudicato da 12 metri? Sì
- i FATTI e LUOGHI che ho citato in apertura di articolo documentati dai vari link corrispondono alla realtà? Sì
- ho voluto sottintendere qualcosa? Assolutamente NO, e l’ho voluto chiaramente esplicitare proprio per evitare che si arrivasse alle conclusioni affrettate e alquanto travisate del sig. Coccia.
- i documenti della gara oggi non risultano più sul Sistema Informativo Contratti Pubblici? Sì
- sui dati che ho commentato, e che il sig. Coccia non smentisce, ritengo che ci sia la libera possibilità di poter osservare/paragonare/criticare dati che, ripeto, non sono stati da lui smentiti, forse perché TUTTI facilmente reperibili sui mezzi di informazione e sul web?
- sul discorso della partecipazione ad una gara o meno, rivolga cortesemente il quesito non a me perché mi sono limitato a riportare quanto ha scritto la rivista Autobus, il cui articolo è altrettanto linkato.
Leggo che:
- nel non sottintendere avrei sottinteso qualcosa (!) lo descrive solo il sig. Coccia e che ovviamente è solo frutto della sua propria surreale convinzione;
- che avrei "paventato un presunto sperpero di denaro pubblico... col cliché della macchina del fango", lancerei "il seme della discordia”, mi sarei “premunito pavidamente” di precisare, avrei fatto una “operazione di gratuita denigrazione, quasi riuscita...”, avrei indotto “ad immaginare chissà quale, pirotecnica, trasgressione a spese di tutti i contribuenti”, affermazioni che ritengo assurde, gratuite e fuori luogo.
Ovviamente respingo al mittente che si tratti di “scomposte e non costruttive polemiche” e che avrei una “limitata conoscenza dell’argomento, unidirezionale e monotematica e, ormai, obsoleta”, ma se sono sua convinzioni personali, ne prendo atto ma ritengo che non lo siano. Ma c’è modo e modo di prendere posizione.
Riguardo alla richiesta finale di “sapere … cosa l’autore dell’articolo effettivamente sottintende”, la risposta l’ho già data più sopra ma la ripeto nel caso magari non si fosse ancora capito: UN BEL NULLA!
Termino concludendo che talune, per me sorprendenti, ingiustificabili ed offensive, valutazioni nei confronti della mia persona espresse dal sig. Coccia saranno opportunamente oggetto di mia attenta disamina.
Altrettanto cordiali saluti.