Problemi anche per le partorienti
Nell’Ospedale di Bolzano non è solo il Pronto Soccorso a lavorare con l’acqua alla gola e quindi con una situazione di sicurezza non ottimale. L’ennesima dimostrazione di ciò arriva non tanto questa volta da un grido d’allarme, quanto da un vero e proprio ALT pronunciato dagli anestesisti del San Maurizio. Che hanno deciso di non essere più in grado di garantire l’anestesia peridurale alle partorienti che lo richiedono 24 ore su 24.
Si tratta in realtà di una questione che si trascina da circa 2 anni. Nel 2015 infatti alcuni articoli sulla stampa misero in evidenza che all’ospedale di Bolzano l’anestesia peridurale non era garantita H24, cosa che invece paradossalmente avveniva in alcuni ospedali periferici. Per questo motivo nel giro di qualche settimana al San Maurizio, anche su forte sollecitazione da parte dell’assessora Martha Stocker, era stata trovata una soluzione provvisoria. Ricorrendo in sostanza ad una reperibilità aggiuntiva da parte dei medici anestesisti che si sarebbero rivelati disponibili.
Ebbene: la notizia è che che però oggi a 2 anni di distanza questi anestesisti volonterosi in sostanza hanno deciso di gettare la spugna. Perché non ce la fanno più a causa del carico di lavoro, da allora certo non diminuito, e che li porta sempre a lavorare a rotta di collo. Ma soprattutto per il fatto che spesso si ritrovano ad operare senza l’assistenza di infermieri, necessaria per poter far fronte ad eventuali complicanze.
Di per sé il numero mensile delle peridurali all’Ospedale di Bolzano (30 al mese e quindi 1 al giorno, ma spesso di notte) sulla carta è minimo. Ma il carico per gli anestesisti volontari è notevole, anche perché il numero dei medici che si prestano è ridotto.
E poi perché e soprattutto di notte il servizio di anestesia è garantito da soli due medici e un singolo infermiere operativo in sede. Un team che di fatto di notte corre a tamponare tutte le emergenze. Con la consapevolezza che in caso di compresenza di due attività, su una di esse per forza di cose l’anestesista si trova senza il supporto infermieristico. Possono capitare tante cose: un parto cesareo, un arresto cardiaco in un reparto, un politeama in pronto soccorso. Insomma: tutte le emergenze interne e quelle che afferiscono al Pronto Soccorso.
Il punto è che la peridurale di per sé è una procedura anestesiologica che va eseguita in assistenza. Questo per poter agire in sicurezza e soprattutto nell’ipotesi che possa nascere una complicanza nella procedura. Solo in presenza di medico ed infermiere il team è completo per affrontare qualsiasi evenienza. Come ad un calo di pressione nella donna, o il fatto che la somministrazione della peridurale causi una situazione tale da dover consigliare di andare subito in sala operatoria per un cesareo d’urgenza. Lo ripetiamo: tutte situazioni che è possibile coprire solo se sono presenti contemporaneamente il medico anestesista ed un infermiere. Ma questo da tempo non accade.
Di per sé il problema sarebbe stato risolvibile attraverso la disponibilità di un maggior numero di infermieri oppure un’apposita formazione da parte delle ostetriche (che non è stata implementata). E’ per questo che in blocco gli anestesisti (senza il sostegno del loro primario) hanno deciso di non essere più in grado di garantire H24 la peridurale nell’ospedale di Bolzano.
Va precisato che l’anestesia peridurale non è una procedura salva vita. Si tratta di un’opzione per le partorienti, ma anche di una procedura che paradossalmente può anche complicare le cose nel parto, anche se molto raramente questo avviene. In ogni caso è evidente che la procedura comporta delle responsabilità anche legali per il medico anestesista. Se qualcosa va male e si finisce davanti ad un giudice la colpa di quanto è avvenuto non può che essere del medico che ha somministrato l’anestesia.
Di conseguenza: si tratta di un rischio giustificato se non esistono le condizioni ottimali per agire?
Nel reparto di anestesia l’amarezza e l’inquietudine crescono. Anche perché vi è la consapevolezza che per risolvere il problema di per sé basterebbe avere a disposizione 1 infermiere anestesista in più di turno in guardia attiva durante le notti e il fine settimana.
La preoccupazione tra gli anestesisti è molta anche perché si sa che il carico di lavoro dell’ospedale di Bolzano nel prossimo futuro non potrà che aumentare.
Ad esempio a causa di una recente convenzione stipulata con la neurologia di Trento che prevede che tutte le procedure invasive radiologiche legate all’ischemia cerebrale messe in atto a trento ed effettuate in anestesia verranno in realtà effettuate a Bolzano. Comprese notti e fine settimana.
Per non parlare poi dei voli notturni ora possibili per l’elisoccorso in Alto Adige che potrebbero incrementare il carico di ‘lavoro’ proprio nelle fasce meno coperte dal servizio di supporto da parte del personale infermieristico.
Va anche ricordato che tutte le procedure d’emergenza in periferia dopo le 5 del pomeriggio non vengono più fatte e si riversano automaticamente su Bolzano.
Gettando ulteriore benzina sul fuoco.