Politik | Schengen

Il Brennero. Di nuovo?

Un confine che evoca sofferenze del passato.
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.

Al Brennero, la Storia è di casa. Nel 1921, il Re e la Regina d’Italia, dopo l’accordo di Saint Germain, apposero il famoso cippo di confine, con la scritta “Fin qui, Madre Roma, si sente la tua voce”. Successivamente, Mussolini fece costruire lo Sbarramento Brennero, con una serie di Bunker per “proteggere” il confine da invasioni da nord, ma poco dopo, nel 1940 e proprio a Brennero, si svolse lo storico incontro Hitler-Mussolini che sancì pubblicamente la nefasta alleanza per la seconda guerra mondiale. Si deve aspettare il 1995 per assistere finalmente ad un evento straordinario e positivo, con la rimozione della sbarra di confine in base agli accordi di Schengen (presenti, tra gli altri, Giorgio Napolitano e Luis Durnwalder). Da quel momento, Brennero ha cercato di diventare “normale” e ultimamente è più conosciuto per il grande Outlet che per altro. Ma in questi giorni, la Storia – quella brutta – è di nuovo in agguato: l’Austria pensa di sospendere gli accordi di Schengen, ripristinando i controlli al Brennero per vigilare sui flussi di profughi e di eventuali clandestini. Uno stop all’Europa della libera circolazione e una mortificazione per il progetto di Regione Europea transfrontaliera. No, il Brennero non deve diventare una tappa verso l’affossamento del sogno europeo. Che la Storia, questa volta, lo risparmi.
www.albertostenico.it